Il Santuario della Madonna della Ghianda di Mezzana Superiore, in uno scenario di aperta campagna nella città di Somma Lombardo (VA)

Giu 17 2021

Il Santuario della Madonna della Ghianda di Mezzana Superiore, in uno scenario di aperta campagna nella città di Somma Lombardo (VA)

La Storia

Il Santuario della Madonna della Ghianda è una costruzione rinascimentale, su progetto di Pellegrino Tibaldi detto Pellegrino de’ Pellegrini, l’architetto bolognese dalle  linee semplici e aggraziate. Le sue opere, come questa di Mezzana. sono definitive.

Intelligenti e tempestivi lavori di manutenzione e conservazione ce le hanno tramandate nell’edizione originale, onde mantengono e diffondono un fascino estetico e confermano che il buon gusto resiste al tempo e agli uomini. Qui non si è avvertito il bisogno, ovvero non ci si lasciò prendere dalla smania di rimaneggiare e integrare con sovrastrutture pleonastiche che deturpano,  quando non cancellano le primitive sembianze. Il bello architettonico è stato sapientemente salvaguardato e valorizzato senza alterarlo.

Ma il vero fascino del Santuario deriva dalla sua storia quanto mai suggestiva, come il miracolo che ha fatto nascere il culto della Madonna della Ghianda, tramandatoci, via via accresciuto,  dal XIII secolo.

La vita di questo piccolo borgo – poche case ammucchiate a sud-est della chiesa dedicata al Protomartire Santo Stefano – seguì le alterne vicende e le sorti dei paesi della zona: dopo il dominio romano, venne il barbarico e il feudale; quindi le signorie degli Abati di S. Gallo, dei Visconti, dei conti del Seprio e di nuovo dei Visconti. Scarsi abitanti di scarse risorse.

A nord della chiesa, elevata nel 1200 a Collegiata, era la campagna fredda e cruda, in parte anche paludosa. Poche e magre le colture. Le strade erano sentieri; i prati erano pascoli. Non c’era emigrazione. Chi nasceva qui, qui moriva. Sporadici spostamenti erano causati dal passaggio di soldatesche che portavano sgomento e scompenso.   In questo quadro di chiusa economia agricola e di negato progresso civile, un fatto prodigioso venne, nella metà del secolo XIII, a scuotere i pacifici e rassegnati abitanti di Mezzana.

Una pastorella sorda e muta soleva sostare all’ombra di una quercia,  vigilando, assorta e assente, sulle poche pecore che il padre le comandava di guidare ogni giorno al pascolo, a un tiro di schioppo dalla Collegiata: non udiva il rintocco delle campane ma ne vedeva il movimento e al loro agitarsi si regolava per rincasare. Una mattina, la pastorella,  mentre si avvicinava alla quercia ospitale,  la vide avvolta da una grande luce. Si arrestò estatica.

Poi,  fra i rami, le apparve una Signora fasciata di azzurro che le parlò soavemente: “Torna al paese;  chiama tuo padre”. La fanciulla corse alla casa e, tremante di commozione,  raccontò al  padre l’accaduto, invitandolo a seguirla. Padre e figlia, con un codazzo di gente che aveva raccolto la notizia, ritornarono alla quercia , dove  le pecore continuavano, tranquille e indifferenti, a  pascolare. La Signora era scomparsa; ma aveva lasciato la testimonianza, la prova del suo miracoloso passaggio:  la pastorella udiva e parlava e a tutti raccontava la sua straordinaria avventura.

Un miracolo, quando è tale, muove e commuove. La Manifestazione miracolosa di Mezzana mosse e commosse le popolazioni del sommese e del gallaratese.

A centinaia, a migliaia, i fedeli accorsero alla quercia che decisamente entrava a  fare storia nella plaga e dava motivo all’invocazione di S. Maria della Gianda ( voce dialettale di ghianda, il frutto della quercia).

Nacque un vero movimento di fede mariana che si concretò nella costruzione di un tempio  in onore della Vergine, distinto poi sempre sotto il titolo della Ghianda.

La volta di questo tempio, di modeste proporzioni come  le possibilità dell’epoca consentivano,  fu decorata da un artista insigne che illustrò la sua vita con  opere di pregevole e preziosa fattura: Michelino De Molinari detto Michelino da Besozzo, dove nacque nella seconda metà del XIV secolo.

Fra gli impegni di Pavia, dove  affrescò  il chiostro  di S. Pietro in  Ciel d’oro, e di Milano,  dove fu impiegato, col figlio Leonardo, in affreschi, gonfaloni e vetrate, Michelino aprì la parentesi della sosta a Mezzana per eseguirvi, con mano  decisa e svelta, la decorazione che una nota del 20 maggio 1581 così descrive: “Sotto la concavità della volta è distinta una quercia nel  cui mezzo sta una immagine della  Beata Vergine, che tiene sulle braccia  il Suo Divin Figlio lattante, e sui rami  della medesima quercia sono  tutte d’attorno le figure dei dodici re della genealogia donde  la Verginee trasse origine,  e, sotto di queste,  altre immagini di dodici Profeti”.

