S. Casa di Loreto

Descrizione

Descrizione

Arrivando da Sondrio (ovvero da Milano via Lecco e risalendo la Valtellina), lungo la strada panoramica che sale a mezza costa sul versante retico, ma anche attraverso la strada statale sul fondovalle, eccolo comparire, maestoso e imponente per grandezza e composizione, il santuario della santa Casa di Loreto a Tresivio (So), costruito grazie devozione popolare in vari tempi, con impulso decisivo durante il secolo XVIII.

Il santuario precisamente si posiziona fra i vigneti del colle di Tronchedo (a pochi kilometri da Sondrio in direzione est) ed è da sempre meta di devozione e pellegrinaggio da tutta la valle e non solo.

La facciata è decisamente maestosa, in stile barocco d’oltralpe, con i due lati volti a est e a ovest (elemento eccezionale per quanto riguarda gli edifici sacri in Valtellina), adornata da  due ordini sovrapposti di cornicioni orizzontali con effetto chiaroscuro. Delle cinque zone in cui è divisa la facciata, quella centrale, più ampia, presenta il portale in pietra verde di Tresivio che si stacca dal muro di facciata (quindi anche cromaticamente); verticalmente si hanno lesene secondo due ordini sovrapposti fino al cornicione più alto, sormontato da un arco con elementi decorativi di gusto veneziano. Per il resto le campiture laterali della facciata sono simmetriche e presentano nicchie incorniciate da motivi dipinti.

All’interno ecco la navata (capienza circa un migliaio di persone), con altari laterali sormontati da matronei, transetto e il coro con un elegante Crocifisso scolpito in legno. Risalta un’architettura barocca ma essenziale grazie alla presenza minimale di affreschi, decorazioni murali del mastro Giacomo Adamo di Lugano (1724 – volta e cornicione) e dello stuccatore Casella (1724 – fregio e dei capitelli). L’interno dà un senso di vastità e verticalità di eco gotica. All’incrocio del transetto ecco la Santa Casa di Nazareth, proprio dove troviamo la statua della Beata Vergine, dal volto, come quello della Madonna di Loreto, nero e magnifico (nigra sed formosa).

La cappella è decorata all’esterno con fini stucchi e all’interno con una “pergula” dorata  a struttura in legno e ferro battuto. Abbiamo poi la nicchia con un’ancona seicentesca, la quale attraverso il vetro lascia scorgere la Madonna nera. Il paliotto dell’altare, in legno sbalzato e colorato, ritrae san Luigi Maria Grignion de Monfort in un atteggiamento di devozione alla Vergine nella bottega di Giuseppe che tiene per mano l’adolescente Gesù.

Nel patrimonio del santuario ci sono anche quattro reliquiari e un tavolo in noce del XVII secolo, una croce d’altare in argento massiccio, dono di benefattori romani (1709) e numerosi paramenti. L’organo attuale della ditta Locatelli di Bergamo ha sostituito nel 1876 lo strumento seicentesco di Carlo Prata di Gera Lario ed è stato completamente restaurato nel 2000 da Antonello Puglia di Tresivio.

A livello delle fondamenta, a mo’ di cripta dunque, permangono visibili i resti della chiesetta originaria di Santa Maria di Tronchedo. Si tratta di un ampio vano coperto con volte regolari sostenute da sei colonne di granito, mentre sopra il solo altare è previsto debba tornare la tela, opera di Pietro Ligari, che ritrae la morte di Sant’Andrea Avellino (in esposizione temporanea al Museo civico di Sondrio).

Non sono molti gli arredi originali ancora presenti invece: alcuni sono stati rubati, fra cui le statue dei Discepoli originariamente inserite nelle dodici nicchie all’esterno della Santa Casa di Nazareth. Abbiamo tuttavia la tela raffigurante lo Sposalizio della Vergine, dipinta nel 1782 dal milanese Michele Annoni (allora residente a Tresivio).

Da notare come alla Madonna nera di Tresivio siano state dedicate molte tabelle e quadri votivi, ancora visibili, in segno della devota riconoscenza dei fedeli per le grazie ricevute.

Storia

Ex voto seguito alla peste che flagellò la Valtellina nel 1630, fu costruito fra il 1646 e il 1790 in posizione sopraelevata, così che fosse ben visibile da tutto il territorio circostante. A fronte di una struttura originaria ad aula con volta a botte, furono in seguito aggiunti volumi in diverso stile. Risale al 1701 il tempietto posto all’interno, al di sotto della cupola, che rappresenta la Santa Casa, in esplicito richiamo con esplicito riferimento al santuario di Loreto.  La collocazione del santuario ha dato non pochi problemi strutturali, che hanno necessitato diversi interventi di consolidamento (l’ultimo completato nel 2011).

Da documenti storici e dai resti citati il Santuario è stato costruito sopra l’antica chiesa di Santa Maria di Tronchedo, (prime notizie del 1016, poi indicata come “baxilica” ovvero cappella nel 1094). Con tutta probabilità dalla prima metà del XII secolo presso la piccola chiesa ospitò una modesta comunità monastica benedettina (una cerula, secondo quanto riportato in un atto del 1185). Verso metà Duecento monaci benedettini emigrarono altrove, ma la chiesa di Santa Maria rimase, tanto che nel 1440 il nobile Giovanni Beccaria vi fondò un beneficium con riserva del diritto di patronato.

