CONCLUSIONI del 52° Convegno CNS Sotto il Monte - BG

Nov 09 2017

CONCLUSIONI del 52° Convegno CNS Sotto il Monte – BG

Conclusioni del 52° Convegno
Sotto il Monte Giovanni XXIII – BG

Padre Mario Magro
Presidente del CNS

 

Carissimi confratelli Rettori e Operatori dei Santuari,

al termine di questi quattro giorni di Convegno, voglio esprimere sentimenti di gratitudine a Dio per averci convocati a fare esperienza del suo amore e per averci radunati a vivere momenti di fraternità e di comunione, in un clima cordiale, sereno e gioioso, sotto la paterna protezione dell’amato Papa San Giovanni XXIII e della Santa Vergine Maria, Madre di misericordia. Il mio grazie insieme a quello del Consiglio Direttivo va a ciascuno di voi per aver accolto l’invito a ritrovarci in questa straordinaria località di Sotto il Monte, paese natale del santo Papa e luogo dello spirito, dove si avverte ancora viva la sua presenza attraverso i luoghi della sua memoria e della vita semplice e contadina che plasmò tutta l’esistenza di Giovanni XXIII, i ricordi e le reliquie, i cimeli e gli ex voto che ci riportano, mente e cuore, ad uno dei più grandi papi del 20° secolo, ché in meno di 5 anni di pontificato dette una svolta epocale alla Chiesa Universale. Non solo, ma in questi giorni ho avvertito la forte presenza della Vergine Maria, Regina della Pace, che mai ci abbandona e che sempre ci accompagna per le vie della vita. Lo straordinario sito che ci ha raccolti, anche se con qualche piccolo disagio per via degli alberghi non proprio vicini al Santuario, per molti di noi rimarrà un ricordo indelebile, per essere venuti qui in pellegrinaggio per la prima volta, e per l’opportunità che ci è stata offerta di soffermarci sulla grandezza e santità di Giovanni XXIII, e di recuperare e rileggere con più attenzione oltre che le sue encicliche anche i suoi diari che rappresentano un importante contributo per consegnare alla storia la figura spirituale di Papa Giovanni nella sua interezza: “uomo dalle radici semplici e genuine, appassionato studioso e scrittore colto, diplomatico esperto e sensibile, pastore dedito ed equilibrato, prete obbediente e libero, uomo di Chiesa e di mondo, cristiano devoto e umile, pontefice lungimirante e coraggioso”. Così lo ha descritto don Ezio Bolis, direttore della Fondazione Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