Fino al Concilio di Trento, anche nella nostra zona la vita  religiosa fu sottoposta alle e burrasche delle guerre intestine e risentì della  rilassatezza dei costumi e insieme del disorientamento, nelle pratiche della fede, in dipendenza  del pullulare di nuove eresie.

Da Trento giunse il soffio  dell’attesa riforma e lo portò lo stesso arcivescovo di Milano, il cardinale Carlo Borromeo, nipote del Papa Regnante Pio IV. Nell’ottobre 1566, Padre Leonetto S.J. da Clusone visitò Mezzana per incarico del Cardinale e lo relazionò sulle chiese ivi esistenti in particolare sul Santuario di S. Maria della Ghianda, dove, anche senza campanile e campane, era esercitato il Divin Culto: era questa la migliore dimostrazione della devozione tutt’ora esercitata. La visita Pastorale di  S. Carlo seguì il 22 luglio 1570 e segnò, per il Santuario, l’inizio di una nuova vita di pietà.

Il Santo Arcivescovo ordinò parecchi provvedimenti per il decoro del tempio: dispose,  tra l’altro, che la strada di accesso, stretta e tortuosa, soprattutto a causa della usurpazione dei proprietari i prospicienti fosse ampliata e sistemata  nel suo rettilineo tracciato.

Le grazie e i miracoli di S. Maria della Ghianda sono  documentati in una  rigorosa inchiesta ordinata dal Cardinale  che elenca i numerosi doni votivi esposti esposti nella cappella affrescata da Michelino: “ Tutt’intorno pendono appesi alle pareti voti ed oblazioni, immagini  di cera, cinture di seta, vesti ed altre cose di simile genere; gli anelli  di argento e di oro che vengono offerti sono custoditi in una cassa di noce chiusa a  due chiavi”.

I fatti miracolosi esaminati dalla Curia superavano la sessantina e molti erano convalidati dalla testimonianza di persone di contrade vicine e lontane – Vergiate, Mismirigo, Somma, Angera, Legnano, Monate, ecc. – che deposero sulle guarigioni ottenute.

Vi furono guarigioni clamorose, analizzate al lume della scienza di allora, onde il grande Arcivescovo decise la costruzione di  un tempio nuovo, degno degli avvenimenti constatati. Cosi, il suo architetto di fiducia, Pellegrino de’ Pellegrini, cinquantatreenne e già carico di gloria per le monumentali opere realizzate ad Ancona, Loreto, Ravenna,  Canobbio, Saronno,  Bologna, nonché  a Milano, preparò il disegno di una chiesa cinque volte più grande della primitiva, in stile rinascimentale, ad una sola navata dell’altezza di diciotto metri.

II Pellegrini volle felicemente che l’altare maggiore aderisse alla piccola abside primitiva – permettendo così la visione del celebre affresco di Michelino da Besozzo – e che altre sei cappelle, tre per parte, fossero destinate ai fasti o misteri della Passione, rappresentati da quadri o gruppi di statue secondo l’usanza dei  tempi.

Le statue, di grandezza naturale, scolpite in legno  di fico, le  ammiriamo oggi ancora nella loro pristina bellezza. San Carlo approvò il progetto, ne ordinò l’esecuzione e fissò la festa del Santuario il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione. I lavori furono intrapresi l’anno 1582.

Mezzana contava 350 anime e si deve alla fede di questi pochi abitanti, al concorso spontaneo e continuo dei pellegrini, ma soprattutto all’incentivo di S. Carlo Borromeo che sollecitò anche il contributo di potenti parenti, se l’opera potè compiersi con adeguatezza di mezzi.

Giustamente lo storico del  Santuario, il compianto prevosto cav.  Giuseppe Selva,  afferma che solamente  una vera devozione e un grande  amore per l’opera possono spiegare l’esito conseguito fra tante difficoltà, non ultima quella della propaganda svolta contemporaneamente a favore di un altro Santuario famoso, quello di  S. Maria del Monte, sopra Varese.

Nei secoli successivi, il culto della Madonna della Ghianda fu di conforto nei flagelli delle guerre e delle pestilenze. Notevoli lasciti e legati, di cui è cenno nei documenti  di archivio, manifestano la crescente venerazione per la Vergine.

Ci fu anche una disposizione testamentaria del marchese Ermes Visconti, deceduto in  Milano nel 1625, per l’erezione, accanto al Santuario, di un convento di frati zoccolanti che per altro non ebbe esecuzione da parte degli eredi.

