Il Santuario mariano della BEATA VERGINE di TIRANO (SO), ai piedi dell'Alta Vatellina

Mar 05 2021

Il Santuario mariano della BEATA VERGINE di TIRANO (SO), ai piedi dell’Alta Vatellina

Santuario della Madonna di  Tirano

“BENE AVRAI”

La storia di questo Santuario comincia nel  29 Settembre 1501 quando a Mario Omodei, un contadino che stava lavorando i suoi campi,  apparve la Vergine Maria. Al quale disse:

Mario, Mario!  Bene?

Bene avrai. Vai a Tirano, e chiedi a quella gente di costruire, in questo luogo, una chiesa di culto del Signore ed in onore del mio Santo nome.

Mario fece come gli venne chiesto, prima nacque una piccola cappella e nel 1523 venne consacrato il Santuario da Papa Pio XII

Il Santuario è il più bell’esempio del Rinascimento in Valtellina; si tratta di un edificio a tre navate a croce latina i cui caratteri rinascimentali dell’esterno sono attribuiti ai lavoro eseguiti dai fratelli Rodari di Como. All’interno il Santuario è arricchito da numerosi stucchi e sculture e l’opera più preziosa è un colossale organo barocco seicentesco, opera di intaglio del bresciano Giuseppe Bulgarini, completata nel corso di un trentennio dal milanese G.B. Salmoiraghi.

“Bene avrai”, queste sono le parole con cui la Vergine Maria salutò il beato Mario Omodei il 29 settembre 1504, chiedendo espressamente la costruzione di un tempio in suo onore con la promessa di salute spirituale e corporale a chi l’avesse invocata.

L’apparizione della Madonna ebbe molto consenso tra i credenti, tanto che indusse le autorità di Tirano a chiedere alla Curia di Como l’autorizzazione per la costruzione del santuario. Questa fu subito concessa. Infatti il 10 ottobre 1504, undici giorni dopo l’evento, Guglielmo Cittadini, vicario del vescovo di Como, cardinale Antonio Trivulzio, autorizzava, con il permesso di celebrare la messa, la costruzione di una basilicam seu ecclesiam in onore della Vergine, proprio sul luogo dell’apparizione, dove già era stata eretta una cappella. I lavori per la nuova costruzione iniziarono già il 25 marzo 1505 e nel 1513 la chiesa era già officiata, anche se incompleta. Numerosi maestri d’arte, nei secoli successivi, l’arricchirono artisticamente.

Motivo di vanto e di fama per il santuario è la monumentale cassa dell’organo, lavoro di ebanisteria e di intaglio tra i più maestosi e più elaborati d’Italia.

Sorretta da otto lisce colonne di stile dorico in marmo rosa di Arzo (Canton Ticino), essa occupa tutto lo spazio dell’ala sinistra del transetto, trabocca nella navata centrale, salendo fino ai pennacchi della cupola e imponendo con prepotenza la sua scura mole che compromette irrimediabilmente l’equilibrio dei volumi dell’interno.

Nel 1608, su delibera del consiglio comunale, era stato dato l’incarico all’intagliatore Giuseppe Bulgarini di Brescia di realizzare una cassa per il nuovo organo, un’opera grandiosa e straordinaria, forse suggerita dall’organista Ottavio Bargnani, anch’egli bresciano, ai deputati, desiderosi di onorare la Vergine nella ricorrenza centenaria dell’Apparizione da poco trascorsa.

La costruzione comportò ben 11mila ore di lavoro con ingenti costi – seimila ducati, secondo le cronache del tempo – per l’acquisto di legname, la manovalanza, i compensi all’artista, cui si affiancarono quelli per la messa a punto della parte strumentale dell’organo commissionata ai fratelli Tommaso e Domenico Mearini di Brescia, ma realizzata in effetti dal milanese Michelangelo Valvassori tra il 1639 e il 1641.

Le emblematiche alte colonne, su cui si avvitano pampini e grappoli d’uva, sorreggono un’imponente trabeazione e un originale frontone spezzato a volute evocanti le nubi, dalle quali si affaccia la figura poderosa dell’onnipotente Padre con le braccia tese per accogliere le preghiere e alle suppliche che con la musica e il canto s’innalzano a Lui. Una moltitudine di angeli musicanti riveste tutta la superficie tra una miriade di minuti motivi floreali, schiere di canne, cariatidi, telamoni, addobbi dorati con strumenti e grappoli di melagrane, in festosa ascesa verso il Padre, termine ultimo dell’animato “concerto di sculture” ideato dal Bulgarini, secondo l’esuberante spirito barocco.

A Madonna del Tirano ogni giorno accorrono i devoti per invocare consolazione, speranza e salute ai piedi della Vergine. Per questo – fin dall’inizio – è invocata anche col titolo di ‘Santa Maria de la Sanitate’, della salute. Dal 1 luglio 2003 la custodia e l’ufficiatura del santuario sono state affidate al clero diocesano e il 6 luglio il vescovo di Como, mons. Alessandro Maggiolini, con proprio decreto, ha dichiarato ‘diocesano’ questo santuario della Madonna. Il Santuario è officiato dai Sacerdoti della Diocesi di Como.

Il Santuario dispone di un ampio salone, la Sala Beato Mario, dove – previo accordo con i sacerdoti – i gruppi di pellegrini possono sostare, ristorarsi e consumare pranzi al sacco. La sala si presta inoltre all’organizzazione di incontri e conferenze.

Il Santuario offre anche l’opportunità di una visita guidata alla scoperta del forte messaggio mariano che custodisce.

 

ALCUNE NOTIZIE UTILI

Orari di apertura del Santuario

Tutti i giorni: dalle 7.00 alle 12.15; dalle 14.30 alle 19.00
Nel mese di maggio: mercoledì, sabato e domenica dalle 7.00 alle 19.00
Da giugno a fine settembre: per tutta la settimana orario continuato dalle 7.00 alle 19.00

Orari delle celebrazioni

Ss. Messe domenicali e festive: ore 7.30 – 9.30 – 11.00 – 16.30
ore 18.00 – ore 20.30 (luglio e agosto)

Ss. Messe del sabato sera e vigilie festive: ore 18.00

Ss. Messe feriali: ore 7.30- ore 9.00 (preceduta dalla Recita dell’Ora Media)
ore 17.30 (18.00 da aprile a settembre), preceduta dalla recita del S. Rosario

Altre celebrazioni

Pomeriggio della domenica e delle festività
ore 15.00: Adorazione/Vespri – Santo rosario – Benedizione Eucaristica

Confessioni
Durante il tempo di apertura sono a disposizione i sacerdoti del Santuario.
Ogni giovedì, dalle ore 9.30 alle 11.30, è presente un Frate del convento di Colda.

SITO INTERNET: https://santuarioditirano.it/

 

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