Descrizione
Il Santuario della Beata Maria Vergine della Stella, nel Comune di Bagnolo Mella (Brescia), è una Chiesa costruita nel ‘500 per commemorare l’apparizione della Vergine Maria avvenuta il 10 luglio 1491 a Caterina dell’Olmo, una giovane ragazza sordomuta di Bagnolo Mella.
La primitiva cappella
Il nucleo originario del Santuario è più antico rispetto alla Pace di Bagnolo: si può far risalire a una cappella preesistente fi dal sec. XIII, dedicata a S. Giovanni “ad Lamam”, all’incrocio del- le strade per Leno, Ghedi e le lame di Bagnolo.
Verso la metà del Quattrocento i con- fratelli aderenti alla locale Disciplina scelsero questa chiesa come loro sede e le cambiarono il nome in chiesa di S. Bernardino.
La parete esterna della chiesetta era decorata con un affresco raffigurante una Madonna dal viso dolcissimo col Bambino sulle ginocchia, con a lato due santi non più leggibili e i Santi Bernardino e Giobbe. La Vergine nella mano destra tiene un libro, forse la regola dei Disciplini. Il prezioso affresco, dopo lo strappo, attualmente conservato nell’atrio del Sepolcro, è stato studiato e edito per la prima volta (1980) da Sandro Guerrini nel suo “Il Santuario di Santa Maria della Stella in Bagnolo Mella”. Oltre alla figura della Madonna, è riconoscibile quella di san Giobbe, pur se sfocata. Lo tormenta una piaga maligna, dalla pianta dei piedi alla cima del capo. Giobbe è il giusto la cui fede è messa alla prova da parte di Dio, mentre le piaghe costituiscono sempre la narrazione principale di tutte le epidemie.
L’affresco è attribuito a Vincenzo Foppa (1428-1516), bagnolese, quando queste terre facevano parte della Repubblica di Venezia. Fu tra i principali animatori del Rinascimento lombardo, prima dell’arrivo di Leonardo da Vinci a Milano.
Il contesto storico in cui l’affresco è maturato è riconducibile alla peste del 1478, così decritta dal notaio dell’epoca Giacomo Melga: “Pullulava nei corpi certa pestifera infermitate detta dai medici e dal vulgo mal del zuchòt o mal del mazzucco. Veniva con terribilissimo abatimento di mal di testa, la qual (malattia) de boto (da subito) se pigliava per visitar li infimi de questa infermitate”.
In quella piccola cappella i Disciplini si radunavano ogni domenica e in ogni altro giorno festivo per le loro funzioni liturgiche; si cantava l’ufficio della Madonna, si ascoltava la messa, si raccoglievano le elemosine e i contributi annuali che venivano poi erogati in opere di carità.
La guerra del sale (1482-1484)
L’origine storica di ogni Santuario, soprattutto mariano, risale a dolorosi avvenimenti che si sono verificati nel corso dei secoli. Quello di Bagnolo rievoca le lotte militari del secolo XV fra le varie Signorie che insanguinavano molte regioni italiane. Una guerra fra due contendenti: Ferrara e Venezia. Gli Estensi di Ferrara governavano, in provincia di Rovigo, la riva sinistra del Po, utilizzata per il commercio del sale raccolto presso Comacchio ed esigevano una tassa di transito per detta merce. La Repubblica Veneta, che si stava espandendo verso Brescia e poi Bergamo, nel 1482 non tollerò ulteriormente il pagamento di tale pedaggio. Scoppiò la guerra, detta “del sale”. Il papa Sisto IV, alleato prima di Venezia contro i ribelli Estensi, si schierò poi contro l’avida Repubblica e formò la Lega santissima di tutti i principali stati italiani.
Vide chiaramente il pericolo delle ambizioni venete per il litorale adriatico, e lanciò contro di essa la scomunica. La guerra durò due anni, ma nell’ultima sua fase risolutiva si svolse tutta, in modo inaudito, nella pianura bresciana, devastata dagli eserciti belligeranti.
La pace di Bagnolo
L’offensiva veneziana si consumò tra la fine di aprile e l’inizio di maggio. La “Pace di Bagnolo”, due anni dopo, concluse il conflitto con un trattato pesante per Ferrara che perse gran parte del Polesine. Venezia ottenne Rovigo e il controllo del delta del Po, mentre Ercole I d’Este recuperò la dogana, preservando così la propria indipendenza dallo Stato della Chiesa. Alle Chiaviche poste sulla via per Cremona fra S. Zeno e Bagnolo, là dove il Naviglio si avvia verso Montirone, fu siglata la pace fra i contendenti.
