Santa Maria della Cintura

Descrizione

Descrizione
Nella prima metà del Seicento il paese di Bovolone, come i territori vicini, fu coinvolto dal fenomeno di devozione popolare nei confronti di un’immagine della Beata Vergine: tale fenomeno sarebbe sfociato nella costruzione della nostra chiesa.
Lo testimonia anche lo storico veronese Lodovico Moscardo che, nella sua Historia di Verona, parlando della terra di Bovolone, riferisce di:
“un pilastro fatto di muro che aveva servito ad un fienile ruinato, di ragione di quella Comunità, in un nicchio, del quale era frapposta una statua di Maria Vergine, con il Figliolo Nostro Signore, fatta di marmo; poscia vi fu fabbricato un più onorevole capitello, sopra il quale la posero e quivi dalli vicini di quel luogo fu tenuta in gran devozione e riverenza con lampada sempre accesa e spesso genuflessi vi facevano Orazioni, per il che, nel popolo andava crescendo la  fede e la devozione”.
Nelle pagine del Moscardo si legge anche  che il Santuario divenne in breve tempo meta di fedeli provenienti non solo dai comuni vicini della città, “ma anche da altri paesi forestieri, coloro che erano colpiti da grandissima infermità, se ne tornavano alle loro case sani e liberi”.
Tanti furono i voti, le offerte e le tavolette delle grazie che la gente portava al Santuario che i sopraintendenti stabilirono di tenere una cassa con l’esatto conto di quanto offerto: il 10 ottobre 1648 fu deciso di sostituire il pilastro di marmo con la costruzione di una chiesa, che fu ultimata il 15 novembre 1650.
Secondo gli studiosi, considerata la preziosa testimonianza di Lodovico Moscardo, la data riportata nell’iscrizione posta sopra il portale d’ingresso, ossia l’anno 1649, è da ritenersi riferita alla posa della prima pietra e non alla conclusione dei lavori che, invece , avvenne il 15 novembre dell’anno successivo. Il testo completo dell’iscrizione è il seguente:
“PIORUM ELEMOSYNIS TEMPLUM HOC ERECTUM FUIT SUB REGIMINE”
“ADMODUM REVERENDI D. D. ANTONI DE BARBERYS ARCHIP. BODOLONI”
“ANNO DMNI MDCXXXXVIIII”
All’arciprete di Bovolone don Antonio Barbieri occorsero meno di due anni per portare a conclusione la costruzione della chiesa, anche se egli non ebbe la possibilità di assistere alla sua benedizione solenne, essendo deceduto due mesi prima.
La chiesa è ad una unica navata con abside rettangolare e di forme esattamente semplici. La sobrietà della facciata è interrotta da una disadorna lunetta ed ha un portale in pietra scanalata sormontato da un architrave decorato e sostenuto da due mensole scolpite a spirali; lo affiancano due finestre chiuse da inferriata.
L’interno è ad unica navata, coperta da un tetto a capriate e scandita nelle pareti da una teoria di paraste storiche che sostengono un aggettante cornicione. Sopra i tabernacolo, al centro dell’altare, è posta la venerata immagine della Beata Vergine della Cintura, scolpita in un cippo di marmo romano di reimpiego. L’opera, eseguita con una certa ricercatezza formale, rappresenta la Madonna in trono con il Bambino in atto benedicente: entrambi indossano una veste fermata da una cintura. In alto due angeli sorreggono la corona della Madonna. Il piccolo gruppo marmoreo è assegnabile alla seconda metà del secolo XIV. La chiesa è importante anche per i dipinti che la decorano: nelle pareti laterali due tele raffigurano a destra Gesù presentato al popolo e a sinistra l’Adorazione dei Magi. Ai lati dell’arco trionfale sono poste due belle tele che rappresentano in costumi romani i santi martiri Giovita, a sinistra, e Faustino, a destra, probabilmente eseguiti da un pittore veneto nel secolo XVI. Il culto  dei martiri Giovita e Faustino è sempre stato molto radicato a Brescia e risale al VI secolo; i due  santi guerrieri, decapitati sotto l’impero di Adriano, divennero il simbolo della città, che a loro ricorse in varie calamità belliche. La devozione per Giovita e Faustino si diffuse nella provincia e anche nel Veneto. E’ quindi verosimile che le tele siano state donate al Santuario della Madonna della Cintura , la cui fama aveva superato gli ambiti provinciali.  All’interno della chiesa sono anche da notare le piccole mensole sorrette da cherubini ai lati del presbiterio, l’acquasantiera a conchiglia posta al centro della parete destra della navata e il grande piliere rotondo situato a destra dell’ingresso: tali manufatti sono in marmo rosso di Verona e risalgono al Settecento.
Per quanto riguarda gli arredi e il corredo liturgico, oggi la chiesa appare abbastanza spoglia. Questo stato di cose dipende in parte dal tipo di utilizzo attuale, ma soprattutto dal grave scempio perpetrato dalle truppe francesi durante il Regno Italico instaurato da Napoleone I. Dopo che la chiesa fu indemaniata vennero asportati tutti i preziosi doni d’oro e d’argento, gli ex voto, le tavolette dipinte, i candelabri, l’organo seicentesco, le campane e quant’altro la pietà dei fedeli vi aveva accumulato per quasi un secolo e mezzo.
A causa del grande afflusso dei pellegrini nella chiesa si dovevano tenere frequenti cerimonie religiose e per questo l’arciprete don Morandi fece richiesta al Vescovo di Verona affinchè inviasse un sacerdote stabile che provvedesse alle necessità del santuario. All’inizio del Settecento arrivarono a Bovolone i Padri Eremiti Agostiniani, addetti esclusivamente al culto della Beata Vergine: essi rimasero ad officiare presso la chiesa fino all’arrivo delle truppe rivoluzionarie francesi.
Da qualche anno il Santuario sta vivendo tra la popolazione una rinnovata devozione. Ogni anno il 20 agosto si celebra con solennità la ricorrenza della Madonna della Cintura.

Fonte: https://www.parrocchiabovolone.it/ambienti/chiese-e-oratori/santuario-madonna-della-cintura/

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