Purtroppo non mancarono neppure i saccheggi per eventi bellici, ad opera specialmente delle truppe francesi in lotta con i savoiardi (1636).  I successori di San Carlo nel governo dell’arcidiocesi milanese dimostrarono, anche loro e da parte loro, sollecita attenzione all’attività religiosa che il Santuario della Ghianda alimentava.

Di particolare menzione,  il cardinale Giuseppe Pozzobonelli, che concesse l’indulgenza di cento giorni da lucrarsi ad ogni visita alla cappella dell’apparizione; il cardinale Gaisruch, che considerò una  rivelazione la frequenza dei fedeli al Santuario di Mezzana; mons. Di Calabiana e – più vicino a a noi – il cardinale  Andrea Ferrari che auspicò abbellimenti e fece voto di venire  a consacrare il “ bellissimo tempio “. II suo voto fu compiuto il 3 ottobre 1936 dal cardinal Schuster che concesse duecento giorni di indulgenza. 11 24 settembre precedente, il venerato Cardinale benedettino annunciava al clero e ai fedeli dell’Arcidiocesi l’·avvenimento che determinava una promettente e salutare rifioritura di pietà, di devozione e di grazia.

IGNAZIO VANELLI (Estratto dalla rivista “ Diocesi  di Milano” Novembre 1963, n. 11)

La Madonna della GHIANDA  PATRONA  speciale per:

I. SORDOMUTI, cioè per persone che hanno problemi di udito, parola e, più generalmente, per chi nutre preoccupazioni di salute per sè e per persone  care.  L’avvenimento straordinario della Madonna, che a Mezzana ha guarito la ragazza sordomuta, ispira sempre la preghiera in questo Santuario, con rinnovata fiducia filiale verso Maria SS.

2. CHI RICERCA DIO, vive problemi particolari di Fede  e teme dì diventare ” SORDO – MUTO” in senso spirituale!

Secondo S. Agostino ” Noi siamo di Cristo e siamo  Cristo!”. Ma quanta fatica e quanta lontananza da tale ideale!….Purtroppo siamo  piu’ allettati dalle parole degli uomini, che dalla parola di Dio!

Quanto rispetto umano, nel dichiarare con sincerità e coerenza la nostra Fede!  O Beata Vergine della Ghianda, donaci amore alla  Parola di Dio, per ascoltarLa intensamente e testimoniarla con gioia e coraggio!

3. SPOSI e Giovani Famiglie:  la Madonna della Ghianda é salutata con questo particolare titolo, fin  dal lontano I630.

Mons. Scipione Visconti, quell’anno, a Roma, a favore del Santuario mezzanese, dispose nel testamento l’elargizione di  10.000 scudi, i cui proventi servissero in parte per sostenere la Congregazione dei  poveri di San Lorenzo, detta anche dei “ Poveri di Cristo” e, in parte, per costituire  la dote nuziale di alcune ragazze povere nubende,  da sorteggiare ogni anno, tra l’elenco  preparato dalle Comunità di Arsago, Besnate, Vergiate, Vinago, Crenna, Cimbro a Mezzana.

L’attribuzione della provvidenziale somma, per la dote nuziale, avveniva, dopo una affollata processione dal battistero di Arsago al Santuario della Ghianda, nella Domenica successiva  alla festa liturgica dell’Annunciazione del 25 marzo, a cui il Santuario è dedicato. Questa munifica usanza è tramontata definitivamente con la prima  grande guerra mondiale  (1915-18).

La  FACCIATA Del SANTUARIO di Mezzana

La Facciata del Santuario della Madonna della Ghianda,  nel solenne contesto del silenzio circostante, del viale alberato di accesso e del riposante paesaggio naturale ” verde”, si impone all’ammirazione:

*  Facciata  in elegante armonia, secondo il progetto dell’architetto PELLEGRINO TIBALDI, detto  Pellegrino de´ Pellegrini ( 1527 – 1596 )

*  si innalza monumentale, dalle decise linee classiche con trabeazione, timpano, piramidi, cariatìdi e la lunga serie di mensole in sarizzo

*  segnata a livello architettonico – ornamentale da 8 NICCHIE ospitanti 8 STATUE di SANTI, caratteristici nella storia generale della Chiesa e in quella particolare del SANTUARIO. Le 8 Statue sono cosi’ distribuite:

I.  S.AMBROGIO – Patrono principale della Diocesi Ambrosiana, di cui anche Mezzana é parte

2. S. CARLO Borromeo- Compatrono della Diocesi di Milano e grande Animatore della  costruzione delSantuario di Mezzana, così come è  oggi.