         Siamo grati a Dio, per tutti i momenti vissuti insieme. Ma un sentito e doveroso grazie va a coloro che hanno organizzato e gestito concretamente il Convegno: in primis Mons. Claudio Dolcini rettore di questo Santuario e Delegato incaricato per la Lombardia, per l’ospitalità riservataci, facendoci sentire a casa e venendoci incontro in tutte le varie necessità ed esigenze. Grazie Don Claudio! Il tuo sorriso sempre pronto ad accoglierci e la tua paterna amabilità ci hanno comunicato la gioia di sentirci a casa e di essere famiglia. Il nostro immenso grazie va a tutta la macchina organizzativa della segreteria Alice Cazzaniga sino a tutta la schiera di amici, fedeli e volontari della parrocchia-santuario che ci hanno accolto, accompagnato negli alberghi, cucinato e servito a tavola. Grazie di cuore a tutti loro. Un sentito grazie a Don Antonio e Don Gabriele, rispettivamente rettore e collaboratore del Santuario della Madonna di Caravaggio per l’animazione liturgica, e a Don Leonardo per il servizio liturgico. Tutti in vario modo, con attenta e vigile presenza, hanno contribuito a farci vivere serenamente questi giorni di grazia e di comunione fraterna. Auguriamo a Don Claudio e a tutta la comunità parrocchiale che l’anno Giovanneo che stanno per iniziare possa far rinascere il grande interesse e la forte devozione verso la figura straordinaria di Papa Giovanni XXIII e di questo luogo dello spirito. Un sentito grazie ancora una volta a Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Francesco Beschi per la splendida accoglienza riservataci nella sua antica Diocesi di Bergamo e per la celebrazione eucaristica che ha presieduto nell’abbazia di S. Egidio a Fontanella, luogo storico che ha accolto varie volte S. Giovanni XXIII e ha dato ospitalità al grande poeta Padre Davide Maria Turoldo. Il grazie ai vari presidenti delle celebrazioni liturgiche: il Cardinale Stanislao Rylko, Mons. Franco Giulio Brambilla e Mons. Rino Fisichella, insieme a Mons. Meo Bessone che ha presieduto ieri sera i vespri. Il mio sincero grazie unito al vostro va al Cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il Clero, referente per diversi anni del Collegamento Nazionale Santuari. La Congregazione del Clero ci ha riconosciuto come Associazione e ci ha guidato per alcuni anni, incoraggiandoci e sostenendoci nelle varie attività intraprese. Dalla Congregazione siamo passati al Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione e il nostro grazie va al nuovo responsabile dei santuari di tutto il mondo Mons. Rino Fisichella che ci ha amorevolmente accolto e con il quale vogliamo costruire relazioni serene e fruttuose per continuare a far crescere la pastorale dei Santuari nell’ottica della fede, della evangelizzazione e della misericordia, pilastri fondamentali che tengono alta la devozione e la pietà del nostro popolo cristiano. A lui diciamo grazie per aver portato al termine la richiesta che il Collegamento ha fatto alcuni mesi fa, prima alla Congregazione per il Clero e poi al Pontificio Consiglio, di avere un prelato assistente ecclesiastico come da statuto, e finalmente con decreto del 28 ottobre 2017 abbiamo avuto la nomina dell’assistente ecclesiastico nella persona di Mons. Carlo Mazza, vescovo emerito di Fidenza. Con lui cercheremo di relazionarci, di confrontarci, di renderlo partecipe delle varie attività del CNS, e spero anche di invitarlo ogni tanto nei vostri Santuari, per attuare sempre più gli scopi per cui il Collegamento è nato: sostenere e promuovere i Santuari affinchè sviluppino nei fedeli e pellegrini una sempre più crescente fede in Dio, nella devozione alla Vergine Maria e ai Santi, e un ritorno a Dio Padre buono e misericordioso.

A questo Convegno hanno preso parte circa 150 tra rettori e operatori dei Santuari da tutta Italia.

Ad oggi gli iscritti dell’Associazione che hanno versato la loro quota sono 76. Ricordiamo che la validità dell’iscrizione al CNS copre il tempo che va da questo convegno al prossimo convegno 2018. La vostra iscrizione aiuta il Collegamento a portare avanti alcuni impegni concreti quali la stampa degli atti del convegno annuale ed altri piccoli progetti a favore dei Santuari.

A nome vostro il grazie piu sincero al moderatore del Convegno fra Massimo Lelli, segretario del Collegamento Nazionale e curatore del sito del Collegamento e ai vari relatori che ci hanno consentito di riflettere e di fermarci ulteriormente sui temi che l’esortazione apostolica Amoris Laettia ha suscitato nella Chiesa, dandoci chiavi di lettura e soprattutto orientamenti, indicazioni e prospettive.

