Maria SS. dello Sterpeto

Descrizione

Descrizione
Madonna dello Sterpeto è la denominazione con cui la Vergine Maria viene venerata a Barletta. L’icona bizantineggiante della Vergine di origine medioevale, già molto venerata dal popolo fin dal 1657, anno – secondo la tradizione – del ritrovamento nel casale dello Sterpeto (a 3 km da Barletta), fu proclamata Santa Patrona della città e speciale Protettrice nel 1732.

LA STORIA

Dove ora sorge il maestoso e moderno Santuario diocesano di Maria SS. dello Sterpeto, a circa tre chilometri sulla via che da Barletta porta a Trani, esisteva, sin dal Medioevo, un’antica chiesetta, che, per tradizione, si ritiene facesse parte di un modesto cenobio di monaci Basiliani.
Il più antico documento attestante la presenza in zona “Sterpeto” di una chiesa dedicata alla Madre di Dio è del 1215. In esso il Papa Innocenzo III confermava all’Arcivescovo di Trani la giurisdizione sul villaggio dello Sterpeto.
Un secondo documento risale al 1249: si tratta di una lapide in marmo, attualmente affissa sulla parete sinistra dell’abside del vecchio Santuario. È la testimonianza della presenza allo Sterpeto di una comunità di Benedettini di Monte Sacro sul Gargano.
A questi subentrarono i Cistercensi verso il 1258. Ma in seguito alla loro partenza nel 1374 la chiesa andò lentamente in rovina. Sopravvisse solo una cappella rurale: lo Sterpeto si ridusse ad un’azienda agricola, mentre il borgo veniva raso al suolo dal condottiero Renzo da Ceri, a servizio del Re di Francia, nel 1528.
Nella seconda metà del ‘500 la situazione cominciò a migliorare con la venuta dei Frati Minori Francescani e, dopo questi, dei Benedettini di Montecassino.
Dal 1670 la chiesa di S. Maria dello Sterpeto venne affidata al clero secolare dalla Congregazione dei SS. Apostoli di Roma.
Una volta proclamata la Madonna dello Sterpeto Patrona e speciale Protettrice di Barletta nel 1732, come riconoscimento di aver risparmiata la città dal terribile terremoto di quell’anno, la vecchia chiesa, ridotta ormai a una fatiscente cappella, venne demolita per far posto ad un nuovo edificio, che corrisponde al vecchio Santuario, attualmente in via di accurato restauro.
Nella seconda metà del ‘700, per interessamento di una Deputazione di cittadini barlettani, furono realizzati parecchi lavori, che conferirono al sacro edificio l’aspetto di un vero santuario: due altari laterali dedicati a S. Ruggero e alla S. Croce, compatroni della città; la spalliera in marmo policromo, nella quale dal 1777 troneggia la sacra Icona della Vergine; la cupola elevata in asse con l’altare maggiore; l’arco di trionfo come ingresso al violone che, dalla statale 16, conduce al Santuario: sotto la riproduzione in pittura della immagine della Madonna si legge una vibrante dedica che ha tutto il sapore di un affidamento.
Nel fervore dei festeggiamenti per il secondo centenario (1732-1932) della proclamazione della Madonna dello Sterpeto a Protettrice della città, fu progettato e costruito un monastero accanto al Santuario, per accogliere il ritorno dei Padri Cistercensi. I Padri vennero, ma la loro presenza durò appena quindici anni.
Nel 1951 i Padri Giuseppini di Asti accettarono la direzione del Santuario, avviando nuove realizzazioni strutturali e iniziative pastorali.
Intanto si avvertiva la necessità di un tempio che contenesse il numero sempre crescente dei pellegrini. Nel 1968 si dava inizio alla costruzione del “nuovo Santuario”, che veniva consacrato solennemente il 5 settembre 1977 dall’arcivescovo della Diocesi, Mons. Giuseppe Carata.
L’edificio, pur con la sua capacità di oltre tremila fedeli, non perde una particolare carica di misticismo: l’attenzione è concentrata verso la stele-trono in cui è esposta l’Immagine della Vergine.
Già eretto a parrocchia nel marzo 1969, nel corso degli anni successivi si è arricchito di artistici elementi decorativi. All’esterno: una torre campanaria, alta e svettante, dotata di ben nove campane e di una croce che di notte si illumina, come stella polare indicante la rotta della fede verso cui tendere; un monumento a S. Giuseppe Marello, Fondatore dei Giuseppini e a S. Pio da Pietrelcina; campi sportivi per l’oratorio parrocchiale e sistemazione di un giardino per una sosta riposante dei pellegrini. All’interno: due mosaici sulla parete di fondo, raffiguranti misteri della vita di Maria, e uno nella cappella del Santissimo; stupende vetrate istoriate che rendono l’interno del tempio come un catechismo aperto. Nei locali sotterranei è stato allestito un museo della devozione popolare verso la Vergine, unito alla sala degli ex voto.
