Maria SS. di Romania (Concattedrale)

Descrizione

Descrizione

All’interno della cattedrale normanna di Tropea (XII sec.) è conservato un quadro antichissimo, giunto nella cittadina in epoca remota. L’effige rappresenta la patrona della città: la Madonna di Romania (da Romània nome con cui si identificavano le terre conquistate dai Romani, in particolare la parte orientale dell’impero) oggetto di grande venerazione da parte della popolazione.

L’icona della SS. Patrona della città, la Vergine di Romania, è opera di un allievo di Giotto databile attorno al 1230 e di provenienza orientale. Particolare attenzione merita il maestoso Crocifisso Nero, proveniente probabilmente dalla Francia e databile non prima del 1600.

Secondo la tradizione, il quadro sarebbe giunto via mare a bordo di una nave che, impossibilitata a ripartire, avrebbe consegnato l’icona al vescovo locale. Con tutta probabilità, però, l’arrivo del dipinto sarebbe da attribuire all’iconoclastia, movimento sorto nell’oriente romano nell’VIII sec. d.C. per combattere l’idolatria delle immagini sacre.

Numerosi sono i miracoli attribuiti alla Madonna nel corso dei secoli: si annoverano protezioni da pestilenze, terremoti, carestie e altre calamità, ma l’episodio più famoso riporta ancora oggi testimonianze tangibili.

Siamo nel luglio del 1943, nel cuore della Seconda Guerra Mondiale, a un passo dalla capitolazione del regime fascista. Le truppe alleate sono sbarcate da pochi giorni in Sicilia e anche le coste calabresi sono teatro di battaglia, uno scontro cruento che non risparmia nessuno: i bombardamenti si susseguono per mettere in fuga i tedeschi e le abitazioni civili si rivelano fragili e insicure sotto la pioggia di bombe lanciate senza sosta.

Intorno alle 16 del 24 luglio un gruppo di bambini gioca spensierato in un piccolo giardino nel cuore del paese, mentre una formazione aerea sorvola la città ad alta quota. Repentino, un velivolo si stacca dal gruppo per abbassarsi e fare strage di innocenti. Sgancia sei bombe proprio sui bambini, i quali assistono allo spettacolo pietrificati dal sibilo degli ordigni che toccano terra proprio in quel giardino. Le bombe però non scoppiano. Restano infilzate nella terra arsa dalla calura estiva. Si grida subito al miracolo, viene chiamato a raccolta il clero, il vescovo, tutta la popolazione invocante il nome della Madonna di Romania. Analizzati, gli ordigni evidenziano il perfetto funzionamento, accrescendo così l’aura di devozione per la misteriosa effige.

Oggi, due delle sei bombe inesplose sono conservate all’interno del duomo di Tropea, ai lati dell’ingresso della navata centrale, a testimonianza dello straordinario potere spirituale dell’antica patrona e di quel giorno in cui storia e fede si unirono indissolubilmente.

La chiesa di S. Maria di Romania è stata elevata a Santuario Mariano Diocesano da Mons. Domenico Cortese il 31 maggio 2002.

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