Descrizione
Santuario Madonna della Pietà (anticamente chiamata Chiesa di San Filippo Neri)
L’origine del sentimento di devozione alla Madonna della Pietà, molto profondo nella popolazione di Bassano Romano, risale alla fine del 1700.
La tradizione orale fa riferimento ad un periodo di pestilenza e di carestia che, abbattutosi in quegli anni sul popolo bassanese, avrebbe portato le famiglie ed in modo particolare gli uomini ad affidarsi alla pietà della Madonna perché ponesse fine alle sofferenze. La grazie ricevuta ed il conseguente ristabilirsi della situazione avrebbe poi indotto gli uomini a celebrarne ogni anno la ricorrenza, destinando alla festa il compenso di una giornata lavorativa.
Oltre a questa, altre teorie sono state formulate a sostegno delle origini.
Alcuni hanno voluto vedere, nel contemporaneo diffondersi in zone a noi vicine di culti analoghi, l’origine o quanto meno la spinta al “movimento” che ne è seguito. La Madonna della Pietà venerata nella Chiesa Arcipretale di Farnese, la Madonna della Pietà di Rocca Massima, paese in provincia di Latina, strettamente somiglianti alla nostra – al punto da lasciar pensare all’opera di una stessa mano – ed altre immagini della Pietà, più o meno contemporanee di alcune chiese di Roma, parrebbero sostenere la tesi.
Altri rifacendosi al significato latino del termine “pietas” (= amore, devozione) hanno voluto vedere nella coralità della preghiera e nella sua capacità di coesione un momento aggregativo importante per la società del tempo e per gli impulsi che ne sarebbero conseguiti. Le numerose feste religiose che troviamo nel passato, oggi scomparse, ne costituirebbero conferma.
Altri ancora fanno risalire le origini all’occupazione francese di fine Settecento.
Tra il 31 luglio e il 31 agosto del 1799 i francesi per ben due volte occupano e saccheggiano il piccolo borgo rurale di Bassano. Il popolo dopo le violenze subite avrebbe sentito il bisogno di invocare la “pietas” della Madre Celeste.
La mancanza di sufficienti testimonianze orali e la quasi totale assenza di scritti, quindi, non consentono esattamente di determinare quanto fu provocato da cause accidentali, da motivi storico-politici o da spinte che andavano attribuendo forma e contenuto ad una civiltà che, prevalentemente rurale, si preparava ad affrontare il nuovo secolo. Un nuovo capitalismo incominciava a sostituirsi ad una economia prevalentemente agricola ed il rinnovamento della vita sociale che ne sarebbe conseguito poteva essere motivo di non poche preoccupazioni.
In assenza di documentate testimonianze, non è da escludere che tutte queste forze ed ispirazioni diverse abbiano concorso, seppur con varia incidenza, a maturare il sentimento di “appartenenza” della Pietà alla comunità di Bassano e contribuito al suo perpetuarsi.
Il problema delle origini è ad oggi ancora irrisolto e la tesi maggiormente accreditata resta la prima, quella della carestia e della pestilenza, perché è l’unica che trova riscontro nei racconti popolari e forza nella tradizione orale. Sospinto probabilmente da così diverse componenti, il sentimento di devozione alla Madonna ha poi acquistato una forza autonoma di coinvolgimento interiore ed è divenuto un modo particolare di vivere, ritrovarsi e rinnovarsi nella fede cristiana, nel quale il problema delle origini sembra perdere rilevanza.
La Madonna della Pietà, pur nella incertezza delle origini, delle circostanze che hanno concorso ad indirizzare le coscienze e dei tratti non conosciuti della sua storia più remota, è oggi nel cuore del popolo di Bassano che la venera con intenso fervore durante l’intero anno e ad Essa si rivolge per trovare speranza e conforto nei momenti difficili della vita quotidiana; da qui i voti elevati e le grazie richieste, l’atmosfera di preghiera e di fede che ogni anno si rinnova, la spinta comune al mantenimento di un patrimonio spirituale e materiale che si tramanda di generazione in generazione.