La seconda chiesetta
La nuova chiesetta, più grande e parallela a quella di S. Bernardino e dedicata poi a Santa Maria della Stella, nasce come un ricordo votivo della pace di Bagnolo del 7 agosto 1484. Comprendeva anche l’attuale altare laterale del Santuario che ospita il gruppo della Apparizione. Diventa un Santuario, cioè luogo santificato dalla presenza misteriosa del divino, in seguito alla miracolosa Apparizione della Vergine Maria a una fanciulla del posto, tale Caterina dell’Olmo, della quale ci è stato tramandato assai poco.
Il titolo della chiesa
Il 7 settembre 1493, la grande partecipazione di popolo, che riconosce tante grazie elargite dalla Vergine ai suoi devoti, è così evidente che il Santuario è chiamato anche «S. Maria dei Miracoli», a somiglianza del più conosciuto Santuario cittadino di Brescia. Dopo l’Apparizione i pellegrini accorrono numerosi al Santuario, di conseguenza le offerte sono abbondanti e vengono custodite nella cassetta delle elemosine, conservata dai Disciplini. Per quella cassetta il Comune vuole due chiavi: una per i Disciplini, l’altra per il Comune stesso. La contesa
durerà fio a quando, con atto notarile del 1493, il Comune rinuncerà alla sua pretesa.
La nuova chiesa porta il titolo, che ha il sopravvento sugli altri usati dal popolo in vari tempi (chiesa di S. Maria della strada, dei Miracoli), di «Santa Maria della Stella», così chiamata dal Comune e dalla Bolla del papa Alessandro VI del 1492, a testimonianza che la Fabbrica del Santuario è già ultimata e forse il tempio votivo è stato consacrato nel luglio 1492.
Intorno al 1515 l’antica chiesa di S. Bernardino viene adattata a Sepolcro e nel 1519 Clemente Zamara, nipote di Antonio, è incaricato di scolpire il gruppo ligneo policromo. Dopo la peste del 1494 l’esterno viene impreziosito di affreschi votivi: la già ricordata Madonna col Bambino e san Giobbe, la cosiddetta Danza macabra, i cui frammenti li possiamo ora vedere nel locale attiguo alla sacrestia. Di solito, la Morte, raffigurata come uno scheletro, o un cadavere scarnito, si presentava successivamente al papa, all’imperatore, e via via a tutti gli “stati
del mondo”, fio al borghese, al mercante, al contadino, per invitarli al suo ballo.
L’affresco recuperato rappresenta il particolare di uno scheletro coronato che brandisce una falce. È della prima metà del sec. XVI.
Il cartiglio sovrastante in caratteri gotici riporta:
IO SONO LA MORTE
DEGNA DI CORONA/
CHE HA POSSANZA SOPRA
OGNI PERSONA- 1495.
Nel corso degli anni la Danza Macabra era stata ricoperta da un affresco raffigurante una Madonna col Bambino, di Maestro bresciano (sec. XVI). Tale affresco, ora, strappato, rivela ancora tratti della sua bellezza originale.
Il nuovo Santuario
Ogni Apparizione celeste ha una sua particolare finalità. La Madonna apparsa a Bagnolo all’umile Caterina dell’Olmo ha ripetuto quanto nel corso dei secoli, nelle varie Apparizioni, ritiene essere il messaggio più importante per quel periodo: ai Bagnolesi vuole ricordare il nucleo essenziale di un’autentica vita cristiana: continuate a fare il bene, come avete fatto fio ad ora: moltiplicate le preghiere, smettete di bestemmiare, di giurare il falso e di mormorare del prossimo … Messaggio, questo, che dopo cinque secoli continua ad essere di evidente
attualità.
La costruzione
Verso la fine del secolo XVI la Disciplina della Stella si era arricchita di nuove donazioni e gli iscritti erano notevolmente aumentati. Il piccolo Santuario non li poteva più contenere e si decise quindi per una nuova chiesa più spaziosa e capiente, disposta con asse perpendicolare rispetto alle costruzioni quattrocentesche. In essa viene inglobato l’antico Sepolcro, mentre l’originaria statua della Madonna è collocata sul nuovo altare maggiore.
