S. Carlo Borromeo

Descrizione

Descrizione

San Carlo Borromeo

Carlo Borromeo nacque il 2 ottobre 1538 ad Arona, nella Rocca che sorgeva sopra la città e di cui oggi, dopo l’abbattimento decretato da Napoleone agli inizi dell’Ottocento, rimangono solo gli antichi resti.
La tradizione vuole che la sua nascita fu preceduta da una prodigiosa luce notturna che invase, fino al tramonto, la cosiddetta camera dei tre laghi.
Figlio di Giberto II e di Margherita Medici di Marignano, signori di Arona e di molte terre rivierasche, all’età di sette anni Carlo fu avviato alla carriera ecclesiastica e a soli dodici anni fu nominato abate commendatario dell’antica abbazia benedettina un tempo annessa all’attuale Chiesa dei Santi Martiri. Compì in seguito gli studi di Diritto Canonico all’Università di Pavia, dove si laureò nel dicembre del 1559.
Dopo la laurea Carlo seguì lo zio Giovanni Angelo Medici di Marignano, eletto papa col nome di Pio IV, a Roma. Qui fu nominato Segretario di Stato Vaticano e Cardinale.
Risale al 12 maggio 1564 la nomina ad Arcivescovo di Milano, città in cui si trasferì stabilmente, adoperandosi per ristabilire la disciplina nel clero e preoccupandosi della condizione dei fedeli per i quali edificò ospedali e ospizi. Fu vicino al suo popolo in occasione della durissima carestia degli anni ’69 e ’70 e ancora negli anni della terribile peste di san Carlo. Non lascerà mai la sede milanese, se non durante le numerose visite pastorali. La sua costante attività gli procurò ammirazione tra i fedeli ma anche molti nemici in seno agli ordini religiosi che fino ad allora avevano goduto una certa libertà. L’ordine degli Umiliati, toccato da drastiche riforme, nutrì forti risentimenti nei confronti dell’arcivescovo, tali da scaturire nel ben noto attentato cui miracolosamente il santo scampò.
Il 1584 fu per Carlo un anno particolarmente intenso di lavoro, reso più pesante dalla sua salute cagionevole, dalle penitenze e dai digiuni. L’ultima sua fatica fu il viaggio ad Ascona, al termine del quale si sarebbe spento non appena giunto a Milano, la sera del 3 Novembre. Il giorno della sua ricorrenza è il 4 Novembre, perché una morte avvenuta dopo il tramonto era un tempo considerata come avvenuta già nel giorno seguente.
Il 1° Novembre 1610, Papa Paolo V alla presenza del cugino di Carlo, il Cardinal Federico Borromeo, lo dichiarò Santo.

La Chiesa

La chiesa di San Carlo ad Arona fu progettata dall’architetto Francesco Maria Richini e realizzata a partire dal 1614.
L’edificio è composto da un’aula di vaste proporzioni con impianto barocco su base quadrata. Al centro del pavimento in marmo bianco e nero è ricordato il motto dei Borromeo Humilitas.
La cupola di stile barocchetto fu affrescata nella prima metà del Settecento col bel dipinto incorniciato a stucco che presenta san Carlo al cospetto dei santi Ambrogio e Simpliciano, suoi predecessori.
Ai lati dell’altare Maggiore due porte immettono nel tornacoro che circonda la cappella dedicata alla nascita di san Carlo. Si tratta di una ricostruzione della “Camera dei tre laghi, dove furono riutilizzati “lateres et caementa ejusdem (cubiculi natalitii) ovvero parti della stanza della Rocca di Arona in cui nel 1538 nacque il santo: Sul riflesso quindi, che la venerabile camera, la quale tra lo stupore delle superne meraviglie accolti avea i primi vagimenti di Carlo, essendo nella rocca rinchiusa, non poteva apprestare facile laccesso ai concorrenti divoti, ordinò lindustre suo zelo che, tradotti alla Chiesa sul Monte i fortunati di lei materiali, se ne formasse un Cappella dogni altra più venerabile in seguito a quella dellAltar Maggiore, dove la pietà dei popoli potesse più liberamente deporre i fervorosi suoi voti.
All’interno della cappella, due armadi incassati a muro con ante lignee scolpite, custodiscono alcune reliquie del santo.
Il tornacoro ospita una portantina utilizzata da san Carlo e un modello del Duomo di Milano in legno traforato, eseguito dai chierici del seminario locale in occasione del terzo centenario della morte del santo.

La statua

La Statua di San Carlo sorge su un colle a circa 310 metri di altitudine, sulla strada che collega Arona con Dagnente. Con i suoi 35 metri circa di altezza la si può scorgere pure del lago, mentre fa capolino tra gli alberi secolari che la circondano.
Il Sancarlone, così chiamato con affetto dagli aronesi, è una statua cava all’interno sorretta da un’anima in pietra, mattoni e ferro, mentre all’esterno è costituita di lastre di rame battute a martello sulla struttura di supporto e riunite insieme per mezzo di chiodi e tiranti. Il braccio benedicente è costituito da una complessa struttura metallica, concepita per resistere ai forti venti della zona.
L’opera colossale fu realizzata su progetto di Giovan Battista Crespi detto il Cerano. Gli scultori Siro Zanella e Bernardo Falconi, esecutori materiali delle parti in rame da assemblare, modificarono leggermente il disegno del Cerano, aumentando le proporzioni della statua. L’opera fu conclusa nel 1698.
San Carlo è rappresentato in piedi, in abito talare, con rocchetto e mozzetta nell’atto di benedire la città con la mano destra, mentre con il braccio sinistro stringe al corpo un volume.
Nella parte posteriore del piedistallo, due scale a chiocciola in ferro consentono di raggiungere la balconata. Qui, tra le pieghe dell’abito del santo, si apre una porta attraverso cui il visitatore può salire fino alla sommità, per mezzo di una scala a chiocciola e ripide scale verticali.
Una volta giunti in cima è possibile osservare il panorama circostante attraverso i fori circolari corrispondenti agli occhi, alle narici ed alle orecchie del santo, oppure attraverso le aperture sulla schiena.
Non tutti sanno che Frédéric-Auguste Bartholdi, che progettò la Statua della Libertà, soggiornò nella città di Arona per studiare la struttura del colosso. Ai piedi della statua di New York una targa ricorda che è stata costruita su modello del Colosso di Arona, al quale tolse il primato di statua più alta al mondo.

foto e fonte dal sito internet:  https://www.statuasancarlo.it/

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