3.  S. LUIGI Gonzaga – I1 Giovane Gesuita, Patrono della Gioventu’ Maschile: a Mezzana era onorato da una Associazione ecclesiale denominata, in Suo onore, Associazione dei ” LUIGINI ”

4.  S. ANNA – Madre della Vergine MARIA e, per tradizione, Patrona di ogni NONNA Cristiana.

5. L’IMMACOLATA Vergine MARIA: La Madonna, Madre di Gesu’ Cristo, vero Dio e vero Uomo, è stata concepita in modo immacolato ed e stata preservata da ogni male. Questa grande Verità di Fede, proclamata DOGMA della Dottrina Cristiana da Pio IX,1’8 dicembre I854, è richiamata a tutti, come fondamento della grandezza di Maria e della devozione e del culto Mariano, diffuso nel mondo dalla testimonianza dei SANTUARI MARIANI, sia ” grandi”, sia ” piccoli”, ma tutti egualmente significativi, come  lode a Dio tramite Maria SS.

6. S.GIOACCHINO – Padre della Vergine Maria e, per tradizione, Patrono di ogni NONNO Cristiano.

7. S. ELISABETTA – Madre dì S. Giovanni Battista, cugina di Maria, che ha salutato: ” Te, Beata, perché hai creduto…Benedetta fra tutte le donne!”

8. S. GIUSEPPE – Padre putativo di Gesù’, Patrono della Chiesa universale, Uomo GIUSTO, che presta ” gli onori di casa” verso CHI entra nel SANTUARIO di Maria SS. – Sua SPOSA Castissima e nostra Madre spirituale!

Le 8 STATUE attuali della Facciata del Santuario sono una ricostruzione di quelle originali, in sarizzo, asportate in occasione delle campagne militari del periodo napoleonico.

FESTE del Santuario e usanze d’altri tempi…

Il Santuario vive due feste solenni, ogni anno:

1.   la FESTA di primavera, per la solennità liturgica dell’ANNUNCIAZIONE ( 25 marzo). A livello popolare si ricorda il grande MISTERO di Maria SS.ANNUNCIATA, la I Domenica dopo il 25 marzo, così come S. Carlo Borromeo ha voluto questo Santuario strumento di venerazione verso Colei, che davanti a Dio si  é riconosciuta ” SERVA del Signore”

2.   la festa di autunno, per la Consacrazione o Dedicazione del Santuario, avvenuta sabato, 3 ottobre I936, per mano dell’Arcivescovo di Milano, Cardinale Ildefonso Schuster.

In occasione delle due feste, si rinnova ogni anno un insieme di  INCONTRI  particolari:

– a primavera: il CONVEGNO  dei  Giovani  SPOSI

– in autunno, la Prima Domenica di ottobre: la celebrazione dei vari anniversari del S. MATRIMONIO:  nozze d’argento, d’oro, diamante…

In particolare, a primavera, si effettua, la tradizionale PROCESSIONE della MADONNA NNUNCIATA, che popolarmente, è chiamata con diversi nomi

– festa del CONVEGNO per i Giovani SPOSI  ( dal latino ” convenire = ritrovarsi in letizia ) Nella Memoria delle disposizioni  testamentarie del 1630 da parte di mons. Scipione VISCONTI  a favore delle ragazze nubende, il Santuario degli SPOSI, ogni anno rivive, questo simpatico incontro di  Persone e di Famiglie, che si affidano alla protezione di Maria SS.

– PROCESSIONE del ” SASSOLINO”: da una lunga tradizione, nella Festa di primavera, a Mezzana si svolge la PROCESSIONE  Mariana, che ha registrato anche questo scherzoso appellativo.

Una volta, essendo rigorosamente separati i gruppi giovanili di maschi e femmine , non era consentito manifestare pubblicamente la reciproca simpatia. I ragazzi approfittavano della Processione religiosa, che si snodava  lungo vie sassose, in occasione della festa del Santuario, per segnalare alla ragazza prediletta i propri sentimenti, lanciando un sassolino del fondo stradale, tra canti e preghiere comuni e lo sguardo benevolo dì adulti, che ben comprendevano tanta intraprendenza!

– PROCESSIONE “ EL FASEVA MEI” o dei RIMPIANTI.: per  la suggestiva processione Mariana, alla folla osannante si univano anche individui ” attempati”, non sposati, per paura delle responsabilità coniugali e tardivamente amareggiati da rimorsi per la loro indecisione! Costoro, ben noti nei  piccoli paesi, e soprannominati ” CRAPATUNI” veniva no biasimati popolarmente. Il commento negativo nei loro confronti suonava con una frase dialettale sintetica: ” El faceva mei…..” a decidersì per il Matrimonio!

Così la Processione dell’Annunciata, a Mezzana, diventava corale Preghiera di devoti sinceri e di Sposi o di persone indecise : tutti accomunati dalla fiducia verso Colei che è Madre di tutti!

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