Oggi il Santuario dello Sterpeto, con le sue numerose iniziative pastorali, grazie al generoso lavoro dei Padri Giuseppini, è senza dubbio un grande centro di spiritualità e di preghiera, meta di migliaia di fedeli che vi accorrono per la celebrazione dei sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia, per giornate di ritiro e incontri, per ascoltare una parola amica nelle difficoltà della vita, soprattutto per deporre nel cuore della “Mamma bella” i segreti e le lacrime dell’anima e chiedere fiduciosamente grazie e protezione.
Secoli IX-XIII
La tradizione ipotizza, verso la fine del secolo IX, in un luogo pieno di sterpi a circa 3 chilometri ad oriente di Barletta, una presenza cenobitica di monaci Basiliani, probabilmente venuti sulle coste pugliesi al tempo delle persecuzioni iconoclaste in Oriente. Il Cenobio dalla iniziale giurisdizione episcopale di Canosa passa a quella di Trani in seguito alla distruzione di Canosa da parte dei Saraceni guidati da Seudan nell’862. Si presume che siano stati i Basiliani a portare l’Icona della Madonna e poi a nasconderla per paura di funzionari greci iconoclasti oppure di incursioni saracene. Si tramanda poi la notizia di un suo ritrovamento a metà del secolo XVII. Si tratta di una tradizione orale, priva di certezze documentali, per cui è possibile fare solo delle congetture. Più probabilmente l’Icona fu portata da Crociati e lasciata in un convento benedettino allo Sterpeto, vicino all’ormai interrato “porto del Papa”, sulla spiaggia di Levante, punto di partenza e di arrivo di Crociati. L’Icona ha subito, nel corso dei secoli, un “radicale” rimaneggiamento: della pittura originale è rimasto solo un accenno di cornice all’angolo destro superiore.
1215
(16 gennaio)
Primo documento scritto riferito all’esistenza di una chiesa nel villaggio Sterpeto. È una bolla pontificia, conservata nell’Archivio del Capitolo della Cattedrale di Trani, in cui Innocenzo III conferma all’Arcivescovo Bartolomeo di Trani i suoi diritti acquisiti sul villaggio dello Sterpeto.
1249
Una lapide, tuttora esistente nel presbiterio del vecchio Santuario, attesta l’esistenza allo Sterpeto di un monastero di stretta clausura di Benedettini appartenenti al priorato del Monte Sacro, sul Gargano.
1258-1374
Da vari documenti si deduce la presenza nel monastero dello Sterpeto di Benedettini appartenenti al ramo dei Cistercensi di Arabona. Lasciarono il convento forse a causa di saccheggi operati da Ungheresi e Durazzeschi. Si congettura, ma senza il conforto di alcun documento, che andando via abbiano nascosto per una seconda volta l’Icona in una cripta sotterranea.
1374-1550
La chiesetta va in rovina. Sopravvive solo una cappella rurale. Lo Sterpeto si riduce ad un’azienda agricola, condotta da un delegato dei Canonici di S. Maria.
1528
Il villaggio Sterpeto viene distrutto da Renzo da Ceri.
1553-1600
Una nutrita documentazione attesta la presenza alla chiesa dello Sterpeto dei Frati Minori Conventuali. Dall’esame previo ricognitivo durante l’ultimo restauro dell’Icona (1978) risulterebbe la fine del ‘500 il periodo in cui la tavola, portata presumibilmente da Crociati, viene radicalmente rimaneggiata, con l’innesto di un volto bizantino del ‘300 e una nuova impostazione del disegno pittorico.
1626-1670
La chiesa diventa abbaziale ed è governata dai Benedettini dell’Abbazia di Montecassino.
Dopo il 1670 dalla Congregazione dei Ss. Apostoli di Roma viene affidata al clero secolare. L’affidamento durerà fino al ritorno dei Cistercensi nel 1935.
1656
Una terribile peste riduce la popolazione di Barletta. La tradizione, sostenuta da storici locali ma non documentata, parla di un ritrovamento in quel periodo dell’Icona della Madonna da parte di contadini, in una celletta sotto il monastero semidistrutto. Viene costruita una modesta “cappella”.
1732
