S. Camillo de Lellis

Descrizione

Descrizione

Il Santuario dedicato a San Camillo de Lellis si trova sull’omonima piazza, all’incrocio tra le vie Lepetit e Boscovich. Conosciuto anche come Santuario della Madonna della salute, è un punto di riferimento non soltanto per chi si reca e per chi lavora alla Casa di cura, ma anche per tutti gli abitanti della zona, dove spicca per il suo stile gotico e neogotico milanese.

LA STORIA

La prima pietra del santuario viene posta e benedetta dal cardinale Carlo Andrea Ferrari il 1° gennaio 1900 ma la costruzione comincia soltanto otto anni dopo, su disegno dell’architetto monsignor Spirito Maria Chiappetta. L’inaugurazione solenne avviene nel 1912, il 15 luglio ovvero il giorno della festa di San Camillo de Lellis. Dal 16 marzo 1913 il santuario viene aperto tutti i giorni ai fedeli ed è consacrato il 30 ottobre 1937 dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano.

La nascita e lo sviluppo del Santuario hanno radici molto lontane nel tempo e vanno collegati con le finalità che hanno animato il ritorno nel 1896 a Milano della prima comunità camilliana composta da un sacerdote e da sette fratelli.

I primi camilliani erano giunti in città già nel 1594, accompagnando il fondatore Camillo de Lellis che si era spinto in Lombardia per seguire il grande esempio di carità cristiana impersonificato da San Carlo Borromeo (l’apostolo nella peste che colpì la città nel biennio 1576-77) e per aprire la terza Casa dell’ordine da lui fondato presso l’ospedale della Ca’ Granda. I camilliani diventarono da subito un punto di riferimento importante per il sostegno degli ammalati, come si vede soprattutto in un altro episodio legato alla peste, quella del 1630 resa celebre da Alessandro Manzoni ne I promessi sposi. Per rispondere anche alle esigenze spirituali dei fedeli edificano nel 1708 la chiesa di Santa Maria della Sanità, in quella che oggi è via Durini. Ma i camilliani, come altri ordini religiosi, sono vittima degli espropri effettuati durante il periodo post-rivoluzione francese e sono costretti a lasciare Milano nel 1799 per quasi un secolo.

Il loro ritorno è datato quindi primo marzo 1896, su chiamata del cardinale Andrea Carlo Ferrari, arcivescovo di Milano. La comunità non ha inizialmente una sede fissa, fino a quando questa viene individuata in via Boscovich, all’epoca alla periferia della città. L’insediamento prevede la costruzione della casa per la comunità, di un ambulatorio per l’assistenza sanitaria e di una chiesa pubblica, tra la stessa via Boscovich e via Lepetit. Tre strutture che rispondono a tre esigenze: il servizio a domicilio di malati e indigenti, la loro accoglienza nell’ambulatorio aperto nel 1928 e poi diventato nel 1946 l’attuale Casa di cura e il ministero pastorale nella zona in cui i camilliani operano. Il santuario viene dedicato alla Madonna della salute e a san Camillo de Lellis, patrono dei malati. Un’intitolazione che indica in maniera visibile il collegamento dell’edificio sacro a all’opera di misericordia nel “visitare gli infermi” anche con il sostegno spirituale. In breve tempo diventa un punto di riferimento per gli abitanti della zona, centro motore di molte iniziative nel quartiere anche oggi.

LA CHIESA

L’edificio si affaccia su piazza San Camillo de Lellis, tra le vie Boscovich e Lepetit. Monsignor Chiappetta lo disegna in stile neogotico, con un interno a tre navate. Il santuario impone la sua presenza grazie a una facciata alta 28 metri e 44 centimetri, a mattoni scoperti nella parte inferiore e intonacata in quella superiore.
È caratterizzata da una guglia-campanile in ammattonato, con contrafforti e nicchie di marmo bianco. Spiccano il pronao e i finestroni a trifora, la decorazione è completata da quattro guglie e sei statue raffiguranti san Camillo de Lellis, san Francesco d’Assisi, san Giovanni di Dio, san Vincenzo de’ Paoli, san Carlo Borromeo e san Pio X. Nel pronao all’entrata la statue rappresentano la Madonna di Fatima, san Giuseppe, san Pietro e san Paolo.

All’interno il santuario si sviluppa su tre navate, per una lunghezza di 38 metri, una larghezza di 25 e un’altezza di 18. Lo spazio è caratterizzato dalla presenza di tribune, sorrette da dodici colonne in marmo rosa del Garda ed è dominato dall’altare maggiore realizzato nel 1937.
Le cappelline sono dedicate a san Giuseppe e a sant’Antonio da Padova, mentre gli altari sono intitolati al Sacro cuore di Gesù, a san Camillo de Lellis, alla Madonna del Carmine e a san Giuda Taddeo apostolo. Attraverso a una scalinata di marmo si scende al sacello della Madonna della Salute, la cui statua è sormontata da una corona in oro massiccio con brillanti e pietre preziose: venne offerta in segno di ringraziamento per la protezione della Vergine durante la Seconda guerra mondiale.

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