La basilica santuario di Maria SS. del Mazzaro è una chiesa che si trova a Mazzarino sita all’estremità nord del corso Vittorio Emanuele II, in Piazza Regina del Mazzaro. Essa è uno splendido esempio di tardo barocco siciliano e sorge su una chiesa assai più antica, di origini medievali, fondata da Manfredi, conte di Policastro, intorno alla metà del 1100. Questa chiesa a Mazzarino fu colpita da un brutale crollo e venne ricostruita tra il 1739 e il 1762 ad opera del frate cappuccino Ludovico Napoli.
Le pareti interne della chiesa sono decorate in stile barocco siciliano su progetto di Natale Bonaiuto da Siracusa. La sua storia si lega al ritrovamento di un quadro di origine bizantina, raffigurante la Madonna col Bambino, le Sante Agata e Lucia, di stile rinascimentale. La Madonna del Mazzaro è venerata da secoli dal popolo mazzarinese divenendo Patrona della città. La festa si celebra la terza domenica di settembre quando la statua della Madonna del Mazzaro, una scultura in legno di scuola palermitana del 1874, viene portata in processione per la città. Mentre nel pomeriggio si svolge la processione della Madonna “dumannaredda” scortata da cavalli bardati.
Interessante il portale bronzeo della chiesa realizzato nel 1980, dove è impressa l’impronta della mano di Santo Papa Giovanni Paolo II, unica riproduzione al mondo. Questa chiesa a Mazzarino, inoltre, conserva reliquie di San Pio da Pietrelcina e di Madre Teresa di Calcutta.
STORIA DEL QUADRO MIRACOLOSO
La nostra storia dice: ”…antichissima e miracolosa immagine della Madonna delle Grazie, dipinta su legno in “stile greco bizantino” e venerata a Mazzarino (CL) da circa tredici secoli.
Venne trovata prodigiosamente da un pastorello il 16 settembre del 1125, nel bosco dentro un sotterraneo, esistente dove c’è l’attuale tempio, nascostavi in seguito all’editto di Leone Isaurico del 726, per sottrarla agli iconoclasti.
In un primo tempo fu esposta alla venerazione del pubblico in una cappella costruita dal Marchese Enrico, in seguito nel tempio voluto dal Conte Manfredi, essendo Re Guglielmo, e consacrato dal Vescovo Girolamo.
Danneggiato molto a causa del terremoto del 1693, venne riedificato nello stesso sito. Attualmente si venera nel magnifico Santuario voluto dalla Madonna medesima, e promesso dal popolo nella siccità del 1739.
Su progetto di Buonaiuto da Siracusa, detto Santuccio, fu costruito dal concittadino Padre Ludovico Napoli cappuccino, negli anni tra il 1739 e il 1762, a spese e con la collaborazione della cittadinanza, grata della materna protezione di Maria.
La sua consacrazione avvenne il 2 Luglio 1883 per il Vescovo diocesano Mons. Saverio Gerbino, e infine l’incoronazione della sacra immagine il 16 Settembre 1900 per le mani del nostro concittadino arcivescovo Mons. Gaetano Quattrocchi.
La Madonna delle Grazie, detta comunemente del Mazzaro, è patrona principale della città e la sua festa esterna viene celebrata la terza domenica di Settembre. Il suo altare è meta di continui pellegrinaggi.
Che l’immagine di nostra Signora, sotto il titolo del Mazzaro, è antichissima, lo prova la leggenda, dei nostri avi, i quali, di secolo in secolo, di generazione in generazione, l’hanno tramandato fino a noi.
Nel 713 dell’Era volgare, l’Impero Romano era diviso in Orientale ed Occidentale; quello governato da Michele il Balbo, questo da Leone Isaurico.
Accaddero sotto il costui governo tante nefandezze che di simili la storia non ne rammenda.
Egli con un suo editto, emanato l’anno 726, ordinò la totale distruzione delle << Immagini sculte e le dipinte, tante mura lasciando nude e meste>>, facendosi interprete di un passo dell’Esodo, disse di lasciare solo agli infedeli il culto idolatra, adorando per Dio il legno, le pietre e le tele, con cui se ne imitavano le effigie.
I cristiani di quel tempo (tra i quali contavansi i nostri antichi concittadini), avendo cari i sacri simulacri, per fugarli alla spietata guerra che loro si moveva, furono costretti a nasconderli.
Alla nostra Immagine quindi toccò l’istessa sorte, e le pietose mani che tolsero alla distruzione un tanto tesoro, l’affidarono ad un antro appositamente scavato, fra l’ombra del bosco, che allora esisteva dove ora sorge il maestoso Tempio, ove stette sepolta 399 anni, finchè venuto l’anno 1125 fu prodigiosamente ritrovata nel modo descritto al n. 131 della parte I, delle presenti Ricerche.
Il dipinto è di stile greco bizantino, su quattro tavole trasversali; in esse sono tracciate tre nicchie o scompartimenti con archi ogivali a sesto acuto; nella maggiore delle quali, che in centro, se ne sta seduta la Santissima Vergine col Santo Bambino seduto sulle ginocchia; sulla quale nicchia, fra gli splendori, sovrasta una figura di uomo in mezzo busto, che emerge da un catino, con braccia stese, il cui simbolo è affatto ignoto; ma dal costato e dalle mani piagati si desume essere il Cristo.
Nella nicchia a destra di questa sta ritta in piedi, la vergine e martire siracusana S. Lucia, con la palma simbolo del martirio nella destra e con un bacile con sopravi gli occhi nella sinistra mano.
Nella nicchia sinistra vi è, pure in piedi, la vergine e martire catanese, S. Agata, con la palma e la tenaglia nella destra mano.
