La Chiesa sorge fuori dalle antiche mura di Castelfiorentino sopra il complesso formato dall’oratorio si S. Antonio Abate e dalla cella di S. Verdiana, che nella forma attuale è ipotizzabile essere il luogo di sepoltura della Santa.
Questo spazio originario, pur ridotto di volume, e sul piano stradale dell’XI secolo è tuttora visibile sotto il pavimento della navata centrale.
Alcuni decenni dopo la morte di Verdiana prese corpo questo edificio a lei dedicato anche se soltanto nel 1553 ne venne approvato il culto da papa Clemente VII.
La forma basilicale della chiesa, pur trasformata agli inizi del ‘700 su progetto di Giovanbattista Foggini, conserva l’impianto originario con i chiostri laterali tamponati e con l’aggiunta sopra i chiostri anteriori della facciata del Fallani.
L’ampio piazzale prospiciente fu progettato dal concittadino Bernardino Ciurini.
La facciata rimodellata è in un sobrio ed elegante stile barocco, divisa in una parte inferiore, il porticato, con cinque aperture arcuate, e la parte superiore che ricorda vagamente quella si S, Maria Novella a Firenze, adornata da statue rappresentanti le virtù in cotto imprunetino di Ignazio Miert.
All’interno l’edificio ha tre navate divise da una serie di cinque arcate a tutto sesto; dai pilastri che spartiscono le navi si alzano lesene a sostegno della trabeazione sulla quale si imposta la volta a botte della navata centrale.
Su di essa si affacciano volticciole, illuminate da finestre, che costituiscono la copertura delle campatelle delle navi minori.
L’abside è sormontato da un’edicola, con due finestroni laterali, sulla quale poggia un’agile cupola, e i due absidi minori sono sono coperti a loro volta da cupolette, il tutto costituendo un unico e prezioso di architettura barocca fiorentina, avendovi lavorato le stesse maestranze artistiche della chiesa di Sant’Jacopo sopr’Arno.
Pregevoli sono gli affreschi eseguiti tra il 1708 e il 1717 rappresentando uno degli episodi di maggior importanza pittorica in edifici ecclesiastici nel contado fiorentino di quel tempo.
Fonte: https://www.santaverdiana.org/arte-e-cultura/il-santuario-di-santa-verdiana-la-storia/
Biografia
Nata nella famiglia di nobiltà decaduta degli Attavanti, da giovane venne tenuta come amministratrice presso un parente facoltoso. Si recò successivamente in pellegrinaggio a Santiago di Compostela. Nel 1221 Francesco d’Assisi l’ammise al terzo Ordine francescano. Si dedicò alla penitenza e alla solitudine. Alcuni fedeli di Castelfiorentino, per non farla andar via dal paese, le costruirono una cella in riva al fiume Elsa vicino ad un oratorio. Verdiana rimase reclusa nella celletta per 34 anni. Da una piccola finestra assisteva alla messa e riceveva il cibo.
Leggende devozionali e culto
Secondo la tradizione, durante il suo incarico di amministratrice presso uno zio facoltoso, spesso Verdiana coglieva occasione per donare ai poveri quello che giaceva nei magazzini. In una di queste circostanze vennero a mancare delle derrate che un compratore stava aspettando. Verdiana, che aveva donato quel cibo ai poveri, pregò lo zio di pazientare per un giorno e miracolosamente l’indomani il magazzino fu di nuovo fornito di quanto mancava. Secondo un’altra leggenda tramandata dalla tradizione devozionale, negli ultimi anni della sua vita avrebbe condiviso la celletta con due vipere, che avrebbero cercato invano di farla uscire all’aperto, ma non ne uscì se non dopo la morte. Sempre secondo la tradizione, alla sua morte le campane di Castelfiorentino si sarebbero messe a suonare tutte insieme.
Nel 1533 papa Clemente VII ne approvò il culto. Se ne celebra la festa liturgica il 1° febbraio.
Fonte: Wikipedia