1° giorno della 57ª Assemblea generale del Collegamento Nazionale Santuari alla Domus Mariae di Roma. Tema: Santuario Casa di Preghiera.

Nov 09 2023

1° giorno della 57ª Assemblea generale del Collegamento Nazionale Santuari alla Domus Mariae di Roma. Tema: Santuario Casa di Preghiera.

Il tema del Convegno di quest’anno si pone sulla scia di quanto Papa Francesco ha scritto nella lettera inviata a Mons. Rino Fisichella, nel febbraio del 2022, in preparazione al Giubileo del 2025, nella quale invitava tutti a vivere il 2024 come una vera sinfonia della preghiera: “Anzitutto dobbiamo recuperare il desiderio di stare alla presenza del Signore, ascoltarlo e adorarlo. Preghiera, inoltre, per ringraziare Dio dei tanti doni del suo amore per noi e lodare la sua opera nella creazione, che impegna tutti al rispetto e all’azione concreta e responsabile per la sua salvaguardia. Preghiera come voce “del cuore solo e dell’anima sola” (cfr At 4,32), che si traduce nella solidarietà e nella condivisione del pane quotidiano. Preghiera che permette ad ogni uomo e donna di questo mondo di rivolgersi all’unico Dio, per esprimergli quanto è riposto nel segreto del cuore. Preghiera come via maestra verso la santità, che conduce a vivere la contemplazione anche in mezzo all’azione. Insomma, un intenso anno di preghiera, in cui i cuori si aprano a ricevere l’abbondanza della grazia, facendo del “Padre nostro”, l’orazione che Gesù ci ha insegnato, il programma di vita di ogni suo discepolo.”

Mons. Rino Fisichella, Pro Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, nell’ultima intervista di Vatican News, in preparazione all’incontro internazionale, ha detto: “Il santuario è veramente un luogo dove si prega. Ci sono tante forme di preghiera nei santuari: c’è la preghiera del silenzio, c’è la preghiera di chi contempla l’icona della Vergine e dei santi. Per cui quanti entrano in un santuario, portano con sé gioia, aspettative, dolore, sofferenza, e quindi il santuario deve essere capace di entrare pienamente nella vita di ogni singolo pellegrino in quell’esperienza intima che lì, egli pone davanti a Dio. Ecco perché il santuario diventa lo spazio all’interno del quale si può restituire serenità e si può dare una parola di profonda consolazione”.

Nel fare memoria del primo Incontro internazionale dei Rettori ed Operatori dei Santuari, che si tenne nel novembre del 2018, sul tema: “Il Santuario porta aperta per la nuova evangelizzazione”, in quella occasione abbiamo riflettuto sui santuari che devono sempre più connotarsi come veri e propri luoghi di evangelizzazione. Si diceva che: partire dai Santuari come luoghi di nuova evangelizzazione vuol dire, riscoprire le proprie radici, fare in modo che la fede rimanga sempre come un’autentica sfida, che viene posta nella nostra vita per rispondere alle grandi domande di senso.

Nell’udienza che il Santo Padre, Papa Francesco accordava a tutti i partecipanti dell’incontro internazionale, egli tenne un bel discorso, e tra le righe annunziava il tema di questo secondo incontro internazionale: “Santuario, Casa di preghiera”. Affermava: a) che il Santuario si caratterizza come una vera casa per i pellegrini: “Non può accadere, cosi esortava, che si ponga maggiore attenzione alle esigenze materiali e finanziarie, dimenticando che la realtà più importante sono i pellegrini. Loro sono quelli che contano. Il pane viene dopo, ma prima loro. Verso ognuno di loro dobbiamo avere l’attenzione di fare in modo che ognuno si senta “a casa”, come un famigliare atteso da tanto tempo che finalmente è arrivato.” b) E continuando concludeva che il Santuario, in secondo luogo, è luogo di preghiera.

Due espressioni – casa e luogo di preghiera – di un’unica realtà. I pellegrini devono sentirsi a casa, cioè vivere lo spazio del santuario come la propria casa, e sappiamo che la casa è come uno specchio: nella casa si specchia la nostra identità, come siamo stati, chi siamo e chi saremo. Quando si compra casa e la si arreda, si entra in contatto con la propria intimità e quando la si riordina è un po’ come se ci prendessimo cura di noi. Questo per dire come i pellegrini devono sentire, vivere e custodire gli spazi del Santuario. E a riguardo poi della preghiera, Papa Francesco continuava: “vorrei sottolineare due esigenze. Anzitutto, favorire la preghiera della Chiesa che con la celebrazione dei Sacramenti rende presente ed efficace la salvezza. Questo permette a chiunque sia presente nel Santuario di sentirsi parte di una comunità più grande che da ogni parte della terra professa l’unica fede, testimonia lo stesso amore e vive la medesima speranza. Molti Santuari sono sorti proprio per la richiesta di preghiera che la Vergine Maria ha rivolto al veggente, perché la Chiesa non dimentichi mai le parole del Signore Gesù di pregare senza interruzione (cfr Lc 18,1) e di rimanere sempre vigilanti nell’attesa del suo ritorno (cfr Mc 14,28).

Inoltre, i Santuari sono chiamati ad alimentare la preghiera del singolo pellegrino nel silenzio del suo cuore. Con le parole del cuore, con il silenzio, con le sue formule imparate a memoria da bambino, con i suoi gesti di pietà…, ognuno deve poter essere aiutato ad esprimere la sua preghiera personale. Sono tanti che vengono al Santuario perché hanno bisogno di ricevere una grazia, e poi ritornano per ringraziare di averla sperimentata, spesso per aver ricevuto forza e pace nella prova. Questa preghiera rende i Santuari luoghi fecondi, perché la pietà del popolo sia sempre alimentata e cresca nella conoscenza dell’amore di Dio.”

Nelle parole del Santo Padre, possiamo scorgere alcuni requisiti che connotano i Santuari come case di preghiera, e allo stesso tempo ci interpellano su come dedichiamo tempo, spazio ed energie per far sì che i santuari siano luoghi della presenza di Dio che si fa preghiera attraverso il silenzio, le parole del cuore, le formule imparate a memoria o lette attraverso sussidi appositamente preparati, o come alimentiamo la preghiera con gesti di carità. I Santuari devono diventare fecondi, cioè vere scuole di preghiera, nel favorire la preghiera personale, la preghiera della Chiesa, la Liturgia delle Ore, le lectio divine, la celebrazione esemplare dei sacramenti, il Santo Rosario, cosi da aiutare i fedeli a crescere nell’amore di Dio, nella devozione a Maria e ai Santi, elaborando insieme un’autentica pedagogia della preghiera.

Stralci dal saluto ed introduzione al Convegno di Padre Mario Magro, presidente del CNS.

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