Maria SS. della Madia (Basilica Cattedrale Santuario)

Descrizione

Descrizione

La Basilica Cattedrale di Maria Santissima della Madia è la chiesa Cattedrale di  Monopoli e  Concattedrale della diocesi di Conversano – Monopoli. Nell’ottobre del 1921 papa Benedetto XV la elevò al rango di Basilica minore.

Il luogo su cui sorge la basilica cattedrale della Madonna della Madia si è rivelato, grazie agli scavi archeologici avviati in loco nel 1986, zona di antiche e complesse stratificazioni temporali che, partendo dal 4500 a.C. circa, giungono fino ai nostri giorni.

Icona della Madonna della Madia

Correva l’anno del Signore 1117 e delle serie difficoltà economiche impedivano la costruzione della cattedrale di Monopoli. Malgrado l’attuale vescovo Romualdo non mancasse di incitare i fedeli alla preghiera, non si riuscivano a trovare le travi necessarie per completare il tetto dell’opera sacra.
La Santissima Madre non tardò però ad esaudire le preghiere dei suoi figli. Nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1117, la Madonna apparve in sogno al sacrestano della cattedrale di nome Mercurio, consegnandogli un messaggio per il vescovo: le travi, tanto agognate dal prelato per la costruzione del tetto della Basilica, erano già al porto. Per tre volte il sacrestano si recò dal vescovo, per riferirgli che le travi erano già disponibili, ma questi, scettico, non prestò importanza alle parole di Mercurio, ricacciandolo tutte e tre le volte e tacciandolo d’ubriachezza. Ma nel cuore della notte, al fine di vincere l’incredulità del vescovo, gli angeli fecero suonare miracolosamente tutte le campane della città, allarmando sia il popolo che il clero, al punto da spingere tutti  i cittadini a riunirsi al porto. Qui galleggiava una grande zattera (la madia) con sopra l’icona. Al porto, il vescovo per tre volte provò ad afferrare il quadro ma la zattera per tre volte, memore del triplice rifiuto precedente, si ritirò a largo. Solo dopo aver compreso la sua mancanza di fede, Romualdo riuscì ad afferrare il quadro e tenendolo stretto a se, seguito dalla folla di fedeli, lo depose nella cattedrale, dando così vita alla prima processione della Madonna della Madìa.
Le travi dell’imbarcazione di fortuna furono immediatamente recuperate ed utilizzate per il completamento dell’opera. Anticamente, in occasione della festa, piccoli frammenti dei sacri legni venivano distribuiti ai fedeli come reliquie. Oggi le travi sono ancora venerate in una cappella dell’attuale cattedrale barocca (1742-70). Dopo novecento anni risultano essere ancora al tatto fresche e vive. Altre ne sorreggono il tetto, oltre la volta in pietra, come nella precedente basilica romanica a cui si rifà il miracolo della Vergine.
Oggi come allora, la notte del 16 dicembre e la sera del 14 agosto in occasione della festa dell’Assunzione della Vergine, l’icona della Madonna della Madìa arriva su una zattera scortata da pescatori e marinai. I subacquei completano la processione sott’acqua e guidano con le loro torce la zattera verso il molo dove, ad attendere la miracolosa immagine, ci sono i fedeli e il vescovo della diocesi.
La legenda sembra confermata dall’ipotesi del naufragio di una grossa nave da carico, armata da un certo Euprasio e partita da Costantinopoli. Un’altra ipotesi vuole la produzione dell’icona direttamente in Italia, ad opera di iconografi bizantini, attorno al 1280.
La recente memoria popolare ci tramanda che durante il secondo conflitto mondiale, laddove vi fosse un’immagine della Madonna della Madìa non sarebbe avvenuto alcuno scoppio a seguito dei bombardamenti anglo-americani.