LA MACCHINA E I PORTATORI
L’attuale Macchina della Madonna della Pietà risulta costruita il 17 maggio 1874 da un artigiano anonimo. L’assenza di documenti storici e di testimonianze orali non consente di risalire alla sua prima realizzazione.
Dal 1874 ad oggi la macchina ha subito modifiche e ristrutturazioni senza che ne venisse alterato l’originario aspetto.
Nel 1920 alcune candele votive, lasciate incautamente accese durante la notte, causarono un incendio che danneggiò gravemente sia la macchina che l’Immagine della Madonna. La nuova effigie della Pietà venne donata dalla Famiglia Altobelli nella persona di donna Clotilde. Un ulteriore restauro risale al 1969 per iniziativa del Presidente Bartolomeo Rossi che, utilizzando parte degli ex voto, commissionò l’opera al maestro decoratore Vincenzo Confidati di Roma che la realizzò con rivestimento di lamine in oro zecchino.
Attualmente la macchina risulta composta da una basamento in legno sul quale è incisa la scritta “MATER PIETATIS ORA PRO NOBIS” in oro zecchino e da una raggiera dorata che fa da sfondo alla cornice dell’immagine della Pietà. L’estremità superiore è decorata con una sontuosa corona in legno che abbraccia l’intera composizione. Due angeli, posti ai lati della sacra effigie, sorreggono due candelabri che avvolgono nel tepore della loro luce il volto della Madonna recante sul capo la corona d’oro tempestata di pietre preziose, apposta dal Cardinale Valeri nel 1955.
La domenica della Festa, che coincide sempre con il giorno dell’Ascensione di N.S., la macchina viene portata in processione per le vie del paese preceduta da due file di Confratelli vestiti di bianco con in mano un cero acceso.
Al momento del trasporto, due aste di legno di castagno vengono inserite in due fori laterali appositamente realizzati nel basamento della macchina; con questo sistema l’Immagine viene trasportata “a spalla” da due coppie di uomini chiamati “portatori”.
Questi ultimi costituiscono un gruppo di sedici persone istituito all’interno della Confraternita con lo specifico compito di provvedere al trasporto della macchina. L’alto valore spirituale di tale incarico è simboleggiato dall’abito bianco che ognuno di loro è tenuto ad indossare con comportamento serio e dignitoso.
Le otto coppie in cui è diviso il gruppo sono sotto la guida del capo-portatore che ne coordina le operazioni disponendo i cambi lungo il tragitto. Compito dello stesso è anche quello di curare i rapporti tra il sodalizio e il Consiglio di Amministrazione.
Al fine di garantire il regolare svolgimento della processione e l’efficienza del trasporto, ogni portatore deve essere in possesso di particolari requisiti, quali: un’età compresa tra i 25 e 50 anni, una perfetta idoneità fisica comprovata da certificazione medica e la capacità di sopportare proporzionalmente l’intero peso della macchina di circa q.li tre.
Dalla fine degli anni ottanta in poi l’accesso alla carica si ha mediante richiesta scritta da presentare al Presidente della Pia Unione entro il 31 dicembre dell’anno che precede il trasporto della macchina. La selezione degli aspiranti portatori avviene a giudizio del Consiglio di Amministrazione che valuta i requisiti di idoneità fisica, l’ordine di presentazione della domanda e il grado di parentela tra i candidati e i confratelli già portatori. In passato la qualifica di portatore sembra si tramandasse di padre in figlio.
Data la particolare natura della sua mansione, la figura del portatore è tenuta in grande considerazione da tutti i membri della Confraternita. I rischi, le responsabilità e la fatica cui questi uomini si sottopongono sono motivo di ammirazione da parte della popolazione bassanese e rappresentano una forma di gratificazione cui molti ancora oggi aspirano.
Fonte: https://www.comune.bassanoromano.vt.it/turismo/Madonna_Della_Piet%C3%A0.html
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