S. Leopoldo Mandic

Descrizione

Descrizione
DESCRIZIONE
La chiesa della Trasfigurazione – oggi conosciuta come Santuario di San Leopoldo Mandić – si trova a Padova, in contrà Santa Croce. Fu fondata come chiesa conventuale dai Frati Cappuccini che ancora la reggono. I religiosi francescani erano giunti a Padova nel 1537, insediandosi inizialmente alle porte della città. Quasi completamente distrutta nel 1944 durante un bombardamento aereo nella Seconda guerra mondiale, fu subito ricostruita. L’interno è ricco di interessanti tele del Cinque e Seicento. È meta di un costante flusso di pellegrini che si recano in visita alla tomba di san Leopoldo, collocata in un locale attiguo alla chiesa.
La cappella e la tomba del santo.
Di fronte alla celletta-confessionale di san Leopoldo si trova la cappella dove, dal 1963, riposano le spoglie del santo che, dal 2016, sono esposte alla venerazione dei fedeli. All’interno della cappella, accanto alla lapide tombale, in una nicchia si conserva il reliquiario contenente la mano destra del santo: per ricordare le innumerevoli volte che essa si è alzata e protesa per assolvere, benedire e consolare.
L’artistica pala dell’altare della cappella, realizzata da Lino Dinetto, interpreta la missione di san Leopoldo: condurre le anime alla Santissima Trinità, per la mediazione di Gesù Redentore. La stola sacerdotale e il saio francescano indossati da san Leopoldo, ricordano il servizio svolto dal santo confessore. All’esterno, accanto alla tomba, arde giorno e notte la “Lampada della riconciliazione”. Il rito dell’offerta dell’olio che la alimenta viene rinnovato ogni anno il 12 maggio, festa liturgica del santo.
La stanzetta-confessionale.
Qui, per circa 33 anni san Leopoldo ha trascorso gran parte della giornata nell’ascolto dei fedeli, nell’amministrazione del sacramento della Riconciliazione, nella preghiera silenziosa. È una stanzetta, rimasto provvidenzialmente integra, come ai tempi del santo: una poltroncina su cui sedeva il confessore e l’inginocchiatoio del penitente, uniti da un crocifisso appeso alla parete, dinanzi al quale sostano in preghiera devoti e pellegrini. Si avverte ancora la presenza del santo, sempre dolcemente accogliente. Con lui, i fedeli continuano un dialogo mai interrotto, lasciando scritti, preghiere e ringraziamenti sui fogli di un grosso volume. In uno di questi volumi, il 12 settembre 1982, il papa san Giovanni Paolo II, dopo avere sostato e pregato, pose la propria firma. Le suppellettili originarie della stanzetta, insieme ad altri oggetti appartenuti al santo, sono esposti in due salette vicine. Una lapide posta sulla parete esterna ricorda come, nel bombardamento del 14 maggio 1944, la stanzetta-confessionale fu prodigiosamente preservata affinché, come il santo aveva predetto, “rimanesse un monumento della divina misericordia”.

a cura di p. Giovanni Lazzara

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