La Basilica Santuario della Madonna del Colle a Lenola (LT). Il nuovo sito online e la storia dell'Apparizione della Madonna ad un giovane orfano di genitori

Lug 12 2021

La Basilica Santuario della Madonna del Colle a Lenola (LT). Il nuovo sito online e la storia dell’Apparizione della Madonna ad un giovane orfano di genitori

COMUNICATO STAMPA

 Lenola, Online il nuovo sito del santuario della Madonna del Colle

 www.madonnadelcolle.it

Si apre una nuova finestra sul Santuario della Madonna del Colle di Lenola per conoscerne meglio la storia e le attività. È online da pochi giorni il nuovo sito della Basilica Santuario della Madonna del Colle, www.madonnadelcolle.it, frutto del lavoro promosso dal Rettorato del Santuario in collaborazione con il gruppo pastorale social media. Grazie ad una struttura semplice e lineare, sarà possibile accedere con maggiore agilità alle informazioni riguardanti la Basilica ed essere sempre aggiornati sulle ultime notizie ed attività.

La presentazione del nuovo sito arriva in una stagione di grande rilancio per il turismo religioso e per la rete di pellegrinaggi nel quale il Santuario da tanti anni è presente. Sarà dunque questa un’occasione nuova per accogliere e promuovere le visite dei pellegrini che desiderano raggiungere il Colle di Lenola durante tutto l’anno.

All’interno del nuovo website è stato dato maggiore risalto ai carismi, alle opere caritative del Santuario ed anche al tema della valorizzazione del patrimonio storico-artistico che arricchisce la grande opera spirituale iniziata nel 1602 con la conversione del Servo di Dio Gabriele Mattei.

Il sito sarà, inoltre, un sicuro veicolo per accrescere l’amicizia e l’unità della grande famiglia della Madonna del Colle formata da tutti i suoi figli, amici e devoti sparsi in Italia e nel mondo.

Il completamento del nuovo portale si unisce al lavoro costante che i ragazzi e le ragazze del social media team del Santuario portano avanti sui canali social Facebook e Instagram della Madonna del Colle con una community che ad oggi ha raggiunto quasi 15mila followers.

“Un nuovo sito per la Madonna del Colle significa aprire, anzi spalancare le porte della Chiesa al continente digitale sia perché la gente entri, sia perché il Vangelo possa uscire incontro a tutti, sicuri che ogni incontro genera bellezza” afferma don Adriano Di Gesù, Rettore della Basilica del Colle.

Gaeta, 12 luglio 2021

Le origini del Santuario

Il Santuario della Madonna del Colle nella terra di Lenola affonda la sua radice storica ai primi secoli dell’era cristiana, nella metà del terzo secolo. Lo storico belga De Schepper, narra che “gli Apostoli Pietro e Paolo in viaggio verso Roma percorrendo la Via Appia, la Regina Viarum, che attraversa la fertile pianura di Fondi, città dalle mura megalitiche, annunziarono ai pagani la Buona Novella del Vangelo costituendo cosi i primi nuclei di cristiani”.
Attraverso i secoli successivi, si svilupparono nella zona fondana e dintorni molteplici comunità di cristiani tanto che nel 250 d.C., quando l’Imperatore Decio ordinò la persecuzione contro di essi, che riteneva responsabili dei mali che attanagliavano l’Impero, nel territorio fondano ne furono uccisi parecchie migliaia. Fu a seguito di quella spietata caccia all’uomo che alcuni di essi si rifugiarono sui monti vicini, non per viltà, ma con lo scopo di poter conservare e diffondere il seme del Vangelo. Un gruppo di perseguitati trovò riparo sul Colle di Lenola, un tempo roccioso e selvaggio, trovando rifugio in una caverna celata tra piante e rovi, dove eressero un’edicola con l’immagine della Madonna col Bambino.
Là pregavano e celebravano i divini misteri della fede. Alcuni soldati romani, fedeli all’ordine imperiale di far minuziosa ricerca in ogni luogo, scoprirono la piccola caverna dove trovarono i martiri Onorio e Livio insieme ad altri che pregavano; li uccisero tutti lasciandoli insepolti. La notizia dell’eccidio avvenuto sul Colle di Lenola si propagò tra i cristiani rimasti nell’agro fondano, i quali informarono il monaco egiziano San Paterno, che si trovava di passaggio per Roma per venerare le tombe degli Apostoli Pietro e Paolo.
Avutane notizia, egli insieme ad altri cristiani si recò sul Colle, per dare una degna sepoltura ai corpi dei martiri. Terminata l’opera pietosa, pose sul sepolcro una rozza pietra, con una scritta incisa in lingua sconosciuta ai pagani: “Qui giace Onorio, Livio ed altri, morti per la Fede nella metà del terzo secolo”. Presso il sepolcro piantarono un albero di cipresso, segno di resurrezione. Calate le tenebre, si misero a pregare salmodiando e, presi dalla stanchezza, si addormentarono profondamente.
In piena notte furono scossi da un rumore, sgomenti videro la caverna inondata di una forte luce, ma una voce angelica li rincuorò: “Non temete, sperate in Dio, Io sono tra voi per vostro conforto, qui è la mia Immagine”. Svegliati dal sonno videro l’Immagine della Vergine col Bambino, circondata da Angeli che agitavano palme e corone del martirio. Non credendo ai propri occhi si domandarono l’un l’altro se ognuno avesse visto e ascoltato le stesse parole.
L’indomani, confortati da quella visione, pieni di gioia ridiscesero nell’agro fondano dove avrebbero voluto propagare subito ad altri fratelli la gioiosa notizia; ma dovettero desistere perché era ancora in pieno vigore l’Editto dell’imperatore Decio. A vigilare le tombe gloriose dei martiri restò la Vergine Madre, in attesa di un’alba radiosa segnata da Dio.

Il Miracolo dei cipressi

Ammirando l’artistica facciata del Santuario, l’occhio è chiamato a ben altra attrattiva, che stupisce e lascia perplessi: è il ramo robusto di cipresso inchiodato insieme ad altri tre sul cornicione maggiore nel 1628. Insieme a festoni di mirto dovevano avere il compito solo di abbellimento per l’inaugurazione della bella facciata.
Dopo alcuni giorni nel disfare l’addobbo, tre dei quattro cipressi si trovarono attecchiti. Da allora vegetarono senza radici, resistendo alle intemperie e alla siccità. La costante tradizione di fede ha riconosciuto in questo segno dei cipressi il prodigio promesso dalla Madonna a Gabriele Mattei.
Attualmente ne rimane a vegetare uno soltanto sulla parte destra del cornicione. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per la protezione delle piante, in una relazione dell’11 giugno 2002 ha dichiarato: “la pianta posta a sinistra di chi guarda la facciata è ormai completamente disseccata  il reperimento sul fusto di piccolissime gocce di resina ancora fresca stanno a indicare che la morte della pianta è avvenuta in tempi recentissimi.
Non avendo trovato sulla pianta nessun segno di malattia  pensiamo che il disseccamento e la morte di questa pianta sia dovuto a causa naturale (vecchiaia). Per quanto riguarda la pianta situata sulla parte destra del cornicione, questa è ancora viva, sebbene interessata da numerosi disseccamenti della chioma e di una grossa branca. Riteniamo già evento miracoloso il fatto che i due cipressi abbiano potuto vivere per tanto tempo in una condizione trofica così difficile”.

 

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