"Un Natale in sintonia con i sentimenti di Dio che discende e condivide l’umana esistenza". Lettera di Natale ai Rettori e Operatori dei Santuari da parte del presidente Padre Mario Magro RCJ.

Dic 16 2023

“Un Natale in sintonia con i sentimenti di Dio che discende e condivide l’umana esistenza”. Lettera di Natale ai Rettori e Operatori dei Santuari da parte del presidente Padre Mario Magro RCJ.

                NATALE 2023

                      • “Quando venne la pienezza del tempo,
                      • Dio mando il suo Figlio, nato da donna,
                      • nato sotto la Legge, per riscattare quelli che
                      • erano sotto la Legge, perché ricevessimo
                      • l’adozione a figli.” (Gal. 4,4)

 

           Carissimi Rettori e Operatori dei Santuari,

con l’avvento del Natale del Signore il nostro cuore si riempie di un rinnovato stupore e di meraviglia nuova dinanzi al mistero dell’Incarnazione di Dio, che manifesta la sua partecipazione e vicinanza alla nostra Umanità. Dio facendosi prossimo agli uomini e alle donne di buona volontà, abbraccia ogni essere umano bisognoso di amore, protezione, sostegno e incoraggiamento. Oggi più che mai il mondo ha bisogno di sentire questa presenza viva del Signore che fascia e cura le ferite di un’Umanità sconvolta da egoismi, malattie, guerre e violenze, che provocano tristezza e angoscia. Riappropriamoci del “Dio vivo e misericordioso”, che è venuto a riscattarci, a riaffermare tra noi la sua divinità, a ridonarci la gioia della figliolanza divina.

           Il regalo più grande che possiamo ricevere è quello di sentirci figli di Dio. L’invio del suo Figlio tra di noi non è altro che la liberazione dalla sudditanza della legge, dalla fragilità e precarietà, dalle umiliazioni e sofferenze, e riportarci alla condizione sublime di figli di Dio. Ecco il senso ultimo del Natale nella prospettiva di San Paolo: “non solo liberare gli schiavi dalla legge, ma rendere divini gli umani”. Cosa possiamo sperare di più? C’è forse regalo più grande di questo: il dono della filiazione divina? No, perché la venuta nella carne del Cristo è la missione risolutiva del Padre, per rendere nuovamente partecipi gli esseri umani della sua stessa vita divina.

          Nel sogno di Dio è presente una nuova creazione che ci conformi al suo Figlio, che ci faccia entrare nella stessa relazione filiale di Gesù e nel rapporto personale con Dio, basato sull’amore e sulla fiducia incondizionata.

          Paolo nella lettera ai Romani afferma che noi gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli (Rm 8,23). E tuttavia gemiamo in attesa di un nuovo Natale. Il motivo del «gemito» è inteso come espressione della sofferenza da cui si spera di essere presto liberati. Se guardiamo alle continue crudeltà che si compiono nei confronti di uomini e donne, bambini indifesi, donne abusate, violentate ed uccise da una cultura del possesso e del potere, alle sofferenze di ogni tipo provocate da ingiustizie, mediocrità, prepotenze e aggressività, ci rendiamo conto che l’umanità, da sola, è incapace di costruirsi un futuro di pace, di amore e di armonia nelle relazioni. Il Natale del Signore sia la grande occasione per dare una svolta a questa condizione di oppressione, per ritrovare la capacità di ascoltare ed essere ascoltati, di comunicare empatia e rispetto, consapevoli che Gesù è venuto e viene a riconciliarci con Dio e con i Fratelli.

           C’è un Natale che Dio non vuole fare senza di noi. Una nascita che ci coinvolge tutti nelle «doglie del parto», cioè nei travagli della vita. Le sofferenze presenti non contrastano, ma confermano e orientano la nostra partecipazione alla gloria che Dio rivelerà in noi e per noi. Le stesse sofferenze e contrarietà del vivere quotidiano, alla luce del Bambin Gesù, si fanno luminose, cariche di senso, perché lasciano trasparire un Amore solidale con tutti i sofferenti, inclusa la Madre Terra, sempre più ferita e dolente. Siamo tutti responsabili, uomini e donne, del futuro della vita. Siamo coloro che possono aiutare il giardino a fiorire o a distruggerlo. Dunque, quale Natale attendiamo? Un Natale nella consapevolezza della libertà per la quale “siamo stati liberati a caro prezzo”. Un Natale da figli di Dio, grati e felici di rivolgerci a Lui come a un caro Papà. Un Natale in sintonia con i sentimenti di Dio che discende e condivide l’umana esistenza. Un Natale solidale con i poveri e gli oppressi, i diseredati e gli emarginati, gli afflitti e angosciati. Abbiamo bisogno di ritrovare nuovo stupore. Occorre non indurire il cuore e lasciarsi rinnovare dalla singolarità di Dio e dal suo umile e sorprendente “discendere per amore”.

           Papa Francesco nella lettera Admirabile Signum parlando del mirabile segno del Presepe cosi afferma: “Dio si presenta in un bambino per farsi accogliere tra le nostre braccia. Nella debolezza e nella fragilità nasconde la sua potenza che tutto crea e trasforma. Sembra impossibile, eppure è cosi: in Gesù, Dio è stato bambino, e in questa condizione ha voluto rivelare la grandezza del suo amore, che si manifesta in un sorriso e nel tendere le mani verso chiunque”.

          Che la nascita di Gesù porti Speranza, Gioia e Pace a ciascuno di voi e una rinnovata “Tenerezza”, per diffondere fiducia e misericordia tra i Fedeli e i Pellegrini che bussano alle porte dei nostri Santuari.

         Buon Natale e sereno Anno Nuovo!

                          Mario Magro RCJ

Presidente Collegamento Nazionale Santuari

 

Scarica la lettera: Lettera di Natale del presidente Padre Mario Magro al CNS.

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