Nel 1604 la Fabbrica del nuovo Santuario, come è attualmente, non è ancora completata. Lo si deduce da una delibera comunale che accorda un sussidio alla nuova Fabbrica. La facciata è classicheggiante, severa nella semplicità. Al centro del timpano è posta una stella, mentre nel rosone della controfacciata è collocata una vetrata, opera di Gabriele Saleri, pittore bresciano di notevole levatura artistica che nel 1978, per il Santuario di Bagnolo, racconta il momento dell’Apparizione della “Signora” a Caterina dell’Olmo.
L’interno
L’interno è a pianta longitudinale e volta a botte sopra la navata. Nella volta del presbiterio il pittore bresciano Giuseppe Ariassi (1825-1906), direttore per 30 anni della Pinacoteca Tosio di Brescia, ha affrescato un’Annunciazione artisticamente pregevole in cui si celebra l’incontro tra l’Umano e il Divino, con una schiera di angeli che fanno corona. Negli anni Trenta del Novecento, i pittori bresciani Gezio e Vico Cominelli decorarono il centro della volta con motivi ornamentali. La completano il medaglione raffigurante la Madonna Assunta, opera di Eliodoro Coccoli (Brescia 1880-1974), il cui gusto risente ancora di influenze ottocentesche. Collocato sopra l’ingresso dell’atrio del Sepolcro è il dipinto di Giuseppe Amatore, pittore manierista. Tratta il tema dell’incoronazione da parte della Santa Trinità di Maria Immacolata, ai piedi della quale pregano san Francesco e santa Caterina d’Alessandria. Sulla sinistra di chi entra nel Santuario, dopo il Sepolcro, sta l’unico altare laterale: quello dell’Apparizione, opera pregiata in marmo di Botticino, con motivi floreali. Ha al suo centro una ghirlanda
marmorea che racchiude all’interno una statua della Madonna col Bambino. Il gruppo, che rappresenta l’Apparizione con le due statue lignee raffiguranti Caterina dell’Olmo e Santa Maria della Stella, opera della Ditta Poisa di Brescia realizzata nel 1935, campeggia dentro una stupenda soasa dorata, sempre dei Poisa. Nell’abside del presbiterio colpisce immediatamente l’occhio del visitatore la
soasa marmorea, imponente opera della fine del Seicento, che quasi abbraccia, circondandola, la statua della Madonna dello Zamara.
Nel sottostante altare, arricchito da un settecentesco tabernacolo in legno, sta un paliotto che mette in evidenza l’Annunciazione, con l’Angelo e la Fanciulla di Nazareth. In alto lo Spirito Santo, il cui soffio ha dato origine al Concepimento Immacolato. Nello stallo del presbiterio sul lato destro si trova una pregevole tarsia lignea che racconta episodi della Vergine e nei riquadri in alto i quattro Evangelisti, omaggio alla Madonna su disegno di Luigi Cremonesi, realizzato nel 2009 da Costantino Vergolio, Carlo Alduini, Emilio Cervi.
Il Compianto di Bagnolo
È così chiamato nel Santuario di Santa Maria della Stella il “Sepolcro” o “il Cristo di Bagnolo” lo “splendido teatro del dolore”, come definito da mons. Severino Chiari, cioè il Compianto ligneo di un altro Zamara, Clemente, che eseguì il capolavoro della sepoltura di Gesù Cristo. Il cosiddetto “Compianto sul Cristo Morto” appartiene alla pietà popolare, sia nella pittura come nella scultura, a partire dal sec. XIV e poi ampiamente diffuso in epoca rinascimentale. In esso viene rappresentato Gesù dopo la sua deposizione dalla croce, circondato da vari personaggi che ne piangono la morte.
Il Compianto di Bagnolo è costituito da un affresco, di recente restaurato, raffigurante la Deposizione, eseguito attorno al 1550 da Zenon Veronese, collocato nell’atrio d’ingresso al “Sepolcro” e anticipa il Compianto vero e proprio. Nell’affresco sono leggibili il volto di Maria, svenuta fra le braccia delle Pie donne, la Maddalena, san Giovanni Evangelista, Nicodemo e Giuseppe di Arimatea. Quello ligneo, invece, è composto da un gruppo di statue policrome, di grandezza naturale, con il corpo di Cristo disteso per terra, circondato da personaggi ritenuti presenti al momento della Deposizione dalla Croce. Bagnolo ne ospita uno, famosissimo al punto di condividerne il nome col Santuario.
Fonte: http://www.parrocchiabagnolomella.it/storia/
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