Descrizione
Santuario dei SS Cosma e Damiano
Il santuario dei SS Cosma e Damiano di Mamoiada, chiamato anche Santuario di San Cosimo, pare essere la chiesa più antica di tutta la Barbagia. Se le supposizioni di alcuni studiosi sono vere, la chiesa risale infatti al VII secolo d.C.
Il santuario si erge sull’altopiano di “Lidana-Marghine”, a 6 Km dal paese. Attorno alla chiesa di Mamoiada, come é nella tradizione dei villaggi religiosi greci, si é costruito il complesso delle cumbessie; lungo i secoli riattate, ampliate e ricostruite.
La Chiesa vanta all’interno una pregevole nicchia in trachite rosa del ‘600 ed alcuni affreschi di stile bizantino. Nella chiesa si trovano inoltre 14 stazioni in ceramica smaltata rappresentanti la Via Crucis, realizzate in Spagna nella seconda metà del ‘700, dall’artista Jacinto Causada. Solamente di recente è stata scoperta la reale datazione e paternità delle opere Le stesse sono state ammirate da tutto il mondo nel 1998 in occasione della “Via Crucis” del Venerdì Santo, officiata dal Papa Giovanni Paolo II, al Colosseo.
Il santuario forse è stato costruito sulle rovine di preesistenti templi pagani, seguendo la strategia apostolica di S. Gregorio Magno. Non si hanno documenti storici con descrizioni e riferimenti storici sulla costruzione della chiesa. Secondo alcuni risalirebbe al VII e la classificherebbe quindi una delle chiese più antiche della Barbagia. Su una delle due piccole campane spicca la data del 1666.
La struttura architettonica e le pitture all’interno ricalcano moduli Bizantini, come il vicino santuario della Madonna di Itria, in territorio di Gavoi. L’edificio sacro sta al centro di un vasto cortile, dalla forma ellittica, aperto nelle due parti opposte; due robusti cancelli di ferro regolano l’accesso al recinto. Tutt’attorno al cortile stanno “sas humbessìas” (e/o humbissìas), le casette che altrove chiamano muristenes, e che durante la novena sono occupate da famiglie di devoti regolarmente prenotatisi.
Spesso, per iniziativa della Amministrazione Comunale, vengono concesse, per un periodo di soggiorno estivo, agli anziani del paese.
Rare le palazzine private incorporate nella cerchia; una delle abitazioni è riservata al predicatore di turno. A ridosso della chiesa stanno dei loggiati. Il grande salone, che fa parte dell’alloggio temporaneo del priore è sempre aperto e generosamente disponibile per la sosta, il ristoro e l’accoglienza dei pellegrini: la nota dominante di questo ambiente è, infatti, l’ospitalità. Alla chiesa si accede da due ingressi laterali, uno per parte, e, in fondo, dal portone principale.
Da questa chiesa campestre provengono le 14 stazioni della Via Crucis esposte al Colosseo durante la sacra cerimonia del Venerdì Santo del 1998, officiata dal Papa: si tratta di ceramiche giunte a Mamoiada dalla Spagna, realizzate nella fabbrica di Alcora, a Castellon de la Plana, dall’artista José Cotanda Aguilella nella prima metà del Novecento.
Molto interessanti e preziosi i due piatti elemosinieri in ottone del diametro di 38 cm circa, presenti da sempre nel santuario, si distinguono per la diversa iconografia e le scritte e sono autentici pezzi di fine XV secolo realizzati a Norimberga (clicca per approfondimento).
I due santi sono rappresentati con volto austero e barba, copricapo e calzari di foggia orientale. Sul basamento si trova l’iscrizione: “S. Cosma ex legato R. di Sebastiani Casula / olim rectoris de Mamojada / haeredes fieri fecerunt”. Le statue, in alabastro, raffiguranti i due martiri, sono collocate nella parte più elevata dell’imponente altare dominando e caratterizzando l’ambiente interno e sono state offerte da mons. Zunnui, di Fonni.
A diretta disposizione dei fedeli e per la processione altre due statue, su unico punto, sono collocate in un tavolino nell’ingresso. In una parete interna è appeso un quadro che raffigura i cinque santi fratelli Cosimo, Damiano, Antimo, Leonzio, Euprebio (le loro reliquie sono sepolte a Roma nella basilica eretta e a loro dedicata dal Pontefice San Felice IV 526-530).
In tempi remoti ad aver cura del santuario ed annessi erano famiglie nobili di Mamoiada e le consegne erano quasi ereditarie (in una lastra di granito della fonte monumentale di “Santu Cosomo” una data e una sigla – P M. 1871 –, sono riferite a don Paolo Meloni, che fu per un lungo periodo amministratore unico).
Per la festa di San Cosimo – della durata di almeno tre giorni – il 26, 27, 28 Settembre, rientrano gli emigrati e nell’occasione l’afflusso dei festaioli e dei pellegrini non è quantificabile. Canti, balli, morra, musica, spuntini, gare allietano la permanenza nell’amena località.
Per diversi anni si è corso il rally automobilistico Mamojada-San Cosimo dedicato alla memoria del benemerito cav. Peppino Corbula.
L’anima dei festeggiamenti, l’attrattiva principale è ovviamente il santuario dedicato ai due martiri cristiani Cosimo e Damiano. Uniti nella professione medica, nei meriti e nel martirio, la pietà popolare li unisce nelle invocazioni e nella venerazione.
Ai santi taumaturghi, guaritori anargiri, i devoti riconoscono poteri illimitati e chiedono con fede la salute fisica duratura, la guarigione dai mali, la salvezza eterna:
“Gia chi tenides tanta manu
supra dogni infermidade,
sos nostros males sanade
santos Cosomo e Damianu
ma su pius chi nos timimus
perdere a Deus soveranu”