Assieme al quadro della Madonna, fu rinvenuto un Crocifisso opera greca mano scolpito, che tutt’oggi conservasi, esponendosi solo una volta all’anno, per la solenne festività della Patrona, nella terza domenica di settembre.
Essere il Crocifisso opera greca ce ne danno testimonianza lo stile, la forma, i dipinti e le dorature della croce, come anco le iscrizioni che dietro la Croce, si osservano, eseguiti secondo il gusto dei tempi.
Teneva allora la signoria della città Enrico marchese di Lombardia.
Intorno all’epoca precisa in cui fu dipinto il quadro, all’autore dello stesso ed a qual famiglia o chiesa appartenesse, il tutto si sconosce; però si può congetturare che il dipinto ebbe origine non prima del 305, giacchè si sa che il martirio di S. Lucia, ivi dipinta, avvenne il 13 dicembre nel 304, e quello di S. Agata il 5 febbraio dell’anno 258 dell’era volgare, le quali sante furono venerate fin dal giorno del loro martirio.
La statua lignea della Madonna del Mazzaro è stata commissionata dal comitato della festa patronale per evitare di danneggiare di portare in processione la preziosa icona, raffigurante la Madonna delle Grazie affiancata dalle due martiri siciliane Agata e Lucia.
Essendo infatti la suddetta icona, formata da 5 tavole trasversali cucite l’una all’altra, facendo movimento lungo il sacro percorso, rischierebbe di scollarsi, di perdere colore, e quindi rovinarsi.
La suddetta statua è di scuola Palermitana e fu terminata nel 1874 ed arrivò nel nostro paese il mese di agosto dello stesso anno. L’autore era sicuramente un bravo artista, un provetto scultore, con mano esperta e delicata, purtroppo è rimasto sconosciuto.
La vergine è stata scolpita, seduta con il bambino sulle ginocchia, ed ai lati due angeli. Il volto della Vergine e del bambino Gesù sono bellissimi, comunicano amore e gioia.
La tradizione narra, che il viso della fanciulla più bella della nostra città, sia stato realizzato, copiato, nella scultura lignea della statua della Madonna. Questa storia non sappiamo se sia vera o no, però siamo più che certi, che il popolo ha voluto la Sua Madre la più bella di tutte le donne.
I due angeli con le mani indicano di elevare lo sguardo uno verso la vergine Maria e l’altro verso il bambino Gesù.
La statua della Madonna con tutta la base è alta: metri 1,77 e larga cm 69, mentre l’altezza della sola Vergine è di metri 1,27, il bambino Gesù è di cm 37, l’angelo più piccolo misura cm 57 e l’altro più alto cm 66.
Da quella terza domenica di settembre del 1874 iniziò a portarsi per la festa patronale in processione la statua della Madonna del Mazzaro sino ai nostri giorni. Il popolo cristiano di anno in anno ha donato alla propria Madre e Regina tantissimi ex voto ed oggetti in oro per le numerose grazie ottenute, da ingioiellare il collo e le braccia non solo della Vergine, ma anche di Gesù e degli angeli.
Anche la base dove è seduta la Madonna è ricoperta da ogni lato da un velluto rosso ove è stato cucito l’oro ed altri oggetti preziosi donati dai fedeli alla Madre di Dio. Nell’anno duemila fu pulito l’oro della Madonna e fu trasportato in un nuovo velluto opera delle donne vicine e devote della nostra patrona, a cui va il nostro ringraziamento per tutto quello che fanno per dare decoro e splendore al nostro Santuario .
Durante il novenario il popolo di Mazzarino accorre a frotta a vedere la propria Madre pronta ad accogliere tutti e ciascuno. È commovente vedere sfilare lungo il corso principale la Vergine Santa tutta vestita a festa con ori e pietre preziose, che sorride ai suoi figli con materna bontà e con dolcissima espressione benedicente.
Nel 1900 ci furono grandi festeggiamenti in onore della nostra patrona, fu preparato un carro trionfale a forma di nave che fu portato in processione per contenere il quadro e la statua.
Nell’infuriare della guerra, nel settembre del 1940, la statua della Madonna non esce per le vie della città, ma la sua festa si celebra solo in Chiesa, mentre i fedeli elevavano ardenti suppliche perché il conflitto mondiale finisse al più presto.
La statua della nostra Patrona è stata sempre portata in processione dai confrati della confraternita a spalla, vestiti con una tunica bianca.
Nel 1953 per la prima volta la Madonna viene portata da un camion addobbato con veli bianchi e drappi azzurri perché il Parroco don Salvatore Calì aveva sciolto la confraternita, perché erano diminuiti di numero ed anche per motivi politici.
Nel 1971 la parrocchia si trasferisce a S. Domenico per rifare il pavimento della Chiesa, quindi la festa patronale si è dovuta celebrare nella suddetta chiesa.
Nella prima festa patronale celebrata dal nuovo parroco, don Carmelo Bilardo, vengono portati in processione, dai confrati del Signore dell’Olmi, sia il quadro che la statua.
Nel 1980 per la collocazione della porta bronzea esce nuovamente il quadro e la statua trainata dai buoi, mentre gli altri anni la statua è uscita in processione con il camion.
Nel 1990 il suddetto parroco ripristina la confraternita Maria SS.ma del Mazzaro e da allora la Vergine Santa viene portata a spalla dai confrati con una tunica azzurra, il colore del manto della Madre di Dio.
La statua della Madonna dopo più di quasi cento venti anni nel 1995 viene consegnata per un restauro e riconsegnata nell’aprile del 1996 dalla ditta Calvagna Giovanni.
Restaurata la statua si comincia a pensare a realizzare una nuova e più bella vara per la nostra Patrona, così che, insieme alla confraternita, si comincia a riflettere e a sposare lentamente la nuova causa.