E’ invece poi alla famiglia Guicciardi che spetta per tre secoli il diritto di patronato sulla Santa Casa di Loreto (secondo la disposizione testamentaria di Antonio Guicciardi, 16 maggio 1656).

Il nipote Giacinto Guicciardi, nel rispetto delle ultime volontà dello zio, fondò allora il benefìcio della Santa Casa nominando primo cappellano il chierico Francesco Medici di Valcamonica.

Fu poi devozione mariana, sempre viva tra gli abitanti dell’abitato di Tresivio (testimoniata anche dall’antica confraternita Schola Sanctae Mariae) a far costruire intorno e sopra la chiesa primigenia il santuario della santa Casa.

E’ il 30 novembre 1646 quando l’arciprete Lambertenghi benediceva la prima pietra, poi proseguita a rilento fino al 1682 (per mancanza di fondi), fino a che il vescovo Carlo Ciceri, accogliendo la supplica presentata dall’arciprete e dai sindaci della chiesa, autorizzò la raccolta di questue in tutta la Valtellina.

Venne eretto così così il primo e centrale nucleo del santuario, individuabile nei possenti volumi della navata. “Ex portis filiae Sion” (“Dalle porte della figlia di Sion) è inciso sul bellissimo portale in pietra verde di Tresivio, scolpito da Giovan Maria Tamagnino di Bormio con l’aiuto di Giuseppe Culturi (1714), mentre i battenti coperti in rame sbalzato sono di Giacomo Bichler (1757).

L’edificio originario, forse a pianta quadrata coperto da una volta a botte, fu completato con la cupola, i transetti, il tiburio, il campanile e il piccolo edificio interno, riproducente la santa Casa di Loreto nelle Marche (da dove narra la leggenda che gli angeli abbiano portato un mattone). La prima pietra fu benedetta nel 1701 dall’arciprete di Tresivio Ignazio Lazzaroni.

La chiesa, per decreto ministeriale del 1913, è stata inserita fra gli edifici monumentali d’Italia e nel 1931 è stata elevata a dignità di santuario dal vescovo di Como mons. Alessandro Macchi. Dal 1936 al 1949 il santuario fu affidato ai Padri Montorfani e successivamente ritornò alla parrocchia di Tresivio.

La Comunità montana Valtellina di Sondrio nel 1986-88, con incarico affidato al Politecnico di Milano, ha finanziato un progetto di indagini e di restauro statico del santuario, la cui situazione strutturale già precaria è peggiorata con le calamità del 1987.

Solamente dal 1995, dopo i lavori di consolidamento alla cupola e alle fondazioni intrapresi direttamente dalla Soprintendenza ai beni ambientali e architettonici, sono state rimosse tutte le transenne e la vita all’interno del santuario è ritornata gradualmente alla normalità.

Infine dal 1996, con i fondi della Legge Valtellina, i contributi della Conferenza Episcopale Italiana, del vescovo di Como, mons. Alessandro Maggiolini, del tresiviese mons. Mario Bonomi e con le sottoscrizioni della gente, è stato possibile intervenire in maniera definitiva sul santuario: l’allora parroco don Ferrario ha costituito un Comitato incaricato di occuparsi del restauro.

Nello stesso anno, 350° dalla costruzione, sono ricominciati i pellegrinaggi di parrocchie della valle, tra cui quella di Sondrio con oltre 600 pellegrini e, in occasione delle feste settembrine della Madonna presiedute da mons. Eliseo Ruffini, si sono celebrate feste solenni. Il 30 novembre seguente, in occasione della visita a Como (4-5 maggio 1996) del papa Giovanni Paolo II, anche la santa Casa di Tresivio ha riaperto i battenti per permettere ai fedeli di seguire su un grande schermo, in diretta televisiva, il santo Padre e recitare con lui il rosario.

I più importanti interventi, ultimati nel 2001, progettati dall’arch. Gian Andrea Maspes e dall’ing. Lorenzo Jurina del Politecnico di Milano, hanno riguardato il consolidamento della muratura e delle arcate che sostengono il sagrato, delle strutture murarie su cui grava la cupola, dell’arco trionfale, del tetto e del campanile, la sistemazione del sagrato (con aiuole, intercapedini e impianto di illuminazione esterna), il restauro dei pinnacoli, la ripulitura degli stucchi della cupola e dei cornicioni, il rifacimento delle finestre, il restauro completo dell’organo, l’impianto elettrico e di amplificazione sonora. In alcuni di questi lavori (sistemazione dell’impianto elettrico della cripta, rifiniture esterne, ecc.) va segnalata la prestazione dei volontari: dai gruppi Alpini alla Protezione civile di Tresivio.

Nel 2001 la santa Casa torna agibile e riprendono anche le manifestazioni socio-culturali che hanno caratterizzato la vita di questo santuario (concerti d’organo, rassegna delle corali della zona, concerti di bande e orchestre, pesca di beneficenza, mostre ecc.).

Informazioni:

Volontari assicurano l’apertura estiva del santuario al sabato e alla domenica dalle ore 15 alle 18.

Numero Parrocchia: 0342 430118

Claudio 340 4740388;  Don Augusto 339 3089540

 

Orario di visita del Santuario:

Da giugno a settembre aperto il sabato e la domenica dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 18

Negli altri giorni dell’anno apertura a richiesta telefonando almeno 2 ore prima ai numeri sopra indicati

Orario S. Messe da maggio ad ottobre (giorni prefestivi) ore 18,00.

 

Contatti

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