L’Icona detta della «Madìa», dalla parola spagnola, ma di origine araba, «Almadìa» che indica proprio la zattera è una tempera su tavola. L’immagine è del tipo Odigitria, ed ha la peculiarità di reggere col braccio sinistro il Figlio, il quale a sua volta regge con il suo sinistro la Legge; entrambe le destre indicano il movimento tipico delle icone verso lo spettatore. L’occhio destro della Madre esattamente sulla linea di centro dell’icona attira l’attenzione dei suoi figli, mentre con la destra, ed il capo lievemente inclinato, conduce al Figlio, indicandolo. Ancora una volta con la sua destra Gesù benedice il fedele con l’anulare unito al pollice, raffigurante la natura umana e divina che si incontrano, mentre le altre tre dita rappresentano la SS. Trinità. La posizione esattamente centrale della mano del Bimbo conclude il movimento partito dalla Madre e raffigurato interamente sulla linea di centro dell’immagine. Le lumeggiature e i fili d’oro del vestito di Gesù disposti a forma di raggi di sole sono espressione della Sua regalità. La Madre stessa con il braccio sinistro ne è il trono. Le gambe incrociate annunciano i momenti della passione, mentre la fronte alta, tipica di una persona matura indica la consapevolezza del Piccolo della Sua Missione. Tornando sulla sinistra è in evidenza il rotolo tenuto da Gesù che ci rimanda anche all’Apocalisse (5,1), dove il Signore in trono ha un libro “a forma di rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno sigillato con sette sigilli” se si misura la distanza fra una linea obliqua e l’altra e si completano con le linee nascoste sotto la mano di Gesù si vedrà infatti con facilità che sono esattamente sette. Nessuno sa cosa c’è scritto in quel rotolo, ma ognuno spera che ci sia scritto il proprio nome, infatti la tradizione vuole che la settima introduzione alla “coroncina” dedicata alla Madonna della Madìa reciti: “O Maria SS. Della Madìa, Voi che sapete il segreto di quel foglio che tiene chiuso nella mano il vostro Bambino Gesù, deh! Per carità! Abbiate pietà della povera anima mia, perciò se il nome mio non sta scritto in quel foglio, scrivetelo Voi potentissima Madre e sarò salvo”.
Ancora e non a caso sulla sinistra, ai piedi di Gesù, vi è una figura più piccola: un abate dell’Ordine di S. Basilio (l’attribuzione è certa poiché il religioso indossa un saio nero), dalla parte opposta un diacono che reca in mano un lungo cero.
Altra caratteristica dell’Icona è la mancanza delle scritture liturgiche MHP OY (Mèter Theoù = Madre di Dio) ed IC XC (Iesoùs Christòs = Gesù Cristo) per l’identificazione dei personaggi sacri raffigurati (caratteristica importante nella tradizione bizantina, per l’ammissione al culto delle icone).
Le aureole a racemi rilevati in pastiglia rimandano alle produzioni cipriote o crociate. Le tre stelle sul manto della Vergine (una è coperta dal Cristo) indicano la perpetua verginità di Maria: prima, durante e dopo il parto. Un particolare espediente pittorico, poi, permette alla Vergine di osservare il visitatore posto in qualsiasi posizione prospettica. Il suo doppio manto, indica la sua natura spirituale e umana, lei, creatura, figlia di suo Figlio, madre di Dio e madre dell’umanità.
Il retro dell’icona, in modo assai originale, rappresenta una mappa celeste, ove risulta abbastanza chiara la costellazione dell’orsa maggiore.

Madonna della Madia, Stella del mattino, guida della Chiesa verso la verità, la vita.
Ti chiamerò luce, ti chiamerò speranza. Ave Maria, Ave Maria.
Madonna della Madia, nostra sorella e madre, mostra a noi tuo Figlio, segno di grazia e perdono.
Ti chiamerò vita, ti chiamerò certezza.
Madonna della Madia, venuta a noi dal mare, sei madre premurosa di questa città che a te s’affida.
Ti chiamerò pace, ti chiamerò fortezza.
Madonna della Madia, Monopoli ti loda: canta a te il suo grazie, narra le gioie, le sue pene.
Ti chiamerò madre, ti chiamerò dolcezza.
Don Armando Dorsi

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