Madonna di S. Romano

Descrizione

Descrizione
Il santuario di Maria Madre della Divina Grazia si trova a San Romano nel comune di Montopoli in Val d’Arno. Ebbe origine dalla chiesa di Santa Maria a Valiana, dov’era conservata un’immagine della Madonna scolpita in un tronco di quercia, che dagli inizi del Cinquecento fu oggetto di una crescente devozione. Nel 1515 la chiesa fu ingrandita per renderla più adatta alle nuove esigenze del culto, ad opera della famiglia dei Medici. Nel 1517 l’Ordine dei frati minori prese possesso del santuario e ne è tuttora custode.
La collina di San Romano è famosa nella storia per la celebre battaglia del 1432, combattuta in questa località dalle milizie pisane contro quelle fiorentine. Battaglia ritratta da Paolo Uccello nel suolo celebre capolavoro ora conservato agli Uffizi a Firenze.
Le testimonianze storiche dicono che nei pressi della chiesa dedicata a San Romano e San Matteo (in zona Casotti, ora distrutta) c’era una piccola cappella dedicata a Santa Maria in Valiano dove era posta una statua della Madonna con in braccio il Bambino. Una statua dell’undicesimo secolo, molto simile alle madonne romaniche presenti nel pisano e nella lucchesia. La tradizione narra che una giovane pastorella, mentre pascolava il suo gregge nei dintorni, era solita ad andare nella piccola chiesa a pregare e un giorno questa statua le parlò. La cosa ebbe subito grande eco e in tutta la zona si diffuse una grande venerazione per la Madonna. Alcune donne si recarono presso le autorità di Montopoli, dalle quali dipendeva la cappella, per chiedere che fossero eseguiti alcuni lavori di restauro necessari per fronteggiare il degrado della Cappella. Dai documenti del comune di Montopoli risulta che nel marzo del 1514 la riunione del Consiglio approva l’aiuto fornendo delle tegole, mattoni e legname per i lavori di restauro. Vista la grande affluenza di pellegrini e devoti nella piccola chiesina sempre il comune stabilì di ingrandirla e di renderla più decorosa. Grande merito si deve al pievano Danao Leonini che donò “tre staia di terreno boschivo e scopeto” adiacente alla cappella per permettere la costruzione del nuovo edificio che ora è riconducibile alla zona della chiesa attuale. Dalle fonti sappiamo che nel dicembre del 1519 i lavori erano ancora in corso perché il comune stanziò dei soldi per la costruzione della cappella della Madonna.
Il comune provvide anche a trovare a chi affidare la custodia del santuario che andava a costituirsi, ma soprattutto per affidare la cura spirituale della folla di fedeli che andava ad aumentare. Dopo aver assistito alla messa dello Spirito Santo venne effettuata la votazione e per tre volte consecutive uscì il nome dei Frati minori osservanti. Fatta la proposta al Padre Provinciale padre Bartolomeo della Pieve e ottenute le debite autorizzazioni del granduca e di papa Leone X, della famiglia dei Medici, i frati iniziarono presumibilmente la loro attività apostolica nel 1517. Nel 1522 le fonti dicono che il campanile era già in costruzione. Una torre quadrata imponente, che ritroviamo spesso nel pisano e nella lucchesia, abbattuta nel 1944 dalle mine tedesche e solo nel 2004 riportata nella sua forma originale, per opera di padre Roberto Benamati.
Gli ex voto che sono pervenuti, un centinaio, attestano che la fama di questo luogo era famosa anche fuori dalle terre toscane. È del 1521 il più antico ex voto che testimonia una grazia avvenuta a un condannato a morte ingiustamente.
Intorno al 1576 per la benevolenza di Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I, devota della Madonna e di san Francesco, viene eretta ex novo la cappella della Madonna. Le fonti parlano di una volta affrescata da un pittore vicino allo stile di Andrea del Sarto. Un altro rifacimento fu dopo la liberazione dall’oppressione napoleonica. Il popolo voleva rendere omaggio alla Madonna per la liberazione dal “grande flagello” e nel 1817 l’architetto Pasquale Poccianti, fiorentino, iniziò la costruzione inaugurata solo nel 1837. La cappella è come oggi la vediamo, con gli stucchi del Santarelli e il tempietto, dove è custodita la statua, di Amalia Duprè. Questo rifacimento ha però disperso tutte le testimonianze artistiche e della devozione che si erano conservate nei secoli.
Riguardo alla chiesa, nel presbiterio, nel 1702 è stato riposto il corpo di san Clemente che veniva da Roma. Le sei cappelle che si fronteggiano in origine prendevano luce da finestre “a occhio” che a cominciare dal 1591 sono state chiuse per addossare altari barocchi in pietra. Notevole è la Cappella di San Paolo con cupoletta, balaustra e architetture in pietra serena, finanziata dal sig. Pontanari di Castelfranco nel 1607, che vi è anche sepolto.

Fonte Wikipedia

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