Descrizione
L’attuale Basilica Pontificia di Santa Restituta è stata costruita proprio sopra quella paleocristiana venuta alla luce negli anni ’50, su impulso del rettore don Pietro Monti, sacerdote del Santuario Basilica.
La chiesa è tra le più belle dell’isola d’Ischia e si trova nella piazza principale di Lacco Ameno.
La Basilica, accoglie la Santa che “restituita dal mare” divenne la patrona dell’isola che l’accolse. Anticamente, in quella stessa area, durante il periodo pagano esisteva un tempio dedicato ai numi del IV secolo, è lì che sorse una basilica paleocristiana dedicata proprio a Santa Restituta.
I Mauri che sbarcarono a Ischia nell’ 812 la distrussero e le reliquie furono portate a Napoli nella basilica costantiniana. Durante il XII secolo l’edificio fu integrato a una nuova cappella mentre l’horatorium venne prima elevato in altezza e poi prolungato. Nel 1470 vi fu ancora un ampliamento che portò a una modifica del tempio.
Fu monsignor Polverino vescovo di Ischia nel 1590 a cedere ai carmelitani la Chiesa e i terreni circostanti purché costruissero la torre come rifugio. Durante l’ultimo decennio del ‘600 fu il priore Andrea Buonocore a dedicare il tempio alla Madonna del Carmine.
Successivi lavori portarono alla rifacitura del pavimento che andrò a ricoprire quello del 1470 e ad ampie decorazioni sulla volta. La Chiesa non fu immune al terremoto dell’83 che la danneggiò, la volta fu ricostruita grazie al cardinale Guglielmo Sanfelice arcivescovo di Napoli che aggiunse un sistema ligneo antisismico e allestì un soffitto a cassettoni appoggiato a 24 coppie di colonne e capitelli corinzi.
La Chiesa, venne inaugurata il 2 luglio del 1886, episodio che viene ricordato sulla lapide marmorea posta sul lato destro dell’ingresso.
La facciata si presenta di gusto neoclassico e venne completata nel 1910. A destra sorse il campanile mentre la torre, costruita dai carmelitani nel 1589, è oggi sede del comune.
A pianta rettangolare presenta un’unica navata con ai lati dieci campate trapezoidali che fungono da cappelline dotate di altari in marmo, impreziositi da quadri o statue lignee.
Il soffitto a capriate è stato coperto da un cassettonato ed è scandito da coppie di semicolonne e capitelli rivestite da legno e stucco oro e azzurro. La zona absidale è delimitata da una balaustra in marmo coperta da una cupola con lanternino. Adiacente all’abside è presente, invece, una cappella coperta da una volta a botte divisa da un profondo arcone decorato con eleganti stucchi. A destra vi è un dipinto che appare essere una donazione da parte di una famiglia ischitana mentre di fronte, sull’altra navata, vi è una grande tela del Balbi raffigurante sant’Agostino.
Una lapide di marmo, sulla destra appena dopo l’ingresso, ricorda solennemente l’inaugurazione della “nuova” Chiesa di Santa Restituta avvenuta il 2 luglio del 1886. Nell’incisione in latino è ricordata la figura di Gennaro Portanova, l’allora vescovo di Ischia che insieme all’Arcivescovo di Napoli, Cardinale Guglielmo Sanfelice, si prodigò per portare a compimento i lavori di restauro. Lavori poi proseguiti nel 1910 con il completamento della facciata e, nel 1951, con i lavori di scavo voluti da Don Pietro Monti. Insieme alla basilica paleocristiana (con annesso cimitero) gli scavi di Santa Restituta hanno portato alla luce numerosi altri reperti di età ellenistica, custoditi nell’area degli Scavi Archeologici dedicati alla Santa il cui ingresso è sul sagrato della Chiesa.
Da ultimo, due piccoli ingressi sulla destra del portale principale conducono rispettivamente a una piccola cappella adiacente all’abside maggiore e alla sagrestia dove sono custoditi la maggior parte degli ex voto con cui i fedeli hanno omaggiato, e ancora omaggiano, la Santa africana celebrata ogni anno il 17 maggio.