Madonna di Casaluce

Descrizione

Descrizione
Casaluce, piccolo centro rurale a una manciata di chilometri da Aversa, prima contea normanna del Meridione, sorge un magnifico Castello e il suo Santuario. Andiamo a scoprire quali segreti nasconde questa fetta dell’agro aversano e che importanza ha avuto per il territorio.

Il Castello di Casaluce

Perché spostarsi in altri luoghi, quando a poca distanza da Caserta e Capua è possibile ammirare un vero castello medievale? Fatto edificare nel 1030 da Rainulfo il normanno, contro le mire della vicina Capua, il Castello sorgeva immerso nel verde, sull’antico asse viario romano, la via Campana, che collegava Capua a Pozzuoli. Tutto l’hinterland, da Capua a Maddaloni, da Caserta vecchia a Napoli, era visibile da uno dei suoi torrioni. Venuta meno la sua funzione strategica, in seguito a diverse ribellioni nel 1135, contro Aversa e Ruggero II, il Castello ebbe diversi padroni: gli Svevi, gli Angioini, e i nobili de Balzo; nel 1359 fu donato ai monaci Celestini.
Il Castello è di forma quadrata con una cinta muraria gigante e ai lati ben quattro torri quadrate, ancora conservate. Come ogni castello che si rispetti, non poteva mancarvi un profondo fossato. In esso si dice vivesse un famelico coccodrillo, pronto a divorare gli ospiti indesiderati. Entrando dal ponte levatoio, poi restaurato in pietra, si giunge dal lungo il portico al chiostro del monastero dei Celestini.

Il Santuario della Madonna di Casaluce

Il Santuario della Madonna di Casaluce è il più antico di tutta la Diocesi di Aversa, datato al XIV secolo. L’origine del nome non è chiara. Alcuni ritengono derivi da “castrum lucis“, dunque dal castello. Altri dal nome dei nobili che vivevano sul territorio, i “de Casaluccia“. L’ipotesi più convincente però, resta quella dell’arrivo dell’Icona sacra della Madonna con bambino, che motiva così il titolo di tutto il Santuario nel 1359.

L’icona della Madonna di Casaluce

L’origine dell’icona bizantina della Madonna con bambino proviene da terre lontane. Il dipinto su tavoletta di 30 cm x 22 cm, viene realizzato nell’ XI secolo. La Madonna nera acquistò il titolo di “Colei che indica la via”, una volta portata via da Gerusalemme. Era protetta da una custodia dal sapore orientale, fatta di canna d’India, tessuto rosso, lettere d’oro in siriano e un dragone inciso.
Il dipinto con il busto alla greca, presenta sulla fronte e sulla spalla destra una stella d’oro, le maniche del vestito sono frangiate d’oro. A differenza di tutte le icone bizantine che conosciamo in cui madre e figlio guardano verso l’esterno, in quella di Casaluce i protagonisti si scambiano un tenero sguardo. Questa icona diede inizio ad un culto e a una serie di miracoli  che si diffusero non solo nei territori circostanti, ma anche nel regno di Napoli. Non di meno, si diffuse l’idea che fosse San Luca in persona ad aver dipinto l’Icona Sacra.

Le Idrie sacre e gli affreschi della scuola giottesca

Il 1360 i monaci Celestini presero possesso e iniziarono subito i lavori per abbellire la chiesa in stile gotico. Alcune stanze del Castello che davano sul chiostro divennero celle per i monaci. Si scelse di abbellire la chiesa con tutto il chiostro che affacciava sul Castello. In seguito si pensò di aggiungere archi per costruire tutte le eventuali finestre (archi gotici, trilobati). Da qui cominciava la grande importanza del luogo per la presenza dell’icona della Madonna col Bambinoalle Idrie sacre del I a.C.
Le due Idrie sono quelle che la tradizione attribuisce alle giare utilizzate da Cristo per il primo miracolo di Cana in Galilea, viaggiarono insieme all’icona. Ancora oggi, con esse viene eseguito un rituale di benedizione delle acque unico nel suo genere ed antichissimo. Dal 1362 si decise di completare i lavori con un ciclo di affreschi fiorentini, rappresentanti i santi dell’ordine celestino. Il loro senso estetico e le donazioni della famiglia de Balzo, permisero ai frati di affrescare sia la chiesa che le cappelle con le scene per mano di Niccolò di Tommaso. L’autore, figlio di Maso di Banco, primo collaboratore di Giotto, ha affrescato sia volta della navata centrale  che la controfacciata con la gloria dei Santi, in trenta clipei che si stagliano sul cielo azzurro e il ciclo del Nuovo Testamento con la vita di Cristo.

La leggenda del corvo parlante di Casaluce

In questi luoghi non mancano le leggende interessanti. Una di queste vede protagonista un corvo nero parlante, che, confuso per un frate, negò ospitalità  ai de Balzo in una notte di neve e tempesta, costringendoli a rifugiarsi al vicino monastero di Aversa. I reali, vedendosi negata l’ospitalità, decisero di cacciare i Celestini dal monastero di Casaluce e per dispetto vi introdussero i monaci carmelitani. Una volta spiegato l’equivoco del corvo, il monastero tornò ai Celestini 1363. In questa leggenda si nasconde una forte rivalità tra i due ordini monastici. I carmelitani non vollero cedere i possedimenti acquisiti a svantaggio dei Celestini, tanto che furono i soldati del re di Napoli a obbligarli a cedere. Per l’onore ricevuto, i Celestini fecero uno strappo alla regola della povertà, ed ottennero i territori del Molise e del Montenegro.
Per secoli Aversa e Casaluce si contesero l’icona della Madonna. Si è giunti a una soluzione solo dopo molto tempo: ogni 15 ottobre l’Icona lascia Aversa per ritornare al Santuario di Casaluce per ben otto mesi. Ad Aversa l’Icona si stabilisce nella Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, residenza della regina Giovanna II d’Angiò, dal 15 giugno. La processione che finge il litigio tra le due città si ha all’altezza di un cippo di confine, nei pressi del rione san Lorenzo, con tanto di cambio di mantello da quello casalucese a quello aversano.

La leggenda della Sacra Icona

Un’ulteriore leggenda racconta che in una notte di tempesta, una donna chiese asilo al convento dei Celestini di Aversa, ma venne rifiutata per la rigida regola che vietava in esso la presenza delle donne. Ciò non fu per i Celestini di Casaluce e la donna passò la notte al monastero. Il mattino seguente, si racconta che nella stanzetta della donna furono trovati solo petali di rosa e una piccola Icona.

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