Santa Maria della Palomba

Descrizione

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Notizie storiche

Santuario Santa Maria della Palomba in Matera

 Cenni storici:

Sorto a seguito di un evento miracoloso verificatosi il 4 luglio 1579 su iniziativa dell’Arcivescovo di Acerenza e Matera, Mons. Sigismondo Saraceno, l’edificio sostituisce una più antica chiesa rupestre dedicata alla “Madonna di Cava”, cosi chiamata dal nome del casale in cui ricadeva. L’unica parete superstite dell’antico luogo di culto rupestre, di probabile origine medievale, è quella su cui è affrescata l’immagine della Mater Domini sovrastante l’unico altare superstite della chiesa. Il dossale copre quasi completamente la parete rocciosa lasciando intravedere solo il busto della Madonna con il Bambino.
La facciata della chiesa presenta al centro, partendo dal basso, un ampio portale d’ingresso il cui architrave richiama simbolicamente le dedicazione della chiesa, il suo committente e la città di Matera, sovrastato da un altorilievo della Sacra Famiglia, un elegante rosone e una nicchia con una statua dell’Arcangelo Michele. Il tutto è inserito al centro dello spazio tripartito di Iesene  e archi ciechi. La parete laterale destra dell’unica navata della chiesa è scandita dalla presenza di sei nicchie con altrettante statue a tutto tondo , risalenti alla seconda metà del XVI sec.: Santa Barbara, la Madonna con il Bambino, Santa Lucia, San Leonardo, San Donato e San Gregorio Magno. Sul lato opposto ci sono altre sei nicchie poco profonde in quattro delle quali si osservano le immagini affrescate dell’ Assunzione, di un Eterno Padre, di San Michele Arcangelo e dell’Immacolata; quest’ultima purtroppo è priva di volto. Sui pilastri dell’arco trionfale sono visibili gli affreschi della Crocifissione e di San Biagio. Nel registro superiore di entrambe le pareti e al di sopra della porta d’accesso in controfacciata, si osservano i medaglioni dei dodici apostoli risalenti ad un periodo compreso tra il 1650 e il 1652.
Sulla destra del presbiterio è possibile accedere ad una navata laterale della chiesa, completamente scavata nella roccia e realizzata poco dopo la fondazione del Santuario. Non si tratta dell’antica chiesa rupestre ma di un ambiente necessario all’accoglienza di un gran numero di pellegrini, provenienti in particolare dalla vicina Puglia. Nell’ala rupestre si osservano su entrambe le pareti diverse cappelle. Sul lato sinistro sono presenti le cappelle della Madonna del Rosario, della Strage degli Innocenti 1665  e del Crocifisso, affrescato tra San Nicola e San Vito 1735. Lungo la parete destra si aprono le cappelle della Madonna con il Bambino con statua Lapidea in pietra locale policroma (XVI sec.) e di Sant’Orsola (1666), con un’immagine riproducente una scena di vita della Santa, circondata dai Santi Pietro e Paolo e un giovane santo. La chiesa, gravemente danneggiata nell’ultimo conflitto mondiale, fu restaurata a cura del Capitolo della cattedrale di Matera ed elevata a Santuario Diocesano il 10 aprile 1977 da Mons. Michele Giordano, Arcivescovo di Matera, Vescovo di Irsina e Abate di San Michele Arcangelo in Montescaglioso. Dal Luglio 2020, per espressa richiesta del Vescovo Mons. Giuseppe Antonio Caiazzo, il santuario è custodito con cura e attenzione dai Frati Minori della Provincia Religiosa Salernitano- Lucana dell’Immacolata concezione. Il santuario si presenta bene per la sua storia e la sua posizione alla preghiera e alla meditazione personale e di gruppo. La fraternità francescana è a disposizione per accompagnare nella preghiera , nel sacramento della riconciliazione, nella direzione spirituale e per la guida alla conoscenza del santuario.
NB: La fraternità accoglie gruppi parrocchiali e non , per giornate di spiritualità, preventivamente organizzate, con l’accompagnamento di un frate della fraternità. La fraternità inoltre accoglie anche sacerdoti, religiosi, religiose, laici e i giovani che vogliono vivere qualche giorno di spiritualità, accompagnandoli anche nella preghiera, riflessione e nel colloquio personale.

Contatti

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