Madonna della Strada – SS. Nome di Gesù all’Argentina (Chiesa del Gesù)

Descrizione

Descrizione
Il nome deriva dall’affresco della Madonna della Strada, venerata come taumaturgica e particolarmente cara a sant’Ignazio.
L’immagine della Madonna della Strada è un affresco eseguito con buona probabilità tra la seconda metà del XIII secolo e la prima metà del XIV. Attualmente esso è applicato a un supporto di ardesia di 68 x 75 cm. Benché ancora non sia stata definita l’attribuzione, notevoli elementi compositivi fanno pensare alla migliore scuola romana medioevale.
La Vergine è rappresentata a mezzo busto con in braccio il Bambino, che essa tiene con la sinistra, mentre ha la desta, aperta, rivolta ai fedeli. Ha il capo coronato circondato dal nimbo, lo sguardo frontale, e tutta la figura è avvolta da un manto color oro. Il Bambino ha il capo nimbato a croce e la postura del Pantocratore; ha lo sguardo frontale improntato a serena austerità; con la sinistra tiene il libro e alza la destra nel gesto della benedizione.
Nel complesso l’Immagine sembra evocare la tipologia della Madre mediatrice di grazia che, ad un tempo, invita alla fiducia nel Figlio e intercede presso di lui.
L’immagine si trovava originariamente nella piccola Chiesa detta degli Astalli, successivamente degli Altieri (dal nome della piazza su cui si affacciava), infine denominata Madonna della Strada. Secondo il P. Pietro Tacchi Venturi, l’area in cui essa sorgeva è quella dell’attuale piazza del Gesù, al limite di via dell’Aracoeli.
L’immagine della Madonna della Strada è stata pulita e restaurata.
La restituzione al culto dell’Immagine restaurata della Madonna della Strada è avvenuto domenica 8 ottobre durante la solenne concelebrazione presieduta dal Cardinale Camillo Ruini, Vicario di SS. Benedetto XVI per la Città e Diocesi di Roma.
L’intero ambiente è stato disegnato e decorato dall’aquilano P. Giuseppe Valeriano (1542-1596), cui si devono anche i dipinti su tavola rappresentanti episodi della vita della Vergine. Sotto di essi, sono incisi su marmo nero dei passi presi dall’Antico e dal Nuovo Testamento riferiti ai soggetti dipinti.
Gli affreschi della cupola, con angeli che suonano le trombe, sono opera di G.P. Pozzi (1561 – 1589), attivo durante il pontificato di Sisto V.
Pregevole il pavimento, rivestito di marmi rari e cosparso di stelle di bronzo dorato.

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