Madonna di Grottaferrata

Descrizione

Descrizione
Comunemente si crede che il santuario, sia stato fondato da San Nilo da Rossano, un monaco basiliano già fondatore dell’Abbazia greca di Grottaferrata nel Lazio, avvenuta nel X secolo e che, dal 1132 ha giurisdizione anche su Rofrano. Secondo il canonico Ronsini, il più approfondito biografo della storia di Rofrano, San Nilo avrebbe trovato l’Abbazia già fondata, dal momento che il biografo di San Nilo a sua volta, che cita le altre fondazioni del santo, tace su questa.
In ogni caso nel 2004, mille anni dopo la morte del santo, è stato celebrato il gemellaggio tra Rofrano e Grottaferrata.
Il Santuario è stato sempre un faro di luce per la comunità cristiana rofranese, fin da quando il Re Bizantino Ruggiero, concesse a Leonzio che era abate di Grottaferrata, la chiesa di Santa Maria di Rofrano.
Da quel momento gli Abati di Grottaferrata ebbero la giurisdizione spirituale e civile su Rofrano, tanto che l’abate Nicola II, eletto proprio nel 1131, in una lapide ora conservata nel museo dell’Abbazia, fece scrivere: “Assunsi la carica di egumeno io, Nicola, signore di Grottaferrata e di Rofrano”. E il suo successore, Nicola III, che fu abate dal 1140 al 1153, viene definito rufranites, ossia rofranese, e questo testimonia lo stretto rapporto creatosi tra Grottaferrata e Rofrano. Questo rapporto durò fino alla seconda metà del XV secolo. Infatti, nel 1476, il feudo di Rofrano, tranne la chiesa e il monastero, fu venduto al diplomatico napoletano Aniello Arcamone, per passare poi al conte di Policastro Giovanni Carafa, nel 1490. Questi cacciò i monaci rimasti nel monastero di Rofrano, che trasformò in proprio palazzo e si arrogò la giurisdizione spirituale del paese, nominando un prete come suo vicario.
Questo stato di cose fu risolto dal Commissario Apostolico Silvio Galassi, inviato da Papa Gregorio XIII il quale nel 1583 aggregò Rofrano alla Diocesi di Capaccio (ora di Vallo della Lucania).
Ogni volta che per vicende umane, come l’espulsione dei basiliani dall’abbazia, ad opera del conte di Policastro Carafa, o per eventi naturali come nel 1876 quando, a causa di una frana, che distrusse gran parte del paese dalla contrada Piediorti fino alla sommità del colle, la chiesa crollò, il popolo di
Rofrano con infiniti sacrifici la La chiesa fu riaperta nel 1919.
Caduta di nuovo in rovina, ne fu avviata la ricostruzione, verosimilmente negli anni “60 dall’arcidiacono Don Modesto Dolce, coadiuvato dal nostro concittadino avv. Dante Di Sevo, fino a quando nel 1988, con un finanziamento da parte del ministero dei beni culturali, i lavori subirono un’accelerazione a cui, diede grande impulso la determinazione di Don Pasquale Allegro che ne segui l’iter fino a quando non fu costretto a lasciare la parrocchia nel 1990.
La chiesa, nelle condizioni attuali, fu riaperta negli anni novanta (?) ed è divenuta il centro del culto del popolo rofranese.

Dott. Nicola Raffaele Coviello

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