San Girio (Santuario Parrocchia)

Descrizione

Descrizione

Il Santuario di S. Girio, posto a 65 metri sul livello del mare, sulla provinciale omonima che unisce Potenza Picena alla S.S. Regina, è uno dei luoghi di culto più cari ai potentini.

La chiesa, edificata originariamente sopra la tomba del Santo nel 1298, fu ricostruita nel 1560 a spese della comunità di Monte Santo. La chiesa, però, subì modifiche sostanziale nel XX sec., in particolare nel 1936, dal parroco D.E. Acciarri, fu trasformata in tre navate ed arricchita di nuova facciata e nuovo campanile.

Nel 1951, il parroco D. Elia Malintoppi costruì l’abside e scavò la cripta, ove sono stati rinvenuti elementi appartenenti ad antichi edifici. Contemporaneamente l’intera chiesa fu arricchita con affreschi, opera di Ciro Pavisa, affinchè potesse celebrare al meglio la gloria e la vita del Santo. All’interno del santuario vi è anche un dipinto, raffigurante S. Girio, opera di Benedetto Biancolini, in cui è possibile osservare una antica veduta d’insieme del paese di Monte Santo.

Dopo il sisma del Centro Italia la Chiesa di San Girio è stata dichiarata inagibile.

Nel 2018 finalmente si è dato il via al definitivo restauro del Santuario. I lavori sono terminati a dicembre 2019 ed stato immediatamente riaperto con una partecipatissima celebrazione sempre sotto la via di Don Aldo Marinozzi.

Oggi è possibile visitarlo e apprezzare le finiture artistiche dell’intero complesso architettonico

San Girio è un gioiello immerso nel verde delle campagne potentine, un luogo caro alla comunità e al contempo ai turisti e visitatori.

Il luogo è molto frequentato il 25 maggio di ogni anno, in occasione della festa del Santo.

A poca distanza dal piccolo centro, in prossimità del mare, si trova l’Oasi protetta del Parco dei Laghetti, con specchi di acqua salmastra che, grazie alla loro particolare natura, sono una vera e propria oasi naturalistica.

STORIA DEL SANTO

Gerio, o Girio, era un nobile francese originario della Linguadoca, il quale lasciò tutti i suoi beni per vivere da eremita. Nato tra il 1270 e il 1274, per una serie di acquisizioni e cessioni territoriali della famiglia, divenne conte di Roccaforte. Volendo vivere da solitario, si recò con il fratello in una zona piena di caverne. Lì rimasero a lungo isolati per la piena di un fiume e furono due serpenti a salvarli, portando del pane. Recatisi nella vicina chiesa per la Messa, raccontarono il miracolo. Presto la notizia si diffuse e molta gente li cercava. Allora partirono col desiderio di recarsi in Palestina. Prima, però, vollero visitare Roma. Qui Gerio seppe che ad Ancona un sant’uomo, Liberio, voleva partire per Gerusalemme. Pensando di viaggiare con lui, andò nelle Marche. Ma a Tolentino si sentì male e morì nei pressi di Potenza Picena (allora Monte Santo).

In quel momento le campane della pieve di Santo Stefano si misero prodigiosamente a suonare.

Il corpo di San Girio venne conteso dalle popolazioni di Recanati e Monte Santo: la disputa fu risolta grazie ad un neonato che miracolosamente in grado di parlare, disse che la scelta del luogo a cui assegnare le spoglie del Santo fosse lasciata a due buoi senza guida. I due animali si fermarono nel punto dove ora c’è il santuario.

La sua festa ha tradizioni antiche e il suo momento culminante è nell’omaggio dei ceri al Santo da parte delle autorità locali e della popolazione.

Dagli atti del Consiglio Comunale, tenutosi il 1° gennaio 1371, si deduce che la festa di San Girio fu fissata il 25 maggio e fu sempre celebrata con grande pompa.

Il 1° agosto del 1742 papa Benedetto XIV ne approvò il culto.

La rivalutazione di tale tradizione indicò San Girio, attraverso una delibera comunale, patrono di Potenza Picena.

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