S. Giuseppe (Santuario Parrocchia)

Descrizione

Descrizione

L’ edificio originario, lineare e solare nell’ unica navata, venne costruito a partire dal 1833, su progetto dell’arch. Giuseppe Balsamo. “ITE AD JOSEPH”. E’ l’esortazione scolpita in una conchiglia posta alla sommità del tempietto in cui è custodita la statua lignea raffigurante S. Giuseppe, Patrono della chiesa omonima, eretta il 18 Marzo 1990 a Santuario Diocesano.

Aperto al culto nel 1841 si dice fosse all’inizio dedicato a S. Calcedonio, la cui raffigurazione su tela ancor oggi si conserva nella chiesa, nel transetto che immette nell’antica Sagrestia. Nel 1854, su decreto dell’Arcivescovo di Napoli, il Servo di Dio Sisto Riario Sforza, la chiesa fu eretta a Succursale. Nello stesso anno, a causa del terreno acquitrinoso sul quale era stata edificata subì lesioni tanto gravi che si ritenne opportuno abbatterla per poi ricostruirla più grande ed adeguata allo stato dei luoghi.

Promotori della nuova opera furono i sacerdoti Intartaglia Vincenzo e Domenico, che abitavano in via Rivoli, collettore il primo ed economo coadiutore l’altro: essi affrontarono le ingenti spese liquidando il loro patrimonio e sollecitando offerte da parte dei pescatori della Chiaiolella. Il nuovo edificio in stile greco, a forma di croce latina ebbe termine tra il 1861 ed il 1862, anno in cui l’altare venne consacrato dal cardinale Rossano. La riconoscenza della comunità verso i sacerdoti Intartaglia fu tale che alla morte del rev. Vincenzo, tutta la Comunità sentì il dovere di accompagnare il feretro all’ ultima dimora, con grande commozione.

Caratteristica della nuova costruzione la bianca cupola con il suo campanile che sovrastando in altezza le abitazioni del rione sembra come una stella, calamitare il viandante “ad Joseph”. Nell’ ottobre del 1880 con decreto arcivescovile veniva istituito il fonte battesimale.

Nel 1892 il campanile veniva impreziosito di uno orologio che scandisse le ore per il popolo di quella contrada un po’ separata dal restante contesto edilizio isolano. Il Comune, sindaco Cacciuttolo, elargì quale contributo alle spese lire 800. Occorre ricordare che fino a pochi anni orsono il passare del tempo, era segnato all’ inizio della contrada, all’incrocio di via Belvedere, da una Meridiana risalente all’anno mille. Tale meridiana peraltro dava il nome al rione detto “Sciondo” da “Scionteo” verbo greco significante “là dove si segna il tempo” . Tale nome del rione lo ricaviamo nel leggere che in una delle visite pastorali, che dopo il Concilio Tridentino interessarono la nostra Isola, il Cardinale si recò in visita alla chiesa della SS. Annunziata e nel contempo visitava il quartiere Sciondo. Nel 1852, nasceva in Procida il “Pio Monte dei Fedeli Cristiani ascritti sotto la tutela del Patriarca S. Giuseppe, sposo della Vergine Maria”, eretto nella Chiesa della Chiaiolella. Scopo dell’istituzione “la solidarietà verso i sofferenti e l’invocazione rivolta al Patriarca per ottenere per sua intercessione un cristiano trapasso, lucrando anche le indulgenze ed il tesoro spirituale derivante dalle liturgie che venivano celebrate nel tempio di S. Giuseppe in Roma.

Significative sono le opere d’ arte presenti nel tempio. Tra esse spiccano anzitutto la quattrocentesca pala in legno della Madonna con Bambino assisa tra i santi Gregorio e Sebastiano con alla base un orante, attribuibile, secondo l’Alparone, alla scuola padovana di Pietro Calzetta; il trionfo di S. Giuseppe tra le sante Rosa da Lima e Teresa d’Avila, recentemente restaurato; la tela raffigurante S. Raimondo Nonnato e quella della visita della Madonna a S. Elisabetta, nella quale è rappresentato anche S. Giuseppe. Statue scolpite in legno, oltre quella di S. Giuseppe (scuola napoletana del ‘700), quelle di S. Maria Goretti e dell’ Immacolata (entrambe da Ortisei).

Una piccola Grande Chiesa quindi dalla storia non aulica ma pregna di vita comunitaria che certamente ha influito alla formazione delle molte vocazioni sorte alla sua ombra. Molti sono gli avvenimenti degli ultimi anni che non possiamo ricordare per motivi di brevità. Non possiamo però tralasciare che la chiesa di S. Giuseppe è stata anche Tempio Giubilare.

E’ un caso? L’ occhio umano potrebbe interpretare così l’avvenimento. Volendo guardare invece con gli occhi del cuore, ci sembra che esso abbia altra origine: quella dell’ Amore fedele di una Comunità formata da gente semplice che unita al proprio Pastore mirano al Patriarca, orgogliosi del suo Tempio assurto con merito a Santuario.

 

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