Descrizione
Una chiesa molto antica, ad Aidone, è quella dedicata a Santa Maria la Cava in quanto fu fondata nel 1134 d. c. per conto della Principessa Adelasia, nipote del Gran Conte Ruggero I.
Rimasta vedova nel 1132 d. c. fece costruire una Chiesa con un’annessa torre com’era d’uso in quell’epoca e dedicata a Santa Maria. I Normanni erano legati spiritualmente per le proprie vittorie che celebravano la festa nel mese di Agosto, durante le pause delle guerre.
In seguito la chiesa fu donata ai Benedettini che fecero costruire un Convento, e dotarono la chiesa di quattro vaste tenute nelle contrade Ginestrella, Commenda, Pranietto e Portella.
Al suo interno la chiesa presenta diverse Cappelle dedicate ai santi in quanto i nobili erano molto devoti, lo stile della chiesa è molto eclettico ma classico opera dell’architetto-scultore Filippo Dell’Ospedalis invece l’attuale Abside della nostra Chiesa e la base della torre con una volta a crociera in stile arabo-normanno, riprende in qualche modo il motivo dell’arte romanica.
All’esterno la struttura presenta un prospetto inferiore che segue lo stile classico del tempio greco in quanto i sei falsi pilastri sono suddivisi in quattro centrali e due laterali, realizzati in pietra arenaria locale sono sormontati da una architrave a due fasce; invece la parte superiore è stata divisa da cornici a diversi livelli con dei gocciolatoi tutti in pietra arenaria.
Infine l’artista collocò delle finestre sopra le due false porte per renderle esteticamente affini allo stile barocco siciliano.
La chiesa di Santa Maria la Cava è stata eretta a Santuario (dedicato a San Filippo apostolo) da tempo immemorabile.
Il CULTO E LA STATUA DI S. FILIPPO APOSTOLO
Non abbiamo certezze sulla nascita del culto di San Filippo Apostolo in Aidone, il primo documento scritto risale al 1631, esattamente il 10 maggio, quando a Regalbuto, in occasione della visita del Vicario Capitolare, il rev. Francesco D’Amico, viene portato, per esservi benedetto, il prezioso reliquiario d’argento che contiene le reliquie di San Filippo e San Giacomo apostoli e di altri martiri. Circa cinquant’anni prima, nel 1579, la chiesa di Santa Maria Lo Plano, in origine costruita nella periferia occidentale, di molto staccata dal centro urbano che sorgeva sulla cresta del monte e si dipanava sul costone orientale, era stata dichiarata chiesa parrocchiale coadiutrice della Chiesa Madre di San Lorenzo. Infatti, con l’infoltirsi delle abitazioni nel “piano”, la chiesa si era trovata al centro di un quartiere popoloso, da qui l’esigenza di renderla parrocchiale. È probabile che l’importanza della chiesa deriva anche dal diffondersi del culto di San Filippo a cui, in una chiesa ad aula unica, verrà dedicata una cappella esclusiva.
La cappella settecentesca era decorata con i magnifici stucchi, conservati nella parte superiore delle pareti e sulla volta, che sono stati riportati agli antichi splendori con il restauro effettuato nel 2019. Gli stucchi dei bassorilievi della fascia inferiore risalgono invece agli inizi del 1900, è del 1902 infatti il restauro, si presume l’inaugurazione, della cappella abbassata rispetto al piano della Chiesa.
La statua di San Filippo è stata sottoposta ad un vero restauro nel 2007, dallo studio è risultato che la sua manifattura può essere collocata tra la fine del Cinquecento e i primi del Seicento. È stata pure sfatata la leggenda che voleva che il nero della faccia del Santo fosse dovuto al legno nel quale era stato scolpito, l’ebano. É emerso infatti che il santo è stato volutamente dipinto di nero, forse in analogia con la rappresentazione di santi molto venerati in Sicilia come il san Calogero dell’agrigentino e il vicino San Filippo di Agira con la cui storia ci sono spesso punti di contatto.
A proposito di San Filippo Argirione, è nata la leggenda che vuole che gli aidonesi avessero rubato o sostituito la statua dei vicini piazzesi, ma entrambe le comunità di fedeli temono che il santo voglia tornare nella propria casa! Da qui la tradizione che viene raccontata in Aidone, che per la processione del primo maggio il Santo venisse fatto uscire e rientrare di spalle, perché non vedesse la strada per Piazza Armerina, che fronteggia appunto la chiesa di Santa Maria. Dall’altra parte a Piazza Armerina nel corso della processione di San Filippo di Agira, lu Casaluttari, venerato nella chiesa omonima del “giovane” quartiere del Casalotto, nella festa che si celebrava la seconda domenica di maggio, si temeva che san Filippo se ne volesse tornare in Aidone e per dirla con le parole di Girolamo Giusti “ Ed anni ed anni e sèculi passaru/ ma tu ristasti sempri forasteri…E quannu sì, pi la tò festa, juntu ddà davanti a la Cruci di San Petru,/chianti li pedi e resti nni ddu puntu. //Poi ti risolvi e cerchi di scappari/ Daduni è ddà e nun voi turnari ‘ndietru…/L’amuri anticu nun si pò scurdari!
Ci verrebbe da chiedere: e se gli aidonesi avessero apposta accorciato le gambe del nostro san Filippo per impedirgli di fuggire? Da sempre infatti ci si chiede il perché della sproporzione tra il busto e gli arti inferiori della statua, per tutto il resto ben proporzionata e di pregevole fattura. E se avessero colorato di nero il bel faccione di patriarca per renderlo irriconoscibile ai vicini piazzesi? Non voglio creare un’altra leggenda. Quello che è certo è che a Piazza Armerina il culto per san Filippo di Aidone è rimasto immutato nei secoli, i piazzesi costituiscono il gruppo più numeroso di pellegrini che a piedi raggiungono il santuario ed avevano un posto privilegiato tra i portatori nella processione del primo maggio.
Un’altra caratteristica che accomuna i due santi è la preghiera perché il santo assicuri un buon raccolto, a Piazza “la vera processione era preceduta dai contadini che promettevano il frumento messo in groppa alle loro bestie da soma per ottenere la grazia di un buon raccolto, della buona salute loro e dei loro collaboratori quadrupedi” (Gaetano Masuzzo. Cronarmerina). In Aidone il “viaggio” del Santo, il cui Fercolo è addobbato anche con tralci di fave fresche e spighe, inizia verso le tredici per permettere di partecipare ai tantissimi pellegrini che nella notte hanno raggiunto il santuario, e probabilmente per lo stesso motivo si dipana in un percorso breve che dalla ripida salita di via Domenico Minolfi lo porta in Piazza Umberto e da qui in la via Garibaldi, via Senatore Cordova e quindi risale dalla via Cavour. Ma anticamente l’ultima domenica di maggio il santo veniva portato in processione, quella dedicata agli aidonesi, per la classica via dei santi (che attraversa tutto il centro storico), la processione giungeva fino al piano del Castellaccio perché benedicesse le messi.
Già in occasione della benedizione del Reliquiario d’argento si parla dell’accoglienza con grandi feste, e San Filippo, il primo maggio, rappresenta una delle feste principali di Aidone, insieme alla Pasqua e san Lorenzo
LA FESTA
La tradizione della festa di San Filippo risale alla fine del 1500, la notizia più certa risale al 1632 quando a Regalbuto fu benedetto il reliquiario dei Santi Filippo e Giacomo.
La festa non riguarda solamente il comune di Aidone ma anche i comuni limitrofi. A questo Santuario accorrono nei giorni 30 aprile e 1 maggio in devoto e pio pellegrinaggio i fedeli da ogni parte della Sicilia. Caratteristica di questa festa sono le cosidette “zagaredde”, strisce di stoffa colorata che la gente compra nei giorni della festa per strofinarli sulla statua di San Filippo Apostolo; esse sono un legame che il fedele instaura con il Santo chiedendo di poter ritornare l’anno successivo. Molte volte, infatti, l’anno successivo i fedeli ritornano con le “zagaredde” legate ad una torcia come segno di ringraziamento.
Nei giorni della festa sono presenti numerosi sacerdoti che raccolgono le confessioni e celebrano l’Eucarestia. Nei giorni tra il 30 aprile e 1 maggio il Santuario rimane aperto tutta la notte per accogliere i diversi pellegrini che sono in viaggio. L’1 maggio, al termine della Messa Pontificale delle ore 11.30, ha luogo la processione per le vie cittadine con il simulacro del Santo e la sua reliquia.
Durante tutto il mese di maggio la statua rimane esposta all’altare, terminato il mese a lui dedicato farà ritorno nella sua cappella.
Due feste si celebrano in suo onore nel Santuario di Aidone: quella dell’1 maggio, detta festa dei forestieri, e quella del 14 novembre, data della nascita al cielo dell’Apostolo, detta festa della devozione. Il 14 novembre viene celebrata l’Eucarestia all’interno della cappella dell’Apostolo, alla fine della quale è possibile venerare la reliquia.