Nostra Signora Madonna delle Grazie

Descrizione

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NOTIZIE STORICHE

Secondo la tradizione popolare, nel XIII secolo, la Madonna apparve su questo promontorio ad una pastorella sordomuta che, acquistata la parola, riferì al padre il desiderio della Vergine che in quel luogo fosse costruita una cappella in suo onore.

Il piccolo santuario, edificato accanto ad una preesistente torre con cisterna probabilmente utilizzata per l’avvistamento delle incursioni saracene, diventò ben presto il centro di riferimento per tutti i fedeli delle vallate circostanti. Successivamente, l’aumento della popolazione e la crescente devozione mariana portarono alla costruzione di una nuova e più ampia chiesa in stile tardo romanico che si affiancò alla preesistente cappella in modo armonioso ed elegante.

L’ edificio, costruito nella prima metà del XV° secolo come indicato da un’iscrizione sopra il portale principale, si arricchì nel 1478 di un’ importante opera: il polittico del pittore milanese Carlo Braccesco, per secoli utilizzato come pala d‘ altare ed ora conservato nella chiesa parrocchiale. Gli affreschi della navata sinistra , dell’abside sinistra e di quella centrale, raffiguranti rispettivamente “ La vita dell’oltretomba” , “Scene della vita di san Giovanni Battista” ed il “Peccato Originale” ( di quest’ ultimo visibile solo un frammento ), sono opera dei fratelli Matteo e Tommaso Biazaci da Busca e furono ultimati il 30 maggio del 1483 . L’abside centrale fu poi ridipinta nei primi anni del 1600 con il ciclo delle “Storie della Vergine” eseguito probabilmente dalla bottega dei pittori Bartolomeo Niggi e Giovanni Battista Casanova di Porto Maurizio attivi in zona in quel periodo. Gli affreschi dell’ abside destra, dedicati a San Giacomo Maggiore, e quelli della semicolonna destra, raffiguranti due ex voto marinari ed il Beato Bernardino da Feltre istitutore dei monti di pietà (1439 – 1494) , furono eseguiti nel 1498 dal pittore Gabriele della Cella di Finale Ligure. Sulla parete destra infine, tra 1524 e il 1530, il pittore Pietro Guido da Ranzo (1499-1542) dipinse le “Storie della Passione“ sovrapponendole a precedenti affreschi di analogo soggetto dei fratelli Biazaci ; i motivi di questo intervento si spiegherebbero con il probabile distacco delle precedenti pitture a causa dell’assestamento della parete. Dopo il Concilio di Trento (1545-1563) la chiesa venne adeguata alle disposizioni della controriforma ; furono realizzati cinque nuovi altari : l’altare maggiore, due nelle absidi laterali e due a metà delle navate; addossato alla terza colonna di sinistra ( quella centrale) fu innalzato un pulpito e tutti i dipinti furono ricoperti con intonaco. In controfacciata , nel ‘700, venne infine costruita una cantoria con organo di scuola ligure. Tracce degli affreschi di cui si era persa memoria furono probabilmente rinvenute in occasione dei lavori di consolidamento dell’edificio successivi al terremoto del 23/2/1887( mercoledì delle ceneri) mentre nel 1926, in occasione del rifacimento del tetto ed ampliamento della sacrestia, vennero riportati alla luce i dipinti delle absidi laterali. Nel 1939 venne infine disposta la demolizione di tutte le strutture costruite dopo il Concilio di Trento e nell’estate di quell’ anno furono demoliti organo, pulpito ed altari laterali; solo l’altare maggiore fu risparmiato “perché di marmo“. Quell’ altare barocco sopravvive ancor oggi armoniosamente integrato nella realtà romanica. Il recupero degli affreschi fu completato dal prof. Tullio Brizi (restauratore toscano) nei primi anni cinquanta.

Ricordiamo infine che sul piazzale antistante il santuario fu edificata nel 1633 una cappella, nei documenti dell’ epoca denominata Madonna dell’Acqua, di cui rimane oggi visibile solo una parete.

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