Dopo la peste… un terremoto provoca danni a diversi edifici della città ma non alle persone. In quella circostanza, per la prima volta, l’Icona della Madonna viene portata processionalmente a Barletta ed esposta in Santa Maria. Le Vergine è proclamata Protettrice della Città (31 maggio). Intanto allo Sterpeto la modesta cappella viene abbattuta e si costruisce una nuova chiesa: l’attuale vecchio santuario. Problematica, ancora una volta per mancanza di documenti, la data precisa di questa costruzione; una problematica complicata anche dalla scoperta, durante l’ultimo suo restauro esterno, di alcune monofore a stile trecentesco…
1751 (31 gennaio)
Vengono consacrati i tre altari della Chiesa.
1757
Si crea una Deputazione di cittadini barlettani devoti per il culto della Madonna dello Sterpeto.
1777
La Deputazione, per ricordare il suo ventennale, promuove la costruzione sull’altare maggiore della spalliera in marmo policromo, nella quale troneggia la Vergine Protettrice della Città.
1837
La chiesa rurale dello Sterpeto viene prolungata con l’aggiunta del così detto “Cappellone”, che fa da abside. In seguito i due altari laterali vengono arricchiti di due tele raffiguranti i Compatroni di Barletta: S. Ruggero (a destra) e la Santa Croce (a sinistra).
1854
Nell’anno della proclamazione dell’Immacolata Concezione, un comitato di fedeli devoti promuove la costruzione dell’arco trionfale che dalla strada provinciale apre il vialone alberato che conduce al Santuario. Segue un progressivo impoverimento e quasi abbandono del Santuario.
1929
Prima edizione della monografia “La stella di Terra Baruli”, con cui il Canonico D. Ruggero Di Cuonzo rilancia la devozione mariana. Il volumetto avrà altre tre edizioni 1932,1956,1962.
1930
(18 marzo)
Il Prof. Corrado Mezzana, membro della Pontificia Commissione di arte sacra, fa una ricognizione dell’Icona, rilevandone lo stato di degrado e suggerendo un inderogabile e accurato restauro. Non se ne fa niente.
1932
Il Comitato delle feste religiose organizza le solenni celebrazioni del Secondo Centenario della proclamazione della Beata Vergine dello Sterpeto Patrona di Barletta.
1933 (30 aprile)
Posa della prima pietra di un convento accanto alla chiesa, in attesa dell’arrivo dei Monaci Cistercensi.
1935 (28 maggio)
A distanza di oltre cinque secoli tornano i Benedettini Cistercensi di Casamari a reggere il Santuario.
1948
Dopo la Peregrinatio Mariae, il Prof. Amerigo Barracchia esegue sull’Icona l’atteso restauro. In realtà si tratta di un secondo restauro. Il primo deve essere avvenuto in un tempo non precisato, forse tra il settecento e l’ottocento. Il restauro non riscuote l’universale consenso e non risolve tutti i problemi ricognitivi e ricostruttivi della “Tavola”, che risulta composta da cinque pezzi.
1950 (6 febbraio)
Per incomprensioni col clero locale i Cistercensi lasciano il Santuario e tornano alla loro casa madre.
1951 (8 aprile)
Arrivo dei Padri Giuseppini di Asti. Si avviano nuove realizzazioni strutturali e iniziative pastorali.
1952 (4 dicembre)
Viene pubblicato il primo numero del Bollettino mensile del Santuario.
1961 (28 maggio)
Il Cardinale Alfredo Ottaviani incorona la Sacra Icona, in occasione del primo Centenario dell’Arcidiocesi di Barletta.
1968-1977
Costruzione del nuovo e moderno Santuario, che diviene parrocchia nel marzo 1969 e negli anni successivi si arricchisce di artistici elementi decorativi.
1978
Terzo restauro dell’Icona, condotto con metodi strettamente scientifici dal Dott. M. Giove e dalla Dott.ssa C. Del Core-Carminati della Soprintendenza ai Beni Culturali della Provincia di Bari. Il restauro permette di far luce sui precedenti interventi e, forse, anche sull’originale provenienza del sacro dipinto che viene riportato alla sua rappresentazione iniziale.
1998 (8 maggio)
Maria SS. dello Sterpeto – un nome, un messaggio
1999
Restauro esterno del vecchio Santuario.
2000 (4 giugno)
Alle ore 20,00 Celebrazione dell’Eucaristia presieduta da Mons. Pichierri, benedizione delle nuove corone offerte dal C.F.P., presidente il Sig. A. Stagnì.
2001 (12 settembre)
SS. Nome di Maria – Benedizione del grande mosaico del frontone del Santuario

Don Giacinto Aucello Fonte: http://www.santuariodellosterpeto.it/index.html

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