Descrizione
Santuario San Giuseppe sposo della B. V. Maria
Prima del 1254 esisteva, nella zona detta Val di Preda, fuori dalle mura cittadine, un monastero e una chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena in uso dei monaci cluniacensi, che in seguito vide la presenza di suore Agostiniane e Domenicane. Nel 1566 il Papa ingiunse ai Servi di Maria, dimoranti in citta, la permuta del loro convento urbano di Borgo Galliera con quello extra moenia delle suore, esposte a gravi pericoli. Lo scambio avvenne di notte al lume di torce con due cortei che avanzavano in direzioni opposte per vie diverse, per non incontrarsi. I Servi di Maria, che procedevano in silenzio come andando a un funerale, nel lasciare il loro convento, trasferirono il titolo della loro chiesa cittadina, dedicata a San Giuseppe sposo di Maria, alla chiesa lasciata dalle suore, che divenne così la nuova chiesa di San Giuseppe.
I Cappuccini presero dimora nell’antico convento di Val di Pietra, ancora in zona campestre e ormai abbandonato dai Servi di Maria, l’11 ottobre 1818, dopo che il loro convento di Monte Calvario, sui colli bolognesi, era stato requisito dal Demanio con la soppressione napoleonica. L’antica chiesa ormai cadente fu abbattuta e negli anni 1840-1944 ne fu costruita una nuova, più ampia e dignitosa. Negli 1865-1966, con la soppressione decisa dal Regno d’Italia, il convento venne confiscato per uso militare, i frati secolarizzati e la chiesa perduta, adibita dall’esercito per ricoverarvi i cavalli. I Cappuccini, alcuni anni dopo, diedero inizio al recupero del fabbricato, riaprendo la chiesa al culto nel 1873. Il 18 febbraio 1943, in piena guerra, dietro istanza dei Cappuccini per implorare dal santo falegname di Nazareth la protezione della città, l’Arcivescovo di Bologna, card. Giovanni Battista Nasali Rocca di Cornegliano, elevò la chiesa a Santuario, consapevole che il suo «titolo» era uno dei più antichi dell’Occidente, se non il più antico, e il cui culto a Bologna si era sviluppato fin dal XII secolo.
La festa di San Giuseppe (18 marzo), quando ancora era di precetto, si celebrava con grande solennità, inferiore solo alle celebrazioni della Madonna di San Luca, con notevole concorso di popolo soprattutto dalle campagne. Oggi, i tempi sono cambiati, e la festa, non più in giorno di precetto festivo, si celebra in tono minore, ma il Santuario di San Giuseppe è ancora vivo, e ancora ai nostri giorni il territorio circostante è chiamato “San Giuseppe” e i Cappuccini “Frati di San Giuseppe”.
Fonte: https://www.cappuccini.org/santuari/bologna-3/
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