Descrizione
Il santuario di Monteforte occupa un posto di grande rilievo nella fede e nella tradizione del popolo abriolano. Non c’è anziano, giovane o fanciullo che almeno una volta nella vita non abbia percorso a piedi la tortuosa stradina che s’inerpica su, fino in cima a 1447 metri, dove sorge la cappella dedicata alla Madonna. Con il restauro seguito al terremoto dell’80 si parla di riscoperta del santuario perchè sulle pareti sono venuti alla luce stupendi affreschi celati per anni da strati di calce che ne hanno conservato in parte intatto lo splendore e la bellezza. Non è, però, la ricchezza e la preziosità artistica che fanno di Monteforte un luogo speciale per gli abitanti del posto; lo è sempre stato e lo sarà sempre e lo dimostra l’enorme folla che, puntuale negli anni, la prima domenica di giugno sale portando a spalle la statua lignea della Madonna Assunta che, lasciata la sua dimora abituale in Chiesa Madre, sosta fino al 15 di agosto nel santuario.
La tradizione del pellegrinaggio a Monteforte, secondo una prima ricostruzione storica, risale al secolo XVI quando il luogo, prima dimora di monaci eremiti, venne aperto al culto dei fedeli trasformandosi poi in cappella. E’ confermato dagli affreschi lungo le pareti commissionati dal fedeli a motivo di ex-voto alla Madonna. Come molti santuari mariani è posto in alto, costruito nove secoli fa, forse perchè, percorrendo in salita la strada per arrivarvi lasciandosi alle spalle la realtà del vivere quotidiano, si avesse la sensazione di andare verso Dio, richiamati da una forza misteriosa, E lì, ad attendere l’uomo con il suo carico di gioia e dolore, fatica e sofferenza c’è Lei, la Madre di ogni vivente che aspetta fiduciosa chi con il cuore sincero percorre la strada che porta al Padre. Una strada faticosa, ma che riserva la gioia dell’arrivo a casa dopo lungo peregrinare. Sono questi sentimenti che si accendono anche oggi in tutti i fedeli che, dalla prima domenica di giugno e per tutte le domeniche fino al 15 di agosto, alle prime ore dell’alba muovono i propri passi verso il santuario per visitare Maria nella sua casa e per trascorrere con lei un po’ di tempo nella preghiera e nella meditazione. Silenzio rotto solo dal cinguettio degli uccelli e pace avvolgono il santuario, rendendolo luogo privilegiato per coloro che si vogliono appartare lasciandosi alle spalle, anche se solo per qualche ora, il
frastuono del mondo che, certo, non aiuta a ritrovarsi e a pregare Dio. Novecento anni, eppure là in quel luogo solitario sembra che il tempo non abbia scalfito l’atmosfera di misticità che aleggia tra le mura del santuario, tra i più belli della diocesi, che custodisce una statua della Madonna più antica e più bella dell’intera regione.
Oggi la Madonna di Monteforte ha lasciato la sua dimora per motivi di sicurezza ed è custodita nella Chiesa Madre del paese dove la si può venerare ed ammirare in tutto il suo splendore incastonata in un’ancòna lignea del XVII secolo che le fa degna corona. Per Abriola e il suo
popolo, Monteforte è il faro che dall’alto rischiara il cammino umano, è il baluardo che veglia sulla sua gente e la protegge vigile e silenzioso. E’ la per dare il suo ultimo saluto a chi parte e il suo primo benvenuto a chi torna; è parte della storia e del patrimonio spirituale scolpito nel cuore di tutti coloro che anche se solo per una volta ne hanno “assaporato” l’atmosfera di misticità. Da diversi anni Monteforte è stato insignito del titolo di santuario diocesano divenendo patrimonio per l’intera diocesi. Inserito negli itinerari spirituali del Giubileo è meta di pellegrinaggio per quanti vorranno appartarsi a pregare e ricevere l’indulgenza plenaria.
di Sac. Antonio Laurita
LA STATUA DELLA MADONNA DI MONTEFORTE
L’eccesso di umidità causato sulla parete nord dagli sbalzi termici e dalle abbondanti nevicate dovette determinare il progressivo deteriorarsi dell’affresco medievale raffigurante, quasi sicuramente, una Madonna in trono.
Al di là degli effetti causati da quegli eventi naturali la frequentazione della cappella sicuramente subì una temporanea interruzione e un abbandono sin quando un nuovo impulso religioso spinse, sul finire del sec. XV, alla decisione di affidare a un artigiano del posto il compito di realizzare una statua lignea della Madonna prendendo a modello la pittura murale presente nella cappella di Monteforte.
Nello scolpirne il legno l’artista prescelto, pur attenendosi a quella tradizione figurativa, introdusse alcune modifiche espressive rispetto al sicuro ieratico misticismo dell’icona medievale. La statua lignea modella la Madonna in posizione rigida e frontale assisa sul trono. Abriola. Chiesa Madre. Statua lignea della Madonna, detta di Monteforte (fine sec. XV) nella nicchia dell’ancòna seicentesca. La mensa dell’altare è del 1743. (solo successivamente venne ornato sui rispettivi lati da tre cherubini e il Bambino collocato sulle ginocchia materne).
Presenta un busto pieno e ben modellato, una cotta con pieghe piatte e cinto in vita, maniche lunghe prive di guarnizioni e bernia abbinata alla cotta. Il capo è coperto da un leggero tessuto che scende sulle spalle. La Madonna volge lo sguardo fisso in avanti con le braccia tese in segno d’attesa. In quell’espressione ‘e il rinnovarsi del culto mariano, che sembra porre l’accento sull’invito alla conversione per riprendere un cammino di fede. La realizzazione della statua lignea della Madonna di Monteforte da parte di un ignoto artigiano locale assurge, per altri versi, a simbolico ma reale riconoscimento di un ceto, quello artigianale, maggiormente rappresentativo della comunità abriolana del Quattrocento, che, nel far proprio quel culto e quella tradizione votiva, contribuì a rinverdirla e radicarla. La nuova icona riaccese il culto e il pellegrinaggio attorno a Monteforte, dalla cui sommità la Madonna riluceva e splendeva come una stella.
di Cataldo Colella Giuseppe Settembrino
foto in copertina di Giuseppe Manicone
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