Richiamo alcune suggestioni che ho raccolto dall’ascolto delle relazioni. Relazioni che a mio avviso sono state di ottima qualità, profonde e sapienti aiutandoci a creare e sviluppare per il nostro ministero una buona prassi pastorale e penitenziale utile per il servizio che rendiamo ai Santuari da noi presieduti. Giusto qualche richiamo: Mons. Franco Giulio Brambilla ci ha esortati ad una corretta comprensione di Amoris Laetitia dove il discernimento diviene la via caritatis, la via della gradualità, che si realizza tra bene promesso e bene attuato. Siamo invitati dalla esortazione apostolica a creare centri di ascolto, di accompagnamento per avviare una seria formazione ed educazione della propria coscienza. Il Discernere è la vera novità dell’esortazione, è il momento decisivo, in cui si sviluppa un rapporto dialogico tra il momento personale ed il momento pastorale. Dobbiamo acquisire sempre più un cuore pastorale. Don Lorenzo Testa presentandoci il contesto culturale del mondo che viviamo, ci dice che questo mondo non ci aiuta a comprendere il senso del peccato, ma anzi ci allontana e si giunge alla perdita completa del senso del peccato. Quali i fattori scatenanti: il forte processo di secolarizzazione, la messa in questione della libertà, la tendenza a rendere collettiva la colpa, l’affermarsi del mito dell’autenticità. In un simile contesto la confessione viene ridotta a semplice risposta di un bisogno soggettivo, più che il luogo nel quale il soggetto si confronta con la parola che lo chiama e che gli indica il bene da scegliere. Come curare il senso di colpa? Occorre confrontarsi con questa colpa e darle un nome davanti a Dio. Una domanda: il cristiano di oggi si sente peccatore? Forse dobbiamo partire proprio da questa domanda per sondare realmente se c’è ancora la percezione del senso del peccato. La crisi del senso del peccato è dovuta al fatto che manca il discernimento. Don Maurizio Chiodi, ci ha fatto anche lui una bella riflessione su coscienza, norma e discernimento, questioni morali in Amoris Laetitia. Ma giusto un accenno a quanto ci ha detto al termine della sua relazione parlando a proposito dell’arte del discernimento, prendendo a prestito alcune riflessioni del filosofo Paul Ricouer: il discernimento è l’arte di saper prendere decisioni buone ed eque, non solo nelle circostanze ordinarie della vita ma soprattutto nelle situazioni di maggiore conflitto e incertezza, quando la scelta si pone tra il cattivo e il peggiore, oppure come scrive lo stesso papa Francesco, quando essa non sta tra bianco o nero ma riguarda le tante sfumature di grigio che è il bene possibile. Don Basilio Petrà ci ha fatto un mini trattato sulla prassi penitenziale e il discernimento morale, ricordandoci che la prima attitudine che dobbiamo avere come confessori è quella di credere sempre nel penitente, quindi creare un accoglienza fiduciosa. Nell’accompagnare un penitente, l’attitudine del ministro deve essere quella di vedere l’oggettività, nel senso di guardare sempre la sua realtà oggettiva, perchè non c’è un esame da fare e quindi un voto morale da dare; bisogna entrare in empatia col penitente. Il confessore non deve misurare il penitente dall’esterno, ma deve entrare nella sua vita, cercare di vedere con gli occhi del penitente. Nelle confessioni dobbiamo cercare sempre uno spiraglio per creare le condizioni di un vero pentimento. Non assolvere, ci ha ribadito, è una grave responsabilità. Ed infine quest’oggi la bella testimonianza con orientamenti pastorali coordinati da Mons. Eugenio Zanetti del Gruppo La Casa. Grazie alle coppie che ci hanno dato una bella, forte e commovente testimonianza della loro vita sofferta. Dio accompagni il loro cammino di conversione nella luce che porta a Dio.  

Papa Francesco ci offre una chiave di lettura del documento proprio ai numeri 307 – 312 dell’Amoris Laetitia, dove afferma che la chiave è «la logica della misericordia pastorale». Il Santo Padre nel capitolo terzo ci richiama alla dottrina della Chiesa sul matrimonio e la famiglia, e la propone come ideale irrinunciabile. Riferendosi ai giovani, egli afferma: «Per evitare qualsiasi interpretazione deviata, ricordo che in nessun modo la Chiesa deve rinunciare a proporre l’ideale pieno del matrimonio, il progetto di Dio in tutta la sua grandezza. […] Oggi, più importante di una pastorale dei fallimenti è lo sforzo pastorale per consolidare i matrimoni e così prevenire le rotture» (AL, 307). D’altra parte, il papa non dimentica di rivolgere la sua attenzione alle fragilità delle famiglie e persino al loro fallimento, e riprende un passo di Evangelii gaudium (n. 44): «“senza sminuire il valore dell’ideale evangelico, bisogna accompagnare con misericordia e pazienza le possibili tappe di crescita delle persone che si vanno costruendo giorno per giorno”, lasciando spazio alla “misericordia del Signore che ci stimola a fare il bene possibile”» (AL, 308) Questo è il nostro compito, il nostro servizio: misericordia e pazienza

Rivolgendosi alle famiglie con una lettera il 2 febbraio del 2014 festa della presentazione di Gesù al tempio, ci da una bella immagine dei genitori di Gesù e dei due anziani Simone ed Anna: due giovani genitori e due persone anziane, radunati da Gesù. Davvero Gesù fa incontrare e unisce le generazioni! Egli è la fonte inesauribile di quell’amore che vince ogni chiusura, ogni solitudine, ogni tristezza. Nel vostro cammino familiare, voi condividete tanti momenti belli: i pasti, il riposo, il lavoro in casa, il divertimento, la preghiera, i viaggi e i pellegrinaggi, le azioni di solidarietà… Tuttavia, se manca l’amore manca la gioia, e l’amore autentico ce lo dona Gesù: ci offre la sua Parola, che illumina la nostra strada; ci dà il Pane della vita, che sostiene la fatica quotidiana del nostro cammino”.

Ribadiamo che se vogliamo vivere in un “mondo giusto” è da qui che bisogna ripartire, dalla famiglia intesa come cellula vivificante e soggetto costruttore della società. In questo senso, non è un caso che la crisi che stiamo vivendo, capiti nel momento in cui la famiglia è più sotto attacco, irrisa, disprezzata e maltrattata come mai è successo.

Dobbiamo recuperare il carattere sacro della famiglia e, al tempo stesso, il suo ruolo nella missione evangelizzatrice della Chiesa.

Se vogliamo un matrimonio cristiano come vera via di santità e di felicità dobbiamo riscoprire il sentimento della tenerezza. La tenerezza come sentimento di “soave commozione”, di “affetto dolce e delicato”, di “attenzione amorevole”. Entro la categoria di “tenerezza”, tipico del pontificato di Francesco, troviamo anche la bellissima espressione: la tenerezza dell’abbraccio di Dio. La tenerezza di Dio è amore paterno e materno allo stesso tempo, e non viene meno e non si stanca mai di noi. L’esortazione auspica che si riscopra la tenerezza come attitudine decisiva per la buona riuscita della relazione nuziale; “una virtù – dice Amoris Laetitia – piuttosto ignorata in questi tempi di relazioni frenetiche e superficiali”.

Nell’augurarci un sereno e fruttuoso anno pastorale, ci affidiamo alla potenza dello Spirito Santo, affinché, per intercessione della Santa Famiglia di Nazareth, possiamo vivere e testimoniare con forza la Gioia del Vangelo, gioia che ci rende discepoli di Cristo e testimoni credibili del Vangelo della Misericordia e della Tenerezza. Termino con questo brano di Papa Francesco letto durante l’udienza generale in piazza S. Pietro il 25 marzo 2015 in cui afferma che il legame tra Chiesa e famiglia è sacro ed inviolabile. La Chiesa, come madre, non abbandona mai la famiglia, anche quando essa è avvilita, ferita e in tanti modi mortificata, neppure quando cade nel peccato, oppure si allontana dalla Chiesa; sempre farà di tutto per cercare di curarla e di guarirla, di invitarla a conversione e di riconciliarla con il Signore.

Ebbene, se questo è il compito, appare chiaro di quanta preghiera abbia bisogno la Chiesa per essere in grado, in ogni tempo, di compiere questa missione! Una preghiera piena di amore per la famiglia e per la vita. Una preghiera che sa gioire con chi gioisce e soffrire con chi soffre.

Vi chiedo per favore di non far mancare la vostra preghiera. Tutti – Papa, Cardinali, Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, fedeli laici – tutti siamo chiamati alla preghiera … Carissimi mettiamoci tutti sotto la protezione della Santa Famiglia di Nazareth affinchè possiamo avere il dono dell’accoglienza e dell’amorevolezza verso tutti quei fratelli e quelle famiglie che gridano il loro bisogno di aiuto e che noi Chiesa non dobbiamo emarginare o allontanare ma accompagnare ed aiutarli nel loro percorso di conversione. Per questo motivo termino recitando ancora una volta la preghiera alla Santa Famiglia di Nazareth che conclude l’esortazione apostolica di Papa Francesco:

Gesù, Maria e Giuseppe, 
in voi contempliamo 
lo splendore dell’amore vero, 
a voi con fiducia ci rivolgiamo.

Santa Famiglia di Nazareth, 
rendi … le nostre famiglie 
luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, 
autentiche scuole del Vangelo 
e piccole Chiese domestiche.

Santa Famiglia di Nazareth, 
mai più nelle famiglie si faccia esperienza 
di violenza, chiusura e divisione: 
chiunque è stato ferito o scandalizzato 
conosca presto consolazione e guarigione.

Santa Famiglia di Nazareth, 
la Chiesa possa ridestare in tutti la consapevolezza 
del carattere sacro e inviolabile della famiglia, 
la sua bellezza nel progetto di Dio.

Gesù, Maria e Giuseppe, 
ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen.

A tutti buon anno pastorale ed un arrivederci al prossimo Convegno Nazionale che si svolgerà a Roma.

 

 

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