Madonna della Strada

Descrizione

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CENNI STORICI SUL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA STRADA

A sud – est, ed a circa un chilometro dell’agglomerato urbano di Roggiano Gravina, proseguendo via San Domenico e calcando poi una mulattiera che anticamente era la strada più importante per arrivare al mar tirreno dopo aver superata la gola della Mula e costeggiato il fiume Rosa si arriva al grazioso e solitario Santuario agreste di Santa Maria della Strada, situato su un declivio a 175 metri sul livello del mare, e che guarda una delle più fertili pianure della valle del Fullone. La toponomastica popolare , maestra della moderna storiografia geografica, dà a Santa Maria della Strada questo nome appunto per vigilare sui viandanti che proprio lì, al Santuario potevano trovare ristoro al lungo cammino, anche per la generosità di certi eremiti che la dimoravano. Antistante a questo Santuario sono stati individuati da un giovane Luigi Gagliardi frammenti di mosaici pavimentali, ceramica ellenistica e romana del II e I secolo a.C. nonché un tratto in pietra arenaria con 20 scanalature, certamente facenti parte di un Santuario ellenistico – romano, in pianura , a cui, con l’andare del tempo, s’è sovrapposto il culto della Vergine, ora detta Madonna della Strada, dell’Effige modellata in carta pesta su muro, che in gergo viene detta Sorella di quella del Pettoruto.

L’EFFIGIE DELLA MADONNA

Nella chiesetta – santuario, sopra l’altare, in una nicchia della navata centrale, s’erge austera ed elegante la Madonna, assisa sul trono. Effigiata in tutto tondo e modellata in carta – pesta su muro, sostiene col braccio destro Gesù Bambino ( la Madonna del Pettoruto lo tiene a sinistra), il quale con la mano destra alzata e scoperta sta in atto di benedire il popolo, e con la sinistra , avvolta nel suo mantellino, regge il libro.  ( il Bambino del Pettoruto invece con la mano sinistra sembra sostenere un globo, ma la mano  per la grandezza del modellato, deve essere attribuita alla Madonna, poiché quella del Bambino è invisibile o nascosta dal mantello che avvolge l’immagine). Così anche la Madonna della Strada con la mano sinistra sostiene un globo, raffigurante il Mondo, e con la destra, nel cingere il Bambino, porge un ramo di melograno come quella del Pettoruto. Bello il panneggio dell’imatio o mantello trapunto di stelle della Madonna della Strada, ( quello del Pettoruto è di stoffa) modellato sempre in carta pesta che lascia intravvedere la veste a girocollo. Eleganti le pieghe che ricadono fra le gambe un po’ comode ed allargate della Vergine e sulle quali il mantello si posa. Il volto bizantino, austero e giovanile, delicato nei lineamenti e ravvivati dai capelli che, a riccioli ricadano sulle spalle, solamente coperti dal mantello, ne fa della Madonna della Strada una Regina Madre che appena abbozza un sorriso.

QUANDO SI VENERA

Il martedì dopo Pasqua si venera la Vergine di questo piccolo, ma grazioso Santuario. Lei, che è la Madonna della Strada, deve essere la guida degli automobilisti, e per questo tutti i conducenti di autovetture e mezzi meccanici di Roggiano e dei paesi limitrofi, il lunedì sera, vanno prelevare dalla Cappella una più mobile statua della Madonna, fatta modellare apposta nel 1943 dall’allora arciprete Giuseppe Palermo che fu l’iniziatore di questa tradizione.
Quel lunedì di Pasqua del 1943 vi fu una grande affluenza di popolo e di fedeli che dettero origine ad una più grande devozione per la Madonna della Strada. ( La Statua mobile era stata offerta dal roggianese Pietro Bruno, Prefetto del Regno Fascista ) Oggi si portano tutti davanti alla chiesa di S. Antonio che guarda il corso principale del paese, per la benedizione salutata col suono del claxon.
La statua della Madonna che, precedentemente era stata prelevata in pompa magna dal santuario agreste, sarà esposta per tutta la nottata nella chiesa Matrice, per poi andare, con una splendida processione, nella consueta dimora, dove il martedì mattina ( dal 2010 la processione avviene in fiaccolata il lunedì stesso) l’attende moltissima gente e tanti fedeli per festeggiarla con preghiere e giochi vari, e poi per il proprio palato, mangiare sull’erba quei piatti preparati dalla sera o dalla mattina presto ( è la Pasquetta ritardata ), la riffa dell’agnello sarà l’attesa per finire la giornata!

 

di Francesco Provenzano, nel sito internet: https://www.parrocchiasanpietroapostolo.org/SchedaContenuto.aspx?ID=20200827114138&IDS=20200827113500

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