Santa Maria di Valleverde

Descrizione

Descrizione
SANTUARIO DI SANTA MARIA DI VALLEVERDE 
L’origine del Santuario di Valleverde è legata all’Apparizione della Vergine, avvenuta in sogno al legnaiolo Niccolò, nella primavera del 1266. La Beata Vergine lo pregò di riferire al Vescovo di Bovino la sua precisa volontà, cioè che in suo onore si fondasse una chiesa “a difesa della Puglia e segnatamente a protezione del popolo di Bovino”. La costruzione della chiesa, eretta a ricordo del miracoloso avvenimento, fu iniziata lo stesso anno dell’Apparizione, dal Vescovo Giovanni Battista, nella località chiamata “Mengaca”, a circa tre chilometri dall’abitato, nel bosco dove Niccolò per la prima volta aveva incontrato in sogno la Madre di Dio. Dopo poco tempo, forse già nel 1266, la chiesa si ergeva, piccola e armoniosa, in un accogliente e suggestivo scenario naturale.
La primitiva e semplice chiesetta, ampliata e resa accogliente nel corso dei secoli, è stata definitivamente abbattuta, nei primi mesi del 1987, per far posto al nuovo e moderno Santuario, inaugurato dal Santo Padre Giovanni Paolo II, il 25 maggio 1987 e consacrato, il 7 giugno, da Monsignor Salvatore De Giorgi, Arcivescovo Metropolita di Foggia-Bovino. La nuova costruzione, ricca di marmi pregiati, di belle sculture e di vetrate a colori, è a pianta triangolare, con i vertici smussati, ed è composta dalla Chiesa, la sagrestia e la cripta, che conserva i pannelli bronzei dorati a bassorilievo raffiguranti la storia del Santuario e le visite di Giovanni Paolo II e l’Urna contenente le reliquie dei Martiri d’Otranto.
La primitiva e semplice chiesetta, ampliata e resa accogliente nel corso dei secoli, è stata definitivamente abbattuta, nei primi mesi del 1987, per far posto al nuovo e moderno Santuario, inaugurato dal Santo Padre Giovanni Paolo II, il 25 maggio 1987 e consacrato, il 7 giugno, da Monsignor Salvatore De Giorgi, Arcivescovo Metropolita di Foggia-Bovino. La nuova costruzione, ricca di marmi pregiati, di belle sculture e di vetrate a colori, è a pianta triangolare, con i vertici smussati, ed è composta dalla Chiesa, la sagrestia e la cripta, che conserva i pannelli bronzei dorati a bassorilievo raffiguranti la storia del Santuario e le visite di Giovanni Paolo II e l’Urna contenente le reliquie dei Martiri d’Otranto.
Il santuario è legato all’Apparizione della Vergine, avvenuta in sogno al legnaiolo Niccolò, nella primavera del 1266. La Beata Vergine lo pregò di riferire al Vescovo di Bovino la sua precisa volontà, cioè che in suo onore si fondasse una chiesa “a difesa della Puglia e segnatamente a protezione del popolo di Bovino”. La costruzione della chiesa, eretta a ricordo del miracoloso avvenimento, fu iniziata lo stesso anno dell’Apparizione, dal Vescovo Giovanni Battista, nella località chiamata “Mengaca”, a circa tre chilometri dall’abitato, nel bosco dove Niccolò per la prima volta aveva incontrato in sogno la Madre di Dio. Dopo poco tempo, forse già nel 1266, la chiesa si ergeva, piccola e armoniosa, in un accogliente e suggestivo scenario naturale.
La primitiva e semplice chiesetta, ampliata e resa accogliente nel corso dei secoli, è stata definitivamente abbattuta, nei primi mesi del 1987, per far posto al nuovo e moderno Santuario, inaugurato dal Santo Padre Giovanni Paolo II, il 25 maggio 1987 e consacrato, il 7 giugno, da Monsignor Salvatore De Giorgi, Arcivescovo Metropolita di Foggia-Bovino. La nuova costruzione, ricca di marmi pregiati, di belle sculture e di vetrate a colori, è a pianta triangolare, con i vertici smussati, ed è composta dalla Chiesa, la sagrestia e la cripta, che conserva i pannelli bronzei dorati a bassorilievo raffiguranti la storia del Santuario e le visite di Giovanni Paolo II e l’Urna contenente le reliquie dei Martiri d’Otranto.
Tra le opere d’arte che si possono ammirare all’interno del Santuario, spicca, per suggestione e preziosità artistica, la statua della “Madonna di Valleverde con il Figlio in braccio”, una pregevole scultura medievale di rara bellezza.
La statua è stata restaurata dall’artista fiorentino Pellegrino Banella, nel 1965, il quale, oltre ad aver scolpito una nuova statua del Bambino, ha avuto il grande merito di aver riportato in luce la scultura originaria, del tardo Duecento, abbondantemente ricoperta, a partire dalla fine del ‘500, da ricche vesti seriche ricamate e dalla parrucca a biondi riccioli.
Così la descrive Mons. Barone: “L’immagine della Beata Vergine è in legno resistente, forse di cedro, di quercia o di pino. E’ un tavolo di grande spessezza con l’effige ad alto rilievo, di cui solo la testa presenta la sua integrità, il resto della persona è intagliato a metà. La statua è seduta su una sedia a braccioli, benché il modo con cui fu vestita e adornata presenti le sembianze di una immagine completa e ritragga l’aspetto di persona ritta in piedi. La Madonna ha la mano destra in atto di benedire, e sulla sinistra regge il Bambino Gesù che ha similmente la destra atteggiata a benedizione, e sulla mano sinistra sostiene il piccolo globo. Verso di lui spirante gioia dal bel viso vivace e sorridente, guarda la Madre con tenerezza pensosa. L’atteggiamento, l’aspetto, lo sguardo benevolo, da cui si sprigiona un pudore verginale, imprimono un carattere nobilissimo a questa antichissima immagine, incommensurabile tesoro della nostra città”.
Fonte: https://www.comune.bovino.fg.it/bovino/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/20077

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