Descrizione
La Chiesetta esistente, dedicata a S. Giovanni Battista, ove il Santo aveva pregato, celebrato l’eucarestia e predicato, fu completamente rinnovata e ampliata nel 1437 per opera del conte Gregorio Callegari di Camposampiero. Il nuovo e decoroso tempio fu meta di continui pellegrinaggi di devoti del Santo.
Ma nel 1769 il Senato veneto ordinava la soppressione di molti conventi, tra i quali anche quello di Camposampiero. Il complesso dei luoghi antoniani (chiesa, convento e campagna) ritornò ai vecchi discendenti della famiglia Camposampiero i quali non curarono la manutenzione della chiesa, che venne in gran parte demolita dal vandalismo francese nel 1798.
Dopo alterne vicende, il comune, divenuto proprietario nel 1854 degli oratori antoniani, ne curò la manutenzione. Il 17 ottobre 1895, richiamati dall’autorità e dal popolo, i Frati minori conventuali (i frati del Santo) fecero ritorno riprendendo possesso dei luoghi antoniani.
La presenza dei frati ridiede vita ai Santuari. Progettato un nuovo tempio, il 26 dicembre 1906 si pose la prima pietra dell’attuale santuario dì s. Giovanni Battista e Antonio o della Visione, di struttura imponente a tre navate, inaugurato nel 1909. L’abside è dominata dalla pala di Pietro Paietta che ritrae s. Antonio in estasi con Gesù bambino (1909).
La Storia
Il santuario di S. Giovanni Battista e Antonio o della Visione sorge sul luogo della primitiva chiesa di s. Giovanni, eretta in epoca antecedente al castello dei conti Tiso, come dimostra la sua collocazione al di fuori delle mura. Più tardi diventerà la cappella dei castellani.
Attorno ad essa si formò il convento che ospitò s. Antonio. Ma il secolo successivo, a seguito delle aspre lotte tra i Camposampiero e i Carraresi per il possesso del castello, i francescani lasciarono questo luogo.
La chiesa che sta per accoglierci non è dunque quella primitiva, che fu ricostruita insieme all’attiguo convento dal nobile Gregorio Callegari da Camposampiero negli anni 1426-31. Aveva una lunghezza di m. 45, con una navata centrale ampia affiancata da una minore.
Vi avevano sede, con altare e tomba, le confraternite di S. Antonio, del Nome di Gesù, dell’Immacolata e di s. Francesco. Gli altari erano dieci, alcuni provvisti di argenteria di pregio e di tele, purtroppo andate smarrite, di artisti quali Francesco Vecellio, Bartolomeo Montagna, Marcello Fogolino, il veneziano Antonio Boselli.
Saccheggiata e deteriorata in seguito alle soppressioni del 1767 ad opera della Repubblica di Venezia che impose ai frati l’abbandono, il complesso cadde in rovina e la chiesa venne pure in parte demolita nel 1798 dal vandalismo francese.
Dopo il passaggio dei diritti di proprietà alla famiglia Allegri, subentrata ai Camposampiero, e quindi al Comune di Camposampiero, che li acquisisce nel 1854, i frati si riappropriano di questi gloriosi luoghi antoniani e fanno ritorno a Camposampiero il 16 ottobre1895.
La Chiesa, oramai assai decadente e ritenuta troppo angusta, venne demolita per lasciar posto a un nuovo edificio di culto, di cui fu posta la prima pietra il 26 dicembre 1906 e celebrata l’inaugurazione il 13 giugno 1909. Ne ideò il progetto e diresse l’esecuzione dei lavori l’architetto Augusto Zardo. In essa è custodita la Cella nella quale il Santo di Padova ebbe la memoranda Apparizione di Gesù Bambino.
La Chiesa è a tre navate, con transetto, pilastri e soffitto a volta sono in forme neoromaniche e gotiche.
La lunetta soprastante il portale è abbellita da un mosaico raffigurante s. Antonio che abbraccia Gesù Bambino, opera della ditta Castaman di Murano.
Fa bella mostra di sé accanto alla Chiesa la possente mole del campanile (1932) ideato dall’architetto Antonio Beni.
Fonte: https://www.santuariantoniani.org/it/i-santuari/il-santuario-della-visione
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