Nostra Signora del Castello  

Descrizione

Descrizione
Il complesso della Madonna del Castello presenta: la cripta del VII-VIII secolo, la pieve di San Salvatore del X secolo e il santuario del XVI secolo.
Il santuario della Madonna del Castello si trova nell’omonima località del comune di Almenno San Salvatore, in provincia di Bergamo.
Si tratta di un edificio ecclesiale cinquecentesco molto particolare in quanto costituisce un insieme con la pieve di Lemine a cui è addossato e che ha inglobato, e si compone di due chiese ben distinte ma contigue.
La presenza di una località denominata Madonna del Castello è documentata dal VII e VIII secolo, confermato dai reperti archeologici ritrovati. Vi era già un piccolo oratorio identificato in quella che è a cripta. Questa è stata edificata su di un gradino di roccia in prossimità dei resti del “sacrum palatinum”, è probabile che fosse un cappella privata del castello, probabilmente edificata dai Longobardi che ad Almenno avevano insediato la loro corte regia. Il territorio passò alle mani dei conti di Lecco i quali intrapresero un lavoro di fortificazione del palazzo che interessò anche l’edificio di culto. Le prime importanti modifiche risalgono al XII secolo con la modifica dei piastri che furono incorporati in altri più imponenti e con l’ampliamento della navata centrale con la posa dell’ambone in pietra arenaria.
Nel XIV e XV secolo Lemine, l’antico comprensorio territoriale già corte longobarda, aveva raggiunto un’identità topografico-politica definita. Il suo centro amministrativo faceva capo a quell’agglomerato urbano, le cui radici risalivano alla presenza romana nei pressi del ponte di Lemine, che grosso modo corrisponde ad Almenno San Salvatore.
Alla fine del XIV secolo, il 26 gennaio 1393, la comunità, nel cui interno si erano formate le due fazioni contrapposte e reciprocamente ostili dei Guelfi e dei Ghibellini, si suddivise formalmente nei due comuni di Almenno Superiore e Almenno Inferiore, rispettivamente guelfo il primo e ghibellino il secondo.
Questi secoli furono un periodo di lotte fratricide violente e sanguinose tra le due comunità, lotte che si aggravarono con l’avvento nella bergamasca della signoria viscontea, di cui erano tradizionali alleati i ghibellini di Almenno Inferiore.
La guerra quattrocentesca che oppose Venezia ai Visconti vide impegnate su opposti fronti le due comunità leminesi ormai separate dagli odi personali che si erano accumulati e dai lutti e distruzioni che si erano reciprocamente inferti.
La vittoria di Venezia e dei suoi alleati di Almenno Superiore portò, nel 1443, alla distruzione di Almenno Inferiore e alla dispersione dei suoi abitanti: uno dei pochi edifici sopravvissuti fu la pieve.

Il miracolo

Dopo la distruzione di Lemine Inferiore la pieve cadde in uno stato di abbandono materiale e religioso assoluto, destinata probabilmente a scomparire se non fosse intervenuto alla fine del XIV secolo un intervento straordinario.
Un assestamento dell’edificio aveva fatto spostare un muro di rinforzo che copriva l’affresco di una Madonna col Bambino di cui si era persa la memoria. La riapparizione dell’affresco fu ritenuto un evento miracoloso, un segno divino diretto alla riappacificazione della comunità, che gli attribuì effetti miracolosi. La profonda fede della gente, provata da faide fratricide, produsse una notevole messe di offerte e donazioni non solo da parte dei fedeli locali ma anche di quelli delle zone limitrofe.
Si determinò così la volontà di costruire una nuova chiesa per onorare il miracolo della riapparizione della Madonna col Bambino, non più del suo affresco, nello stesso posto in cui l’evento si era verificato, addossandola cioè alla vecchia pieve che veniva a fare parte del nuovo edificio e recuperava così l’importanza religiosa perduta.

da Wikipedia 

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