Santa Maria delle Vigne (Basilica Santuario)

Descrizione

Descrizione
Santa Maria delle Vigne è il primo Santuario Mariano a Genova. Il Doge e le alte cariche della Repubblica, a partire dal XVII sec., ebbero la consuetudine di recarsi in pellegrinaggio a questo Santuario nella festa principale.
Una forte devozione a Maria condusse qui parecchie anime elette: S. Caterina Fieschi Adorno, Ettore Vernazza, Maria Vittoria De Fornari Strata, S. Virginia Centurione Bracelli, S. Francesco Maria da Camporosso, S. Luigi Orione. All’ombra delle Vigne si sviluppò la vocazione al sacerdozio di Giacomo Della Chiesa, il futuro Papa Benedetto XV. La chiesa è nominata per la prima volta in un documento del 1083. Della primitiva chiesa resta il campanile, databile al XII sec. e il chiostro, di arcaica struttura ancora antecedente. L’adeguamento alle forme attuali è di epoca seicentesca.

Storia

Le origini

Situata fuori della primitiva cinta muraria di epoca carolingia, in quello che oggi è il cuore del centro storico, a breve distanza dall’allora cattedrale extraurbana di San Siro e dal rio di Soziglia, la basilica è considerata il più antico santuario mariano di Genova (Prima Aedes Januae Deiparae dicata): sembra infatti che una cappella intitolata alla Vergine fosse stata edificata in questo luogo già nel VI secolo, in seguito a un’apparizione mariana avvenuta, secondo la tradizione, ad Argenta del casato Grillo.
Sul sito di questo primo edificio sacro pochi anni prima dell’anno Mille fu costruita la chiesa, chiamata “S. Maria delle Vigne” perché situata al centro di una zona esterna alle mura coltivata a vigneti (extra muros Janue apud rivum Suxilie ubi erant vinee).
Il podere su cui sorgeva la cappella apparteneva intorno alla metà del X secolo a Idone, visconte del Comitato genovese della Marca obertenga, che lo cedette al figlio Oberto il quale, insieme a Guido di Carmandino, intorno al 980 promosse la costruzione della nuova chiesa sul sito dell’antica cappella, come attestato da una lapide posta sul muro laterale della chiesa anche se le prime notizie ufficiali del nuovo edificio sacro risalgono al Registrum Curiae del 1083. Fin dagli inizi fu istituita nella chiesa una collegiata, di cui si hanno notizie in un documento del 1061, dove è citata come già esistente da tempo. Una bolla di papa Onorio III, nel 1222 fissa a 12 il numero dei canonici e stabilisce le regole della comunità. Al prevosto del Capitolo delle Vigne è ancora oggi attribuito il titolo di Prelato d’onore di Sua Santità.
Il borgo sorto attorno alla chiesa nel XII secolo fu inglobato insieme a quello di San Siro nel tessuto urbano della città che andava estendendosi al di fuori della cinta muraria carolingia. Consacrata nel 1117, nel 1147, pochi anni prima che le nuove “Mura del Barbarossa” la racchiudessero entro la cerchia cittadina, la chiesa divenne parrocchiale di quello che in breve tempo sarebbe diventato uno dei più animati quartieri commerciali prossimi al porto. Allo stesso periodo risale la costruzione del campanile, unica struttura romanica rimasta dopo le trasformazioni avvenute nei secoli successivi.
Fu più volte rimaneggiata a partire dal XIII secolo, periodo al quale risale l’originario tetto a capriate ancora esistente sopra la volta seicentesca della navata centrale. Le prime significative modifiche all’originario complesso romanico si ebbero a partire dal 1585, quando su iniziativa della famiglia Grillo, benefattrice della Collegiata, venne deciso l’ampliamento della zona absidale fino all’area del cimitero retrostante. Contestualmente, vennero ampliate le due absidi laterali con la realizzazione delle attuali cappelle che affiancano l’altare maggiore. I lavori di ampliamento furono finanziati da Agapito Grillo e realizzati dall’architetto Gaspare della Corte. La Cappella del Crocifisso ha un rivestimento marmoreo del 1587, opera di Taddeo Carlone.

Il rifacimento seicentesco

Soltanto una cinquantina di anni dopo questi lavori, intorno alla metà del Seicento, il cardinale Stefano Durazzo, in visita pastorale, constatò un degrado del complesso disponendo l’esecuzione di nuovi lavori.
Tali opere, riguardanti in particolare l’apertura di tre finestroni semicircolari e il completo rifacimento delle navate, con la totale sostituzione delle colonne e la costruzione della cupola, vennero affidate all’architetto Daniele Casella. Con la trasformazione dell’interno in stile barocco vennero totalmente ristrutturate da parte delle confraternite e delle famiglie nobili anche le cappelle e gli altari laterali, arricchiti con dipinti e sculture (le volte saranno affrescate solo nel successivo XVIII secolo).

Dall’Ottocento ai giorni nostri

Intorno al 1820 furono completati gli affreschi nelle volte; tra il 1841 e il 1848 la chiesa ebbe una nuova facciata marmorea, in stile neoclassico, eretta su disegno di Ippolito Cremona. Dopo la realizzazione della facciata l’edificio non ha più subito sostanziali modifiche.
Papa Giovanni Paolo II, con un suo breve dell’8 gennaio 1983, ha conferito alla chiesa il titolo di Basilica Minore.

da Wikipedia

Foto di @mattttilde, di Sebastian Vesa Fotograf, Cosmin Latan e Ombretta